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Farmaco anti-pfas, test su volontari

Il depuratore di Acque del Chiampo: filtri a carboni attivi per bloccare le sostanze perfluoroalchilicheLo studio riguarderà chi ha tracce si pfas nel sangue.ARCHIVIO
Il depuratore di Acque del Chiampo: filtri a carboni attivi per bloccare le sostanze perfluoroalchilicheLo studio riguarderà chi ha tracce si pfas nel sangue.ARCHIVIO
Il depuratore di Acque del Chiampo: filtri a carboni attivi per bloccare le sostanze perfluoroalchilicheLo studio riguarderà chi ha tracce si pfas nel sangue.ARCHIVIO
Il depuratore di Acque del Chiampo: filtri a carboni attivi per bloccare le sostanze perfluoroalchilicheLo studio riguarderà chi ha tracce si pfas nel sangue.ARCHIVIO

Monitoraggio sulla popolazione della zona rossa con successiva somministrazione di un farmaco per ridurre la presenza di pfas nel corpo umano. È la ricerca predisposta dal team dell’Ulss 8 di sorveglianza sulla popolazione in tema di perfluori alchilici, guidato da Giampaolo Stopazzolo, insieme all’Università di Padova e proposto per il finanziamento alla Provincia e all’Agenzia Giada, progetto nato da anni in Valchiampo per la tutela dell’ambiente nell’Ovest Vicentino. Se n’è parlato in consiglio comunale ad Arzignano, quando nell’approvare il rinnovo della convenzione con l’Agenzia Giada il sindaco Giorgio Gentilin ha preannunciato la possibilità di finanziare una nuova ricerca in tema pfas «con una sperimentazione legata all’utilizzo di un farmaco, una resina a scambio ionico», ha precisato. Lo studio, con durata biennale, prevede di coinvolgere in tre diverse fasi, e su base volontaria, la popolazione della zona rossa, e quindi tra gli altri Lonigo, Brendola, Sarego, Alonte, Noventa, Asigliano. Previsti l’analisi sui liquidi organici dei cittadini in merito ai pfas e la somministrazione della Colestiramina, abitualmente utilizzata per ridurre il colesterolo. «Esistono già alcuni studi sugli effetti positivi nell’uso di tale farmaco per far diminuire la presenza dei perfluori alchilici nel corpo umano - spiega Stopazzolo, responsabile team sorveglianza popolazione pfas Ulss 8 - ma su un numero limitato di soggetti. Questo studio coinvolgerà, in persone che negli screening sul sangue già effettuati presentino una certa dose di pfas, una ventina di soggetti nella prima fase, 10 maschi e 10 femmine; una quarantina nella seconda; e un centinaio, nella terza. Si valuterà la presenza di pfas su urina, feci e saliva, quindi con analisi non invasive, e sarà verificata l’efficacia, che sarà diversa tra maschi e femmine, dell’effetto della somministrazione della Colestiramina». Il progetto è già stato presentato ai sindaci dei 17 comuni dell’Ovest Vicentino che aderiscono all’Agenzia Giada. «Stiamo aspettando la convenzione per formalizzare l’adesione al progetto - spiega Andrea Baldisseri, responsabile progetto Giada - l’Agenzia Giada viene finanziata dai Comuni con 50 mila euro l’anno destinati alla rete di monitoraggi sul territorio con l’Arpav. E in questo periodo siamo in fase di rinnovo da parte delle amministrazioni. Questa ricerca potrebbe rientrare nelle attività da finanziare per il 2019. Disponiamo tra l’altro anche di fondi straordinari, 100 mila euro, per progetti speciali e in base alle priorità annuali 50 mila euro potrebbero essere destinati a questa nuova proposta di studio biennale». «Sui temi riferiti ai pfas e ai loro effetti sulla popolazione c’è da sempre grande attenzione in Provincia - precisa Matteo Macilotti, consigliere provinciale delegato all’ambiente - con l’Agenzia Giada, oltre ai monitoraggi ordinari sull’ambiente e sulla qualità dell’aria nell’Ovest Vicentino, abbiamo finanziato uno studio sulle falde delle Valli del Chiampo e dell’Agno, giù fino ad Almisano, che ha già preso il via. La ricerca coinvolge, oltre all’Agenzia Giada, i gestori dell’Ovest e l’Università di Padova. Potremmo sostenere anche questo progetto, che ha una solidità scientifica, e che prevede un ulteriore monitoraggio». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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