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Il delitto di Chiampo

Il gioco e la droga del denaro dietro l'omicidio dei genitori. «Soldi facili senza fare fatica»

Diego Gugole ha ucciso i genitori nella loro abitazione con sei colpi di pistola: è reo confesso
Diego Gugole ha ucciso i genitori nella loro abitazione con sei colpi di pistola: è reo confesso
Diego Gugole ha ucciso i genitori nella loro abitazione con sei colpi di pistola: è reo confesso
Diego Gugole ha ucciso i genitori nella loro abitazione con sei colpi di pistola: è reo confesso

Da un lato l’ossessione di avere una casa propria, probabilmente il simbolo della libertà. Dall’altro, il vizietto del gioco, coltivato negli ultimi mesi, per cercare la fortuna di ottenere soldi facili, senza lavorare. Vi sarebbe anche questo dietro all’omicidio, terribile, di papà e mamma da parte di Diego Gugole, 25 anni, di Chiampo, che martedì, diverse ore dopo aver freddato i suoi genitori Sergio e Lorena si è costituito in caserma confessando il duplice delitto.
«Non credo che soffrisse di una forma patologica di gioco, ma di certo era un mondo che lo attivava molto quello delle lotterie istantanee e delle slot machine - ha raccontato in caserma dei carabinieri un testimone -, e che negli ultimi mesi vi abbia perso parecchi quattrini».

Il vizietto è una delle strade battute dagli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Barbara De Munari per far luce sul movente del duplice omicidio premeditato, che sulla carta potrebbe portare il giovane ad una pena molto pesante, pur con tutte le attenuanti. Gugole ha spiegato che la sua intenzione era quella di mettere mano all’eredità da 800 mila euro dei suoi genitori; ma da quanto emerso le povere vittime non gli avevano fatto mancare nulla, chiedevano solamente che si impegnasse nel lavoro e che fosse indipendente, così da mantenersi dopo l’acquisto della casa ad Arzignano per la quale si era impegnato anche economicamente. 

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Oggi Gugole, difeso dall’avv. Rachele Nicolin, sarà interrogato dal giudice Antonella Toniolo per la convalida dell’arresto, collegato in videoconferenza dal carcere di San Pio X. È probabile che ripeta la confessione già fatta in caserma a Vicenza davanti al pubblico ministero e ai detective del luogotenente Emanuele Contessa, spiegando qualche particolare non ancora chiaro. E potrà essere lui a illustrare le folli ragioni del delitto di chi gli ha dato la vita, con l’obiettivo di intascare un’eredità della quale verrà però, se saranno confermate le accuse, ritenuto indegno. 

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In queste ore i carabinieri, da Chiampo a Valdagno, fino al nucleo investigativo provinciale, sono impegnati su vari fronti, a partire dalle verifiche patrimoniali. C’è da trovare conferma, infatti, ai beni posseduti dalla famiglia Gugole, e da controllare le spese compiute dal figlio. Lì potrebbero essere trovate tracce della sua passione per il gioco, oltre che del fatto che da tempo non lavorava, raccontando bugie per giustificare il fatto che non ne aveva voglia. 
Non è escluso che la difesa possa chiedere un accertamento sulla salute psichiatrica di Diego, che frequentava da qualche tempo lo studio di una terapeuta. Quest’ultima potrebbe essere sentita dagli inquirenti, e potrebbe aiutarli a fare luce sulle difficoltà che il ragazzo stava incontrando nella vita, tanto da avere necessità di un supporto; a indirizzarlo sarebbero stati gli stessi genitori, che si erano resi conto che il figlio non riusciva a impegnarsi sul serio nella vita. Eppure, i soldi facili gli facevano gola; tanto da trasformarlo in un assassino. 

Diego Neri

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