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Chiampo

Mette incinta una 13enne: arrestato, patteggia e torna libero

La vicenda era emersa quando la giovane, incinta, era andata in ospedale con la mamma
La vicenda era emersa quando la giovane, incinta, era andata in ospedale con la mamma
La vicenda era emersa quando la giovane, incinta, era andata in ospedale con la mamma
La vicenda era emersa quando la giovane, incinta, era andata in ospedale con la mamma

Era stata, per entrambi, una sbandata. Lei si era invaghita di quel vicino di casa più grande, lui non aveva resistito agli istinti e non aveva pensato che le ragazzine così giovani meritano ancor più rispetto e attenzione. Nell’ottobre di un anno fa avevano avuto un rapporto sessuale e lei, a 13 anni, era rimasta incinta. Quando, con la mamma, era andata in ospedale, era emersa l’origine dei suoi malesseri: aspettava un bambino. Con la famiglia, aveva deciso di abortire. Ed era emerso anche che l’aveva concepito con il suo vicino, che ha 11 anni più di lei. Poche settimane dopo, il giudice aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare a carico di A. N., operaio, oggi 25 anni (pubblichiamo le iniziali per non rendere identificabile la giovanissima), che da gennaio fino a venerdì è rimasto agli arresti domiciliari. Ha infatti patteggiato, assistito dall’avv. Lisa Scudellaro, due anni di reclusione, ma con la sospensione condizionale della pena, dopo l’accordo con il pubblico ministero Jacopo Augusto Corno; e il giudice Matteo Mantovani lo ha rimesso in libertà. A. N. doveva rispondere di violenza sessuale, per avere avuto un rapporto completo con una ragazzina con meno di 14 anni; la studentessa infatti ne aveva 13 e 9 mesi, e la legge non lo consente. La famiglia della vittima, tutelata dall’avv. Raffaela Di Paolo, non si era costituita parte civile: l’operaio l’ha risarcita con qualche migliaio di euro e le ha scritto un’accorata lettera di scuse, dopo aver compreso il disvalore del suo comportamento. Ma dovrà affrontare ora un percorso terapeutico.

Il dramma era avvenuto in un contesto apparentemente non degradato: lui lavora da anni, ed è di buona famiglia; lei frequentava le scuole medie e si era presa una cotta adolescenziale per quel vicino che conosceva da sempre. Avevano atteso che i rispettivi genitori non fossero in casa e si erano incontrati, in una sola occasione. Poi, quando lei aveva scoperto di essere incinta, entrambi erano andati in panico. La ragazzina aveva sempre spiegato di non essere stata costretta, di avere voluto quel rapporto; ma si tratta di un reato, che fra l’altro l’aveva indotta a decidere, concordemente con i genitori, di interrompere la gravidanza secondo le norme. Per questo, su ordine del giudice, era stato arrestato dai carabinieri della stazione, che gli avevano anche sequestrato il telefonino all’interno del quale erano memorizzate le chat fra lui e la minorenne, grazie alle quali era stato ricostruito il loro rapporto, passato dall’amicizia all’innamoramento.

A. N., nel corso della lunga detenzione, aveva compreso di aver compiuto un gesto grave nei confronti di quella ragazzina, della quale aveva approfittato sfruttando l’immaturità dovuta all’età, e al fatto che si fidasse di lui. L’operaio non ha mai violato le prescrizioni legate ai domiciliari, e si è detto pienamente disponibile ad effettuare il percorso di recuperato da una psicoterapeuta. 

Diego Neri

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