Due milioni 800mila euro. È la cifra che Acque del Chiampo ha speso in quattro anni, dall’estate 2013 quando è emersa l’emergenza ad oggi, per il problema perfluori alchilici. Senza contributi da Regione, Stato e Miteni, azienda da dove si sospetta possa essere partito l’inquinamento. Nel dettaglio 2,4 milioni di euro di opere e 400 mila per gestione e manutenzione impianti di trattamento e filtri ai carboni attivi.
COSTI. Il Consiglio di Bacino Valchiampo, che riunisce le società Acque del Chiampo e Medio Chiampo, ha ribadito più volte, anche con un esposto, la richiesta alla Miteni di ripristino ambientale del sito e di compartecipazione alle spese. «Ma finora nessuna risposta», sottolinea il presidente Giorgio Gentilin. Anche Acque del Chiampo si è attivata. «C’è un’azione legale verso la Miteni per il riconoscimento del danno cagionato - spiega Andrea Pellizzari, consigliere delegato di Acque del Chiampo - ma senza limiti di legge fissati a livello nazionale non ci sono obblighi. I 2,8 milioni di euro spesi quindi sono a totale carico di Acque del Chiampo e dei comuni e si sono riversati sul rinvio di opere o sulle tariffe». Nell’Ovest Vicentino si lavora di squadra: il Consiglio di Bacino nel 2014 ha destinato 400mila euro ad Acque del Chiampo per i primi interventi, a fine 2015 altri 300mila euro per il laboratorio. Anche il Consorzio Arica ha sostenuto nel 2013 50mila euro di spesa per analisi effettuate a Francoforte. «Prima di Acque del Chiampo non c’era un laboratorio attrezzato in Italia» precisano.
LIMITI. A livello nazionale non esistono ancora limiti chiari sui perfluori alchilici, pfoa e pfas. Nel 2013 il senatore del Pdl Pierantonio Zanettin aveva presentato una mozione sottoscritta da numerosi parlamentari, tra cui i vicentini Erika Stefani Lega Nord, e Rosanna Filippin Pd, per chiedere al Governo di introdurre un limite massimo della concentrazione di pfas nelle acque potabili. «Quella mozione attende ancora una risposta - precisa la senatrice Stefani - da allora ho presentato diverse interrogazioni parlamentari per sollecitare il Ministero. Niente». «Come Consorzio Arica nel 2013 siamo intervenuti subito imponendo dei limiti in via precauzionale - aggiunge Renzo Marcigaglia, oggi presidente di Acque del Chiampo - in assenza di legislazione abbiamo operato con buon senso».
MANIFESTAZIONE. Il sindaco di Lonigo Luca Restello ha lanciato una manifestazione popolare l’8 ottobre a Lonigo insieme ai comitati no pfas. «Ho invitato 300 sindaci dei comuni di Vicenza, Padova e Verona interessati dal problema - precisa - mi aspetto tanti cittadini soprattutto. Vogliamo far capire allo Stato che deve pagare, finora non hanno tirato fuori un quattrino, e la stiamo pagando noi che l’abbiamo subita. E che finalmente metta un limite nazionale ai perfluori. Il Governo si deve vergognare. La gente ha paura». «Serve una normativa- ribadisce il consigliere delegato Andrea Pellizzari - è il momento di pretenderla dal Governo».