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Arzignano

Schianto mortale
in A4, Paolini:
«Non mi perdono»

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L'attore Paolini e l'auto della 53enne vicentina dopo lo schianto
L'attore Paolini e l'auto della 53enne vicentina dopo lo schianto
L'attore Paolini e l'auto della 53enne vicentina dopo lo schianto
L'attore Paolini e l'auto della 53enne vicentina dopo lo schianto

«Ho ucciso una donna, non riesco a perdonarmi». A quasi un anno di distanza dal drammatico incidente in A4 costato la vita ad Alessandra Lighezzolo, l'attore Marco Paolini rompe il suo silenzio. Intervistato da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, Paolini racconta per la prima volta quel 17 luglio 2018, quando tra i caselli di Verona Est e Verona Sud la tamponò la Fiat 500 sulla quale si trovavano la 53enne di Arzignano, madre di due figli e titolare di un negozio di abbigliamento per bimbi, deceduta dopo due giorni di ricovero in ospedale a Verona, e l'amica Anna Tovo di Montecchio Maggiore, sopravvissuta all'impatto.

 

«C'era molto traffico. Impossibile correre. Si andava in colonna. Viaggiavo sulla corsia centrale. A un certo punto mi è tornato un attacco di tosse - ricorda Paolini, che in quei giorni aveva avuto episodi ricorrenti di una forte tosse secca -. E lì, come ho potuto rivedere nei fotogrammi di un filmato delle telecamere fisse di Autostrade, mi sono spostato sulla corsia di destra. E di colpo mi sono visto addosso alla macchina di Alessandra Lighezzolo e Anna Tovo. Loro erano su una 500, io su una station wagon. Un camion, in confronto. L’ho speronata. E l’ho vista volare sulla strada di sotto, sulla tangenziale. Dietro una siepe. Rovesciata». «Non stavo telefonando. E neppure ricevendo messaggi - sottolinea l'attore -. Dato l'allarme la prima cosa che ho fatto è stata quella di consegnare appunto il telefonino alla Stradale. Loro hanno potuto confrontare tutti i dati». 

 

L'attore ha patteggiato una condanna a un anno di reclusione per omicidio stradale, pena sospesa con la condizionale. «Undici mesi dopo quel giorno non è cambiato molto. Posso provare a capire me stesso. Ma non riesco a perdonarmi».

 

Paolini rivela infine di aver scritto privatamente ai familiari di Alessandra Lighezzolo: «Non ho ricevuto risposta. Capisco. L’avrei fatto anch’io. Poi ho scelto il silenzio. Ho pensato che qualunque cosa avessi detto sarebbe stata poco rispettosa nei confronti delle famiglie».

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