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«Pfas da disastro ambientale, fate presto»

Acque del Chiampo ha inserito i filtri a carboni attivi. FOTO ARCHIVIOAcque del Chiampo ha installato i filtri a carboni attivi nell’acquedotto. FOTO ARCHIVIO
Acque del Chiampo ha inserito i filtri a carboni attivi. FOTO ARCHIVIOAcque del Chiampo ha installato i filtri a carboni attivi nell’acquedotto. FOTO ARCHIVIO
Acque del Chiampo ha inserito i filtri a carboni attivi. FOTO ARCHIVIOAcque del Chiampo ha installato i filtri a carboni attivi nell’acquedotto. FOTO ARCHIVIO
Acque del Chiampo ha inserito i filtri a carboni attivi. FOTO ARCHIVIOAcque del Chiampo ha installato i filtri a carboni attivi nell’acquedotto. FOTO ARCHIVIO

C’è anche Papa Francesco tra i destinatari di un documento depositato martedì scorso in comune a Lonigo, in cui il sindaco Luca Restello chiede il disastro ambientale per quello che sta avvenendo nel suo territorio e in tutta l’Area Berica a causa della contaminazione da Pfas. Un documento-diffida, in cui non solo si chiede di intervenire con la massima urgenza, ma che rivolge precise responsabilità se la salute pubblica verrà compromessa in futuro.

Un documento netto, senza se e senza ma, in cui si chiede ai ministri competenti e alla Regione di attivarsi presto per risolvere il problema che sta mettendo in ginocchio attività agricole e che sul piano sanitario sta allarmando tutto il Basso Vicentino, soprattutto a fronte delle ultime indagini del Ser (Servizio Epidemiologico Regionale) e degli studi emersi dal summit tra scienziati a Venezia di una settimana fa.

Da mesi il centralino del comune di Lonigo è subissato da telefonate e il sindaco Restello passa al contrattacco dopo che tutte le analisi e i test sui residenti dimostrano che la presenza di Pfos e Pfoa nel sangue è anomala, come l’ultima presentata a Venezia in cui si è dichiarato che il valore dei Pfas è trenta volte superiore alla media nei ragazzini, senza contare che l’indice di mortalità nei lavoratori della Miteni sarebbero 50 volte superiori rispetto alla media. E poi ancora patologie legate a disturbi cardiovascolari e al colesterolo, per non parlare dei pericoli non ancora certificati, che esistono sulla presenze di neoplasie, soprattutto sui tumori ai testicoli che indicherebbero un’incidenza maggiore nell’area berica rispetto ad altre zone. Tanto basta al sindaco per chiedere il disastro ambientale e insistere per la chiusura ed eliminazione di tutti gli scarichi inquinanti.

E poi il messaggio indirizzato alla Miteni: «Va rimossa la fonte della contaminazione principale, o ritenuta tale dagli atti e rilievi fatti finora». Insomma Restello chiede il trasferimento della Miteni «considerata ancora oggi una sorgente attiva dell’inquinamento». Una documento di diffida rivolto a Venezia e Roma, firmato anche dai comuni di Sarego, Noventa, Albaredo D’Adige, Bevilacqua, Pressana, Veronella e Zimella, in cui si chiede tra le altre cose di finanziare e realizzare rapidamente una fonte di approvvigionamento alternativo che possa garantire l’intera filiera agricola e soprattutto finanziare immediatamente il progetto preliminare delle opere connesse al canale Leb per l’irrigazione dei campi dell’area berica. «Saranno gli enti competenti - insiste Restello - i responsabili sul piano civile e penale, qualora ci fossero ritardi e negligenze. «In sintesi la dichiarazione di disastro ambientale – spiega il sindaco – è stata decisa a margine di una serie di precise richieste: bloccare definitivamente la fonte inquinante, ridurre da 500 a 100 la quantità di nanogrammi/litro di Pfas tollerati, realizzare nuove condotte che portino acqua non contaminata».

Una lettera che arriverà anche sulla scrivania di Luca Zaia che suona come una specie di ultimatum: «Nel caso del procrastinarsi dell’attuale situazione - fa sapere il sindaco Restello - il sottoscritto si vedrà costretto ad adottare un’ordinanza restrittiva dell’uso dell’acqua per tutelare la salute pubblica e l’intera filiera agricola compromessi da eventuali ritardi dei provvedimenti richiesti dai sindaci». Una partita sui Pfas e i più temibili Pfos che adesso vogliono condurre i sindaci, consapevoli che la questione ambientale non è più solo uno slogan da campagna elettorale.

Eugenio Marzotto

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