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Sushi, stop agli odori entro fine mese

L’ingresso del ristorante giapponese al piano terra del condominio di via Sega. FOTO MASSIGNAN
L’ingresso del ristorante giapponese al piano terra del condominio di via Sega. FOTO MASSIGNAN
L’ingresso del ristorante giapponese al piano terra del condominio di via Sega. FOTO MASSIGNAN
L’ingresso del ristorante giapponese al piano terra del condominio di via Sega. FOTO MASSIGNAN

Trenta giorni per eliminare definitivamente il problema odori. A partire dal 1 giugno come da ordinanza del giudice civile. Il provvedimento è l’ultimo tassello della vicenda che coinvolge il ristorante “I Sushi” di Arzignano, in via Sega, nella controversia tra i residenti del condominio “Omnia”, dove ha sede il locale, e i gestori dell’attività di ristorazione. Un provvedimento che è il risultato della causa civile presentata a settembre 2016 dall’avvocato Gianluca Ghirigatto, che con Cristiana Marchetto dello studio Vis Vicenza segue i residenti del condominio, per conto degli inquilini che avrebbe subito i maggiori disagi a causa delle emissioni odorifere dal ristorante.

L’ordinanza intima di procedere con la sostituzione delle canne fumarie o comunque di adottare ogni altro rimedio per evitare che esalazioni odorose moleste si propaghino all’interno del condominio. «Il problema non si è risolto - spiega l’avv. Gianluca Ghirigatto - perché non c’è stata cessazione in maniera risolutiva dell’emissione di odori. Come confermato dal sopralluogo della polizia locale arzignanese, con l’ufficio ambiente comunale, avvenuto ad aprile, in cui si attesta nuovamente la presenza di odori molesti. Nonostante la controparte abbia eseguito alcuni lavori. Se entro 30 giorni, come da ordinanza, non risolveranno la questione, faremo una sorta di secondo ricorso allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento perché stabilisca le modalità di esecuzione.

Una storia infinita. Di recente infatti il tribunale di Vicenza aveva accolto la richiesta di riesame presentata dai legali del ristorante “I Sushi” e revocato il sequestro di fornelli e cappa del locale, predisposto un paio di settimane prima, dopo un primo intervento di messa a norma della canna fumaria sostenuto dai gestori del locale. «I legali del ristorante hanno paventato una richiesta risarcimento danni ai condomini di oltre un milione di euro – aggiunge l’avv. Ghirigatto – detto che comunque dovranno provare di averli subiti, noi risponderemo con un’altra richiesta di risarcimento, perché sono i condomini ad aver subito i disagi. Del resto non sono stati loro a chiedere la chiusura del locale. Ma si sono semplicemente rivolti al Comune, primavera 2016, e al giudice civile, settembre dello stesso anno, perché si ordinasse la cessazione degli odori e dei rumori, oltre che alla procura della Repubblica, perché indagasse l'eventuale rilevanza penale delle immissioni. Non abbiamo però ancora quantificato la nostra richiesta di risarcimento, attendiamo l’esito finale di tutta la vicenda». Sul ristorante “I Sushi” infatti i condomini avevano presentato un esposto in procura e avviato due cause civili, oltre a quella per le emissioni odorifere infatti, ne esiste una seconda per il problema rumori. «Abbiamo agito dal punto di vista penale, civile e amministrativo – conclude l’avv. Ghirigatto – presentando alcuni esposti anche in Comune che hanno prodotto le ordinanze dell’Amministrazione». All’ultima ordinanza del procedimento civile in merito agli odori lo studio legale d’impresa Venturi Brangian & Partners di S. Bonifacio, che rappresenta sia il gerente del locale che la società proprietaria del marchio I Sushi, ha presentato un reclamo al collegio e attende che venga fissata a giorni l’udienza.

Luisa Nicoli

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