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Paura nella notte Due appartamenti devastati dal fuoco

Le fiamme hanno devastato il tetto e buona parte dello stabile
Inagibile l’edificio ristrutturato in cui ci sono due abitazioni.  GUARDAEcco come si presentava ieri mattina l’edificio di via Cime 2.  GUARDA
Le fiamme hanno devastato il tetto e buona parte dello stabile Inagibile l’edificio ristrutturato in cui ci sono due abitazioni. GUARDAEcco come si presentava ieri mattina l’edificio di via Cime 2. GUARDA
Le fiamme hanno devastato il tetto e buona parte dello stabile
Inagibile l’edificio ristrutturato in cui ci sono due abitazioni.  GUARDAEcco come si presentava ieri mattina l’edificio di via Cime 2.  GUARDA
Le fiamme hanno devastato il tetto e buona parte dello stabile Inagibile l’edificio ristrutturato in cui ci sono due abitazioni. GUARDAEcco come si presentava ieri mattina l’edificio di via Cime 2. GUARDA

Due appartamenti distrutti dalle fiamme. Il violento rogo che ha devastato i due alloggi, che fanno parte di un ampio stabile, è divampato in via Cime 2, in località Calderina, in territorio comunale di Gambellara ai confini con il comune di Terrossa di Roncà, nel Veronese. Per spegnere le fiamme, l’altra notte, è stato necessario l’intervento di sette mezzi dei vigili del fuoco, tra autopompe e autoscale, arrivati dai distaccamenti di Lonigo, Arzignano, Caldiero e Verona, con 21 pompieri impiegati nelle operazioni di spegnimento, che sono durate fino all’alba di ieri. L’incendio, scoppiato intorno a mezzanotte, ha reso inagibili un’abitazione al primo piano, abitata, e una al piano terra, che non era occupata. Il tutto è avvenuto nel complesso immobiliare ricavato dalla ristrutturazione di una casa colonica. I danni ammonterebbero a oltre centomila euro. La stima della conseguenza della devastazione ieri pomeriggio era ancora in corso; non è escluso che l’importo relativo al danno possa lievitare. Secondo le prime ricostruzioni da parte delle squadre dei vigili del fuoco, il rogo si è propagato dal tetto ventilato dell’abitazione disposta su due livelli, che si trova nel corpo centrale dell’edificio. Le fiamme sono state innescate dalle scintille provenienti dalla canna fumaria della stufa. Le lingue di fuoco in poco tempo si sono propagate all’intera superficie della copertura. Ad accorgersi di quanto stava succedendo e a dare l’allarme è stato il proprietario, Carlo Rizzotto, insospettito da alcuni rumori provenienti del soffitto proprio quando stava per andare a dormire. «Ero ancora sveglio mentre mia moglie stava già dormendo e improvvisamente ho sentito come una serie di piccoli scoppiettii dal soffitto e subito dopo sono venite giù alcune scintille, era il tetto che stava bruciando - racconta -. Mi sono subito preoccupato e resomi conto di cosa stava accadendo ho subito dato l’allarme al 115 dei vigili del fuoco. Mentre attendevo i pompieri ho cercato di contenere le fiamme con un getto dell’acqua, aiutato da un vicino. Pensavo di riuscirci ma ormai era troppo tardi. Purtroppo il tetto è di quelli con il sistema a ventilazione e dentro ci passa l’aria, con un effetto che andava ad alimentare il fuoco». Grazie all’intervento dei pompieri l’incendio è stato domato e circoscritto evitando di coinvolgere la parte dello stabile riservata al residence “Ai Ciliegi” che occupa sei alloggi su un’area adiacente alla parte di complesso andata a fuoco. Per i danneggiamenti subiti alla struttura sono state dichiarate inagibili sia l’abitazione di Rizzotto al piano superiore che una del piano inferiore non abitata. Ieri mattina alcune tegole del tetto continuavano a cadere. Rizzotto non si capacita ancora di quanto accaduto. «Non riesco a spiegarmi come sia potuto succedere - spiega -. Dato il caldo che c’era stato durante le ore della giornata abbiamo acceso la stufa per meno tempo degli altri giorni e soltanto fino all’ora di cena, per cui non mi spiego come le scintille siano rimaste a covare così a lungo. Tra l’altro usiamo speciale legno di faggio a tocchetti. Per capire meglio cosa sia accaduto e soprattutto come sia stato possibile un disastro del genere mi rivolgerò a un perito. In questo momento non so di preciso quale decisione prendere, perché non sono sicuro di voler ricostruire tutto nuovamente. La priorità per ora è solamente quella di mettere in sicurezza i muri e rifare il tetto». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Guarda

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