<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Grisignano di Zocco

Senegalese un tempo abusivo torna al "Soco": «Ora espongo da regolare»

Mor Thiam dietro il suo banco con Lorenzo Dainese
Mor Thiam dietro il suo banco con Lorenzo Dainese
Mor Thiam dietro il suo banco con Lorenzo Dainese
Mor Thiam dietro il suo banco con Lorenzo Dainese

Si dice che alla Fiera del Soco si possa trovare di tutto. Ed è vero: oltre alle cose materiali, però, si può incappare anche in curiose storie di vita. Come quella di Mor Thiam, 50 anni, senegalese, passato dall’essere un venditore abusivo in perenne fuga dai vigili a piccolo commerciante con tutti i documenti in regola e partita Iva e pec in bella mostra. 

La storia di Mor

«La prima volta che sono stato alla Fiera del Soco era il 1994. Ero un irregolare, un “vu cumprà”», racconta ridendo dalla sua bancarella posizionata lungo via Beggiato, dove vende centinaia di oggetti provenienti dall’Africa. La storia di Mor inizia a Dakar, capitale del Senegal, dove suo papà gestiva una galleria d’arte dedicata alla cultura africana. «A 17 anni sono andato in Francia per studiare arte. Mi sono reso conto che molti erano affascinati dalla cultura africana, per questo ho iniziato a farmi spedire da mio papà oggetti tipici da esporre nei musei». Maschere di ogni forma, statue raffiguranti divinità tribali, amuleti colorati e feticci intagliati nel legno: ogni oggetto esposto da Mor, racchiude una moltitudine di storie. «Nel 1992 mi sono trasferito a Milano e, grazie a una splendida famiglia adottiva, ho messo radici in Italia». 
Il senegalese ha continuato a studiare, incontrando sempre più persone incuriosite dagli oggetti della sua terra. «Negli anni Novanta la comunità senegalese a Milano era piccolissima. Per questo c’era tanta curiosità. Venivo chiamato da collezionisti e critici d’arte per presentare gli oggetti». Il passaggio dalla semplice esposizione alla vendita vera e propria, è arrivato proprio grazie alle fiere: «Ho iniziato a seguirne diverse, a Milano, Arezzo, Padova, Verona. Ma ero irregolare, non avevo il permesso di vendita. Alla Fiera del Soco arrivavo con i miei oggetti in un paio di borse, poi li posizionavo sopra un tappeto». Di qui, le fughe alla vista dei vigili: «La Fiera del Soco è grande, quindi scappavo facilmente (ride ndr). Però devo dire che erano tolleranti. Volevano solo che mi mettessi in regola». Grazie alla famiglia adottiva, «nel 1996 sono riuscito a iscrivermi alla Camera di commercio di Milano e ora ho la licenza di commercio su aree pubbliche». 

Il "Soco" nel destino

Il destino ha voluto che la strada di Mor si incrociasse nuovamente con quella della fiera grisignanese. «Quest’anno ero alla Fiera campionaria di Padova. Un signore mi ha fatto i complimenti per lo stand e mi ha chiesto di venire alla Fiera del Soco». Il senegalese non poteva sapere che quell’uomo era Lorenzo Dainese, già presidente della Fiera del Soco. «Era proprio lui che mi mandava i vigili nel 1994 - racconta divertito il venditore -. Quando gliel’ho raccontato ci siamo messi a ridere. Sono contento di partecipare alla Fiera del Soco, è bella come la ricordavo. Anche di più, perché ora posso tranquillamente salutare i vigili senza scappare».  

Marco Marini

Suggerimenti