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Prof e truffatore Mai visto a scuola per l’intero anno

L’insegnante calabrese assunto dall’istituto “Rosselli-Sartori” a Lonigo non si è mai fatto vedere.   ARCHIVIO
L’insegnante calabrese assunto dall’istituto “Rosselli-Sartori” a Lonigo non si è mai fatto vedere. ARCHIVIO
L’insegnante calabrese assunto dall’istituto “Rosselli-Sartori” a Lonigo non si è mai fatto vedere.   ARCHIVIO
L’insegnante calabrese assunto dall’istituto “Rosselli-Sartori” a Lonigo non si è mai fatto vedere. ARCHIVIO

Il malato immaginario. Altrimenti non si sarebbe potuta chiamare l'operazione della guardia di finanza di Reggio Calabria, che ha beccato un furbetto del cartellino all'ennesima potenza: un insegnante che, all'istituto di istruzione superiore “Rosselli-Sartori” a cui era stato assegnato lo scorso anno scolastico, non si è proprio mai fatto vedere, fingendosi gravemente ammalato, inviando di continuo certificati medici ma ricevendo regolarmente lo stipendio. A scomodare Molière, sono state le fiamme gialle del comando provinciale reggino, che hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di circa 15 mila euro, circa l'ammontare di nove stipendi, emesso dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria coordinata dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, nei confronti di P. B., insegnante 36enne, accusato dei reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e di false attestazioni e certificazioni. La misura cautelare reale eseguita rappresenta l’epilogo di articolate e complesse investigazioni, avviate a seguito di formale segnalazione dell’istituto scolastico leoniceno, coordinate dal procuratore aggiunto della procura della Repubblica di Reggio Calabria Gerardo Dominijanni, dirette dal sostituto procuratore Giovanni Gullo, e condotte dalla compagnia della guardia di finanza di Reggio Calabria. Il professor P.B. era stato assunto come docente al “Rosselli-Sartori” con un contratto a tempo determinato relativamente al periodo compreso tra l’ottobre 2018 e il giugno 2019, ma di fatto, in nessuno dei giorni ricompresi in tale arco temporale, l’insegnante era stato presente in servizio. P.B. aveva giustificato le sue ininterrotte assenze facendo pervenire all’istituto scolastico svariati certificati medici falsi che attestavano la sussistenza di una patologia grave a tal punto da richiedere il necessario ricorso ad un’apposita terapia salvavita. Tale prassi era andata avanti per tutta la durata dell'anno scolastico, ovvero dall'ottobre 2018 al giugno 2019, mentre l’insegnante continuava a percepire lo stipendio previsto per l’incarico scolastico ricoperto dallo stesso. I finanzieri, alla luce dell'anomala situazione, hanno acquisito documentazione e avviato accertamenti mirati, appurando la falsità del certificato medico “madre”, apparentemente rilasciato da un ospedale di Reggio Calabria, che attestava la presunta grave patologia di cui avrebbe sofferto l’insegnante. Sulla base di tale apparente quadro clinico “compromesso”, poi, il medico curante del docente provvedeva a produrre e a trasmettere telematicamente all’istituto scolastico leoniceno tutti i successivi certificati medici attestanti la necessità di terapie salvavita. In base a quanto riscontrato dalle fiamme gialle del capoluogo reggino, quindi, così facendo l’insegnante, sfruttando il proprio medico curante, dopo avergli presentato documentazione sanitaria falsa attestante una patologia grave, solo in apparenza sofferta, truffava di continuo il proprio datore di lavoro, riuscendo così a percepire fraudolentemente indebite somme a titolo di compensi stipendiali. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

L.Z.

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