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L'intervista

Alessia Cappello, l'assessore castellana a Milano: «Io, nella giunta di Sala per un’Italia più aperta»

La montecchiana Alessia Cappello con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala
La montecchiana Alessia Cappello con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala
La montecchiana Alessia Cappello con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala
La montecchiana Alessia Cappello con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala

Una montecchiana alla corte di Beppe Sala. È Alessia Cappello, 36 anni, che è entrata nella giunta milanese con gli assessorati dello sviluppo economico, politiche del lavoro, moda e design. Nata a Montecchio Maggiore, a 18 anni si è trasferita a Milano per studiare all’università Cattolica, poi il lavoro in una multinazionale e l’impegno come portavoce dei Riformisti e coordinatrice di Italia Viva Milano.

 

Come nasce il suo impegno in politica?

Lo devo a tre donne: mia madre, Igea Romeo (ex consigliere comunale con “Vivi Montecchio” ndr), la mia insegnante di storia e filosofia del liceo Pigafetta, prof. Poncina, che a scuola ci faceva leggere il giornale e stimolava i dibattiti sull’attualità, e il ministro Elena Bonetti.

 

Dove ha conosciuto il ministro?

Per anni sono andata alla Leopolda, fra il pubblico, ad ascoltare. Ma senza iscrivermi a nessun partito, ero semplicemente interessata. Poi, con delle amiche, ho aperto a Milano il mio comitato civico sulle pari opportunità in ambito lavorativo-professionale. E ho organizzato degli eventi. Ad uno di questi fra il pubblico c’era Elena Bonetti, che ancora non era ministro alla famiglia e pari opportunità. Abbiamo fatto amicizia ed è stata lei a spingermi verso la politica attiva.

 

Come è entrata nella giunta meneghina?

Sono coordinatrice di Italia Viva a Milano e portavoce dei Riformisti la lista che metteva insieme Azione, Iv e + Europa con dei gruppi civici. In fase pre-elettorale mi ero fatta conoscere per aver partecipato al lavoro di coordinamento e di coalizione.

 

Lei ha degli assessorati importanti come moda e lavoro...

La moda è la seconda industria del Paese ed è, con il settore terziario, una parte fondamentale dell’industria italiana. E Milano si è tanto distinta in questi anni, basti pensare alle Fashion Week o anche alle Design Week. La moda ha sofferto tantissimo durante la pandemia però è molto reattiva a cogliere le tendenze e gli stili nel mondo. Credo che moda e design possano essere il volano della ripartenza economica e caratterizzare il prossimo quinquennio per la città.

 

Anche nel Vicentino la moda è importante con molte aziende tessili. Crede che ci potrà essere qualche collaborazione più ravvicinata?

Certo. Sono sempre stata pronta a fare squadra; credo che in questo periodo si stia giocando la ripartenza non solo di Milano ma di tutto il nostro Paese ed è fondamentale aprire alle collaborazioni.

 

Parliamo di politica: cosa le piace di Matteo Renzi e cosa apprezza del sindaco Sala?

Quello che mi ha avvicinato e tutt’oggi mi tiene vicina a Renzi è la visione dell’Italia che lui ha: un Paese innovativo, aperto al mondo, punto di riferimento nel mondo e di qui lo sviluppo economico dal made in Italy alla cultura, dal turismo alla moda. Credo che mi troverò bene con il sindaco Sala perché entrambi veniamo da un’esperienza manageriale. E’ concreto, parla poco e fa tanto. Chi lavora in azienda è abituato ad avere un obiettivo e di perseguirlo, ad essere pratico e portare a casa il risultato ed attuarlo.

 

Lei è passata da Montecchio a Milano. È stata dura?

Avevo appena compiuto 18 anni ed è stato un salto, ma non sono stata la prima né sarò l’ultima sono tanti i ragazzi che non solo lasciano il loro paese per una grande città, in molti vanno all’estero. E’ stato istruttivo perché sono passata dalla casa dei miei genitori, con mamma che cucinava, a dovermela cavare da sola per tutto. Ricordo quando ho preso per la prima volta la metropolitana, avevo il cuore in gola...

 

Cosa la lega ancora alla città castellana e cosa le manca di più?

Prima di tutto la famiglia, poi ho gli amici che frequento sempre e spesso faccio acquisti a Montecchio. Ho sempre nostalgia dello spritz e dei bigoli all’arna (ride).

Antonella Fadda

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