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«Operaio circuito» La finta fidanzata ora va a processo

Il processo si aprirà in tribunale all’inizio del prossimo anno
Il processo si aprirà in tribunale all’inizio del prossimo anno
Il processo si aprirà in tribunale all’inizio del prossimo anno
Il processo si aprirà in tribunale all’inizio del prossimo anno

Dopo essere stata arrestata dai carabinieri della stazione di Arzignano nell’agosto scorso, Genny Lauricella, 37 anni, residente a Dueville, attualmente si trova agli arresti domiciliari. La procura le contesta di avere circuito un operaio di 38 anni, di Valdagno, a cui avrebbe spillato tra marzo 2018 e l’aprile scorso circa 50 mila euro. Ritenendo che nei confronti della 37enne, difesa dall’avvocato Anna Sambugaro, esistano prove consolidate, qualche giorno fa, il giudice per l’udienza preliminare, Roberto Venditti, ha disposto per la Lauricella il processo immediato; il rito con cui si passa dalle indagini preliminari all’udienza dibattimentale senza passare attraverso la preliminare. La donna dovrà comparire in aula il 4 febbraio davanti al giudice Salvadori. A coordinare l’inchiesta è stato invece il pubblico ministero Gianni Pipeschi. I PRELIEVI. Facendosi passare per la fidanzata della presunta vittima, invalido al 46 per cento e affetto anche da un deficit intellettivo, fra il 3 e il 13 marzo, la Lauricella è accusata di avere prelevato a suo nome la somma di 10.500 euro dopo che sul conto corrente dell’operaio erano stati accreditati più di 17 mila euro a seguito di una richiesta di finanziamento di oltre 23 mila euro per “spese matrimoniali”. Sempre il 13 marzo, e sempre a nome del 38enne, la Lauricella avrebbe prelevato e girato a un parente 6 mila euro. LE AUTO. Ma stando alle indagini disposte dalla procura, la 37enne non si sarebbe limitata a spillare somme di denaro passando pure ad acquisti piuttosto “impegnativi”, come un’Alfa Romeo Giulitetta. Per comperare l’auto, poi subito rivenduta, la Lauricella aveva fatto sottoscrivere all’operaio un finanziamento di quasi 18 mial euro. Non solo perché la donna avrebbe pure venduto la macchina della presunta parte offesa, una Fiat Punto, incassando poco più di mille euro. E non sarebbe ancora tutto, perché secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero tramite la polizia giudiziaria, la Lauricella avrebbe ricaricato le sue carte Postepay, grazie ai soldi spillati all’operaio, fino a raggiungere la somma di 6.500 euro. Infine gli addebiti, finiti sul conto della parte offesa, per una somma complessiva di 4.400 euro. LA DIFESA. Nell’agosto scorso, quando dopo l’arresto era stata sottoposta all’interrogatorio di garanzia da parte del giudice, la donna aveva smentito la ricostruzione dell’accusa sostenendo che l’operaio le avrebbe fornito la disponibilità del denaro in modo spontaneo. Il giudice per le indagini preliminari aveva a quel punto inviato il fascicolo al pubblico ministero, ma la Lauricella era rimasta ai domiciliari. Nei giorni scorsi dunque la decisione del giudice Venditti di disporre per la 37enne il processo immediato saltando quindi la preliminare e stabilendo la data del 4 febbraio come la prima udienza che aprirà il dibattimento. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Bernardini

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