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Polo universitario a Lonigo I corsi restano un mistero

L’aula dove secondo il Centro Consorzi si tengono le lezioni. L.Z.
L’aula dove secondo il Centro Consorzi si tengono le lezioni. L.Z.
L’aula dove secondo il Centro Consorzi si tengono le lezioni. L.Z.
L’aula dove secondo il Centro Consorzi si tengono le lezioni. L.Z.

C’è un evidente difetto di comunicazione tra i due enti che si occupano del funzionamento del nuovo polo universitario di Lonigo: la società Umanitaria della Scuola superiore P.M. Loria di Milano e il Centro Consorzi Alta Formazione di Sedico (Belluno). Mentre il professor Daniele Gallo, direttore didattico dell’Umanitaria, ha affermato l’altro ieri al nostro giornale che manca un decreto ministeriale che autorizzi la costituzione di una sede periferica e che quindi quello di Lonigo non è altro che uno sportello di orientamento, i responsabili del Consorzio la pensano in modo nettamente diverso e difendono la validità a tutti gli effetti di legge delle lezioni impartite a Lonigo. A sostegno di quest’ultima affermazione va registrato un concreto dato di fatto: ieri pomeriggio, al terzo piano di palazzo Pisani, in un’aula ben illuminata e riscaldata, dieci ragazzi ascoltavano con attenzione una professoressa che svolgeva regolarmente la sua lezione. Una scolaresca attenta, formata da ragazzi e ragazze provenienti dai dintorni di Lonigo, che hanno accolto con sorpresa e preoccupazione dal giornale le affermazioni del professor Gallo. Qualche stanza più in là, Francesca Ferrazza, responsabile per conto del Centro Consorzi della gestione amministrativa del polo universitario, conferma la legittimità del progetto. «Si sa fin dal primo momento – spiega Ferrazza – che quella di Lonigo non è una sede universitaria periferica ma un polo didattico di emanazione della società Umanitaria, alla quale i ragazzi che frequentano a Lonigo sono di fatto iscritti. È vero che per ottenere l’autorizzazione all’apertura di una sede periferica è necessario un decreto ministeriale ma, per un polo staccato, come è di fatto quello leoniceno, basta presentare al Ministero una domanda che, una volta verificato che tutto sia a norma, verrà concessa. Le nozioni che vengono impartite a palazzo Pisani sono perfettamente valide e propedeutiche alla preparazione degli esami che, stante l’attuale situazione, verranno probabilmente sostenuti nella sede centrale di Milano. Si cercherà di agevolare gli studenti leoniceni organizzando qui qualche sessione d’esame, ma la registrazione delle prove sostenute e la proclamazione di laurea avverranno a Milano». Quindi Ferrazza parla di polo didattico, mentre la più recente delibera della giunta Restello ha cambiato la denominazione in polo informativo, promozionale e di orientamento. Anche questo resta un passaggio tutto da chiarire. Rimangono dunque due versioni nettamente diverse che devono essere quanto prima chiarite per consentire al neonato ateneo leoniceno di sviluppare con tranquillità e profitto il suo percorso didattico e anche per giustificare la spesa di 70 mila euro stanziata da Comune per trasformare in sede universitaria il terzo piano del rinascimentale palazzo di piazza Garibaldi. La questione è da tempo al centro di un braccio di ferro politico tra il sindaco di Lonigo Luca Restello, ideatore e promotore del progetto assieme all’assessore all’istruzione Ivana Martelletto, e la sezione provinciale del Movimento 5 Stelle, da parte del quale sono state sollevate fin dal primo momento molte perplessità circa la validità dell’operazione. Con l’ultimo comunicato stampa di due giorni fa i pentastellati hanno ribadito la loro posizione chiedendo apertamente le dimissioni di Restello. Il sindaco rifiuta di entrare nel merito della questione e afferma: «Queste sono questioni di ordine penale che verranno risolte in tribunale. Ciascuno faccia la sua parte, ma sappia che di ogni suo atto dovrà rendere conto alla giustizia». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lino Zonin

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