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Cianci lascia dopo 10 anni Pioniere delle emergenze

Il primario del pronto soccorso Cianci lascia dopo dieci anni.  L.N.
Il primario del pronto soccorso Cianci lascia dopo dieci anni. L.N.
Il primario del pronto soccorso Cianci lascia dopo dieci anni.  L.N.
Il primario del pronto soccorso Cianci lascia dopo dieci anni. L.N.

«Vado via con grande dispiacere, ma ho costruito una squadra forte, valida, solida». Il dott. Vito Cianci, 56 anni, originario di Potenza ma padovano d’adozione, lascia dopo quasi 10 anni la direzione dell’unità operativa complessa di pronto soccorso degli ospedali del Distretto Ovest dell’Ulss 8 Berica. Dal 2 aprile assumerà il ruolo di direttore di pronto soccorso dell’azienda ospedaliera di Padova. «Una sfida affascinante, è il più grande pronto soccorso veneto. E ha fatto scuola». All’ex Ulss 5 arriverà il dott. Paolo Segalina, vice del pronto soccorso dell’ospedale di Vicenza. E al Cazzavillan di Arzignano troverà un reparto totalmente cambiato, per organizzazione strutturale e modalità di gestione, da quando nel 2009 Cianci approdò nell’Ovest Vicentino. «Grazie ad una ridistribuzione di locali e sistema di lavoro – spiega – ora il pronto soccorso dispone di un’area rossa per la gestione di 4 pazienti in contemporanea, codici rossi e gialli, e di un’area verde, con 3 ambulatori, per codici verdi e bianchi e in caso di necessità anche gialli. Al triage (sistema usato per selezionare i pazienti in base alla gravità: rosso, giallo, verde e bianco dal grado più evelavto a quello più basso, ndr) già dal 2010, ho introdotto l’operatività 24 ore su 24, prima solo diurna fino alle 21, fondamentale per un pronto soccorso con oltre 25 mila accesi all’anno. Un salto di qualità per la sicurezza». Ad Arzignano, nel 2018, il pronto soccorso ha registrato 32.788 accessi; a Valdagno 18.598 (che ora ha un suo responsabile) e a Lonigo, punto di primo intervento, 5.850. «Anche l’Obi, Osservazione breve intensiva, è un fiore all’occhiello al Cazzavillan - continua - con sette posti letto suddivisi in 4 ambienti: significa privacy e dignità del malato. Pure il triage è cambiato, in posizione centrale, aperto, una sorta di torre di controllo. E abbiamo creato una squadra di 35 volontari assistenti di sala tra Arzignano e Valdagno». Il pronto soccorso di Arzignano è stato il primo a realizzare nel 2012 il progetto pilota “Sale d’attesa” diventato poi linea guida per il Veneto dal 2014. «È nato per migliorare accoglienza e accesso del paziente al pronto soccorso, quindi triage, assistenza di sala e dotazioni tecnologiche, come i monitor con le indicazioni dei pazienti in attesa e in trattamento in base ai codici» di gravità. Il reparto dal 2016 è anche polo formativo per gli specializzandi di medicina interna e di medicina di emergenza-urgenza dell’Università di Verona. «In tre anni ne abbiamo avuti 54», precisa Cianci. Inoltre fa formazione ai medici di medicina generale e il tirocinio per il nuovo corso regionale di medici di pronto soccorso per i codici minori. «Passi importanti per un ospedale “spoke” (riferimento di area vasta, ndr) - conclude -. La direzione ha investito anche nelle ambulanze del 118. Ed è previsto, come a Vicenza, di introdurre l’auto medica. Si sta già lavorando sui percorsi per velocizzare ingresso e destinazione di riferimento per i pazienti con codici più bassi. Con l’oculistica è già operativo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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