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Quarant’anni in politica «Stavolta però chiudo»

Il sindaco Paolo Dainese
Il sindaco Paolo Dainese
Il sindaco Paolo Dainese
Il sindaco Paolo Dainese

Con quarant’anni di attività politica, il sindaco uscente di Montegaldella, Paolo Dainese che ha rinunciato alla ricandidatura, è tra gli amministratori più longevi del Basso Vicentino. Dieci anni da sindaco, quindici come vicesindaco e prima da assessore. Cinque poi in minoranza. Curriculum che l’avrebbe portato a correre per il terzo mandato. Ma ha detto “no”, perché? «Perché sento tutti i quarant’anni di servizio al mio paese. Faccio un passo indietro e non di lato, come invece qualcuno dice, per un ricambio naturale e corretto». Che eredità lascia? Vivibilità, ordine e conti in regola. In questi anni ho lavorato per rendere il mio paese “vivibile”, senza esplosioni demografiche e urbanistiche, mantenendo uno standard ambientale e sociale più che dignitoso. Questo c’ha permesso di crescere in maniera sostenibile, garantendo e allargando i servizi ai cittadini. Sul piano economico c’è un bilancio in attivo, con importanti opere pubbliche realizzate: l’area cimiteriale. L’arredo urbano. Rifiuti riciclati ben oltre la media. La fibra ottica in arrivo a giugno. Attività artigianali che sono andate crescendo. Funzionalità e sicurezza per scuola e strutture pubbliche. La nascita della pro loco, protezione civile e gruppo anziani che mancavano. Uffici pubblici efficienti. Una piazzetta –da sempre chiesta-, con nuove linee d’illuminazione pubblica e il necessario restauro del Municipio. Senza trascurare l’importante battaglia che riguarda lautostrada Valdastico Sud, un tema particolarmente caldo. Quella “piazzetta” che è al centro delle polemiche elettorali per aver soppiantato lo storico campo sportivo? L’area sportiva era abbandonata da anni in uno spazio centrale del paese. Per riqualificare il campo sportivo sarebbero occorsi 700mila Euro. Chi poi voleva una piazza pensando solo ai parcheggi, resterà deluso. Quella che nasce è un’area verde, attrezzata per il sociale, che congiungerà due quartieri con un percorso pedonale, costato molto meno di quanto necessario per adeguare un impianto sportivo, già esiste nella vicina Montegalda. Ha sempre sostenuto il “No” alla fusione con Montegalda. Perchè? Lo rivendico con forza e la storia mi sta dando ragione. Si veda il caso di Longare-Castegnero o Montegalda-Grisignano. Esistono realtà che per vari motivi hanno bilanci in sofferenza, ragion per cui la fusione ci sta. Montegaldella ha i bilanci in regola, capace di mantenere i servizi e magari potenziarli attraverso le convenzioni con altri comuni, come stiamo facendo da anni. Non vedo perché si debba parlare di fusione, col miraggio di acquisire fondi solo sulla carta, che non garantiscono i servizi per i cittadini. La accusano di non aver condiviso con la comunità i progetti, evitando assemblee pubbliche? Il Consiglio è emanazione diretta della cittadinanza, con gli amministratori chiamati a risolvere i problemi della comunità. Nei momenti critici non abbiamo esitato a consultare la cittadinanza, come tre mesi fa sulla questione rifiuti tossici A31. Cosa le rimane o non è riuscito a fare? Far chiarezza sul problema principale: conoscere cos’è finito sotto la Valdastico sud. Questione che ci vede impegnati in un importante processo giudiziario in corso, come unico Comune dell’area che ha avuto l’ardire di pretendere chiarezza in nome della salute pubblica. Soli e solo, perché i restanti comuni hanno scelto di astenersi. La salute però, è un bene che non può attendere». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonio Gregolin

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