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Allarme abbandono gatti «L’assistenza è a rischio»

In crescita il numero di gatti abbandonati rispetto al 2018.  ARCHIVIOL’esterno della sede Enpa del Rifugio del cane di Arzignano.  G.Z.
In crescita il numero di gatti abbandonati rispetto al 2018. ARCHIVIOL’esterno della sede Enpa del Rifugio del cane di Arzignano. G.Z.
In crescita il numero di gatti abbandonati rispetto al 2018.  ARCHIVIOL’esterno della sede Enpa del Rifugio del cane di Arzignano.  G.Z.
In crescita il numero di gatti abbandonati rispetto al 2018. ARCHIVIOL’esterno della sede Enpa del Rifugio del cane di Arzignano. G.Z.

L’abbandono di cani nei mesi estivi è un fenomeno in diminuzione, ma aumentano i casi di cessioni volontarie di animali d’affezione da parte di proprietari che non vogliono o non riescono più a tenerli con loro. La vera emergenza è rappresentata dai gatti: nel 2018 sono stati raccolti, dopo incidenti, abbandonati o feriti, 140 felini adulti e 679 piccoli, mentre quest’anno si è già arrivati ai 140 adulti dello scorso anno e 561 cuccioli. È questo il quadro fornito dai volontari della sezione Enpa che gestiscono il canile di Arzignano. «Nelle nostre zone - ha dichiarato la presidente Veronica Molinari - non esiste più il fenomeno dell’abbandono classico. E tanto meno è concentrato in estate. Ormai chi abbandona lo fa in qualsiasi momento dell’anno. I numeri dimostrano un andamento in decrescita rispetto all’anno scorso, ma soprattutto rispetto agli anni Novanta e ai primi Duemila. E se per questo potremmo essere soddisfatti, c’è un altro fenomeno che sta emergendo. Un metodo diverso che nella sostanza non cambia, ma che richiederebbe di rivedere il sistema. Sempre più persone si rivolgono al “Rifugio del cane” di Arzignano per cedere il proprio animale, gatto, cane, tartaruga o coniglio che sia. Essendo cani di proprietà non vengono ritirati dai Comuni e nei casi più gravi in cui ci rendiamo conto che la motivazione è reale ce ne facciamo carico come associazione. Chiaramente non possiamo accettare tutte le richieste, che ormai sono almeno 4 o 5 a settimana, che vengono vagliate. Abbiamo creato una lista d’attesa e quando i posti ce lo permettono li facciamo entrare. Vivendo di donazioni, con le nostre sole forze, è molto difficile far fronte a questa situazione. Sono i cosiddetti “casi sociali”, non contemplati, salvo rare eccezioni, dalle istituzioni». Si tratta di animali di anziani che entrano in casa di riposo e di persone che si trasferiscono all’estero per lavoro o che rimangono senza occupazione. «Le entrate, tra abbandoni e casi sociali, sono talmente tante che i box non sono più sufficienti», aggiunge Molinari. Ma la vera emergenza sono i gatti. «Non abbiamo un posto dove tenerli fino all’adozione e le case delle volontarie di “Gattoovest” che si occupano di loro sono ormai piene. Mancano politiche di sterilizzazione, gattili e convenzioni per affrontare la questione. I recuperi delle cucciolate gettate nei posti più disparati o dei gatti malati o feriti vengono fatti dai volontari che si sobbarcano tutte le spese. Qualsiasi intervento veterinario è a carico nostro. È necessario affrontare il problema del randagismo felino come si è fatto per quello dei cani», spiega la presidente dell’Enpa di Arzignano. E poi ci sono gli animali non convenzionali. «Tra luglio e agosto si è assistito ad un abbandono eccezionale di tartarughe d’acqua. Il 31 agosto scadeva il termine per denunciarne il possesso al ministero dell’Ambiente e i possessori se ne sono disfatti. Per fortuna l’estate sta finendo e le adozioni, dopo le vacanze, stanno riprendendo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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