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Nanto

Versa l'Iva aziendale, Zancan assolto in aula

Il gioielliere Robertino Zancan all'ingresso della sua oreficeria a Nanto
Il gioielliere Robertino Zancan all'ingresso della sua oreficeria a Nanto
Il gioielliere Robertino Zancan all'ingresso della sua oreficeria a Nanto
Il gioielliere Robertino Zancan all'ingresso della sua oreficeria a Nanto

«Sono nato onesto e morirò onesto». Lo ha detto ieri Robertino Zancan, dopo aver ottenuto l'assoluzione dal giudice Lagrasta, Il noto gioielliere era finito a processo per non avere pagato l'Iva aziendale entro la fine del 2017: lo ha fatto a rate, anzi anticipando le date previste, estinguendo il reato. Lo ha dimostrato in aula, con l'avv. Marco Dal Ben, producendo tutte le quietanze dei circa 860 mila euro versati all'Agenzia delle entrate. D'altronde la determinazione l'ha sempre fatta vedere, e non solo a parole.

Zancan, 57 anni, di Nanto, titolare della "Zancan srl" di Ponte di Nanto, è un volto noto alle cronache. Perlopiù, suo malgrado. Ha subito infatti diverse rapine, non solo in negozio ma anche in casa, e ha intrapreso una personale battaglia da un lato contro la criminalità, a suo dire troppo poco combattuta dalla legge, e dall'altro a favore della legittima difesa. Lo ha fatto quando Graziano Stacchio, il benzinaio titolare della pompa a fianco della sua oreficeria, aveva sparato per difendere le sue dipendenti aggredite da un commando armato, e aveva ucciso uno dei banditi. Da allora, non perde occasione per sottolineare che è necessario che quando lo Stato non riesce a proteggere i cittadini, a questi ultimi sia consentito farlo da soli, se aggrediti. In questo caso, però, Zancan, orafo di successo, più volte parte offesa contro gruppi criminali, sedeva dalla parte dell'imputato. La magistratura infatti gli contestava un'ipotesi di evasione fiscale: da amministratore unico della ditta omonima, non aveva versato, entro la scadenza prevista, l'Iva dovuta all'erario sulla scorta della dichiarazione dei redditi dell'anno precedente. Dai calcoli dell'Agenzia delle entrate, si trattava di poco più di 777 mila euro. L'amministrazione finanziaria si era accorta del mancato pagamento e lo aveva segnalato. Il magistrato, vista la documentazione, aveva chiesto e ottenuto il processo, che era iniziato nei mesi scorsi.

La difesa Zancan ha sottolineato le difficoltà di liquidità incontrate in quel periodo. Da un lato una flessione del settore orafo, dall'altro alcuni insoluti da parte di importanti clienti internazionali, lo avevano messo temporaneamente in crisi. A questo si aggiunga, evidenziava la difesa, la rigidità delle banche che non avevano agevolato l'accesso al credito per l'imprenditore, che si è trovato nell'oggettiva impossibilità di rispettare le scadenze. «Non sono un evasore fiscale - ha detto -. Sono una persona per bene che ha sempre rispettato le regole e che semmai si arrabbia con chi non le rispetta. In un momento di difficoltà, non dipeso da me, ho preferito pagare gli stipendi ai miei dipendenti, che devono mantenere le loro famiglie, rinviando il versamento dell'Iva. Ma subito dopo mi sono presentato all'Agenzia delle entrate e ho raggiunto un accordo per rateizzare. Ora ho pagato tutto». Assolto.

Diego Neri

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