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Salvarono l’amico Davide e Andrea cittadini esemplari

Davide e Andrea Caron con il sindaco, il dg dell’Ulss 8 e la volontaria che insegnò le tecniche salvavita
Davide e Andrea Caron con il sindaco, il dg dell’Ulss 8 e la volontaria che insegnò le tecniche salvavita
Davide e Andrea Caron con il sindaco, il dg dell’Ulss 8 e la volontaria che insegnò le tecniche salvavita
Davide e Andrea Caron con il sindaco, il dg dell’Ulss 8 e la volontaria che insegnò le tecniche salvavita

Dagli occhi terrorizzati a quelli illuminati di gioia. I primi per essere stati testimoni di una tragedia. Poi per sentirsi riconoscere pubblicamente, nella sala consigliare del municipio, il valore di aver salvato una vita. Poco più di un mese fa la sfiorata tragedia che ha visto i due fratelli di Montegaldella Davide e Andrea Caron, uno di diciotto anni e l’altro di venti, salvare la vita dopo una rianimazione durata oltre mezz’ora, soli e in riva al fiume, al loro amico Riccardo Chimento, 17 anni di Grisignano di Zocco, svenuto e finito in acqua per un improvviso malore. Era il 20 aprile scorso, dopo una notte trascorsa in riva al Bacchiglione con un paio di amici di scuola, quando i fratelli si sono trovati di fronte alla peggiore delle situazioni. Una notte senza bagordi o eccessi, trascorsa a pescare poco distanti da casa e niente più, come certificheranno poi sanitari e carabinieri, finita nel peggiore dei modi. Solo la determinazione e preparazione acquisita tra le mura scolastiche, con l’assistenza telefonica poi dell’operatrice del pronto soccorso di Vicenza, hanno evitato il peggio, mostrandosi vitali per salvare la vita di Riccardo, uscito da pochi giorni dal reparto di rianimazione dell’Ospedale di Vicenza. Si parlò subito di “eroismo” dei due fratelli Caron. Di grande sangue freddo e preparazione. Tanto che oggi i medici ospedalieri parlano di “miracolo”, come di esemplare comportamento dei due giovani: «Se non fosse per loro – ha sottolineato il direttore generale dell’Ulss 8, Giovanni Pavesi, presente alla cerimonia con sindaco e assessori-, Riccardo non sarebbe oggi tra noi». «Un esempio di gioventù sana, preparata e altruista –sono state le parole del sindaco uscente Dainese-, di cui l’intera comunità di va orgogliosa». Nella sala consigliare gremita da parenti e amici, anche una sgargiante divisa arancione, quella della soccorritrice volontaria e formatrice di primo soccorso di Lonigo, Fiorella Capovilla che ha tenuto al più giovane dei fratelli, Andrea, studente all’ultimo anno nell’istituto leoniceno “Trentin”, un corso di primo soccorso. «È un’impagabile soddisfazione professionale, come la prova più concreta ed estrema, dell’importanza di preparare i ragazzi al primo soccorso», le parole commosse della volontaria. In prima fila anche il papà di Riccardo, Romano Chimento che dopo aver portato buone notizie sulle condizioni del figlio, in poche parole ha sottolineato il momento: «So di avere un figlio salvato da un gesto eroico, come pure due nuovi figli adottati». Parole che incorniciano il significato pieno di un bel gesto, mentre i due giovani ricevevano dalle mani del primo cittadino la targa ufficiale con due piccole chiavi dorate diventando, primo caso nella storia del Comune, “Cittadini onorari del buon esempio”. «Non chiamateci però eroi –la risposta di Davide-, siamo solo fortunati ad avere avuto una preparazione scolastica e una straordinaria assistenza da parte degli operatori del pronto soccorso, che ci hanno aiutato ad affrontare quello che non si può augurare neppure al peggiore dei nemici». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonio Gregolin

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