Addio al “presidente eterno” delle Pro loco del Basso Vicentino, Lucio Penzo, 68 anni, spentosi martedì sera, sconfitto da quella malattia che ha combattuto per due anni. A piangerlo c’è la famiglia e la comunità di Nanto. Ma è l’intero Basso Vicentino a risentire di una perdita che legava un nome, quello di Lucio Penzo, al concetto stesso di vicentinità. Mercoledì quando la notizia della scomparsa aveva cominciato a diffondersi, è stata un’inondazioni di messaggi di solidarietà e cordoglio: dalle istituzioni, ai volontari, come dai tanti che l’anno avvicinato in quasi metà secolo di attività sociale, culturale, turistica e promozionale. Difficile quindi incardinare la figura di Penzo in un’unica categoria, visti i fronti su cui lui si muoveva con passione e capacità. Il suo tempo prima del recente pensionamento, era speso tra il lavoro bancario, quello del volontariato e il forno del panificio di famiglia. Tempo che a Lucio sembrava non bastasse mai, tanto da lamentarsi che non gli fosse stato dato il “dono dell’ubiquità”. «È una perdita umana, sociale e culturale di cui oggi non riusciamo a capire la portata - è il commento del primo cittadino di Nanto, Ulisse Borotto -. Per il nostro territorio, non solo quello provinciale, ma anche regionale, è come un terremoto. Tutto può rinascere, ma nulla sarà mai come prima». C’è poi un ricordo iconografico attorno alla figura di Penzo, che lo voleva piccolo di statura e pacioso, ma dal carattere granitico. Uomo d’azione tanto da farsi “guerriero” quando era chiamato a difendere le proprie posizioni in favore dell’ambiente, com’è stato per l’Alta Via dei Berici. «Anche in questo –sottolinea il sindaco di Villaga e coordinatore dei sindaci dell’Area Berica- si è sempre mostrato come l’uomo del territorio. Non sono mancati i confronti e gli scontri sull’Alta Via. Ne ho parlato con lui anche nel nostro ultimo incontro all’ospedale, sul presente e futuro dell’opera». C’è però un silenzio assordante quello che arriva oggi dalla sede della Proloco di Nanto, la base operativa da cui Lucio coordinava le tante sue manifestazioni. Qui i soci Proloco non commentano, perché le lacrime aggrediscono le parole. «Viveva per le Proloco, tanto da rappresentare la sintesi di luoghi, cultura, naturalismo e prodotti locali. Lucio era l’uomo-macchina del volontariato, –aggiunge Bortolo Carlotto, presidente dell’Unpli di Vicenza-, e sarà arduo per noi poter dare continuità ed energia come sapeva fare lui alle sue tante iniziative. Lui che è stato tra i padri dell’Unpli provinciale e regionale, fino a rappresentare il Veneto in sede nazionale». «Persone così capaci, ostinate e volitive, sono sempre più rare nel mondo del volontariato - gli fa eco il trevigiano Giovanni Follador, presidente Unpli regionale -. Lucio è stato l’uomo del Basso Vicentino, ma anche il rappresentante del Veneto a livello nazionale». Domani alle 10 alla parrocchiale i funerali. • © RIPRODUZIONE RISERVATA