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Arzignano

«Ha ucciso suo padre». Finisce in Corte d’Assise

Raoul Singh, 19 anni, ha ucciso il padre nell’agosto 2020
Raoul Singh, 19 anni, ha ucciso il padre nell’agosto 2020
Raoul Singh, 19 anni, ha ucciso il padre nell’agosto 2020
Raoul Singh, 19 anni, ha ucciso il padre nell’agosto 2020

Niente rito abbreviato, con lo sconto di un terzo della pena, si applica il nuovo codice. E pertanto, il 20 gennaio prossimo, Raoul Singh dovrà presentarsi davanti alla Corte d’Assise per difendersi dall’accusa di aver ammazzato suo padre. La giuria popolare è stata sollecitata dal pubblico ministero Serena Chimichi una volta chiuse le indagini sul delitto, che hanno avuto un doppio colpo di scena.

L’omicidio era avvenuto ad Arzignano nell’agosto dello scorso anno. «Ho ucciso mio padre ma l’ho fatto solamente per difendermi. Mi aveva aggredito, l’ho disarmato e l’ho colpito», è sempre stata la versione del giovane. La procura, però, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del nucleo operativo di Valdagno, gli contesta l’omicidio volontario del padre Arvinder, 49 anni, avvenuto nella loro abitazione di via Tagliamento a San Zeno. Singh junior era stato arrestato subito dopo l’omicidio; ma qualche settimana dopo il Riesame aveva annullato il provvedimento, ritenendo che sussistesse la scriminante della legittima difesa.  Questa ricostruzione, però, gli inquirenti sono convinti di averla smontata punto per punto, tanto da ottenere di nuovo le manette per il giovane di origini indiane e da denunciare sua mamma, Sukhvinder Kaur, che lo avrebbe coperto, per favoreggiamento. 

Raoul, difeso dall’avv. Giuseppe Viggiani, aveva colpito il genitore con alcune coltellate, dichiarando di aver agito per legittima difesa, propria e della madre. Aveva raccontato che, al loro ingresso in casa, il padre, ubriaco, li aveva aggrediti con un coltello da cucina, ferendolo a un braccio e a uno zigomo, costringendolo a disarmarlo e a colpirlo a sua volta. A detta di Raoul, e anche della madre, il padre, anche a causa di problemi di alcolismo, si era reso responsabile di vari episodi di violenza. 

Per gli inquirenti, invece, la madre non era in casa (a dirlo le celle telefoniche); Arvinder non si sarebbe difeso, e sarebbe stato in un torpore tale da non essere in grado di reagire; sarebbe stato colpito 6 volte, e non 3; le lesioni patite dal figlio non sarebbero compatibili con il suo racconto, bensì con una zuffa avvenuta ore prima con alcuni coetanei; di fatto, la versione di Raoul sarebbe stata preordinata.

In aula saranno ascoltati i numerosi testimoni, per fare piena luce su una vicenda complessa, all’interno di una famiglia già segnata dalle violenze. 

 

Diego Neri

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