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Sossano

Muore in solitudine nel camper il bohémien seguace di Osho

L'intervento dei vigili del fuoco a Sossano e, a destra, Giuliano Tosatto
L'intervento dei vigili del fuoco a Sossano e, a destra, Giuliano Tosatto
L'intervento dei vigili del fuoco a Sossano e, a destra, Giuliano Tosatto
L'intervento dei vigili del fuoco a Sossano e, a destra, Giuliano Tosatto

Viveva solo per scelta ed è morto solo, dimenticato, in una delle torride giornate di questo agosto infernale. Morto nel suo vecchio camper, dove viveva da tempo.
Giuliano Tosatto, 75 anni, una vita da bohémien e con un’esperienza vissuta in Asia a seguire il pensiero di Osho, era deceduto da diversi giorni per cause naturali, dovute forse anche al grande caldo, nel mezzo parcheggiato da mesi in via Michelangelo nell’area comunale vicino villa Gazzetta.
Nessuno se ne era accorto, anche perché pare che l’uomo non avesse grandi frequentazioni in paese. Ma è bastato l’odore che usciva dal camper a far alzare il livello di attenzione. Ad allertare il sindaco Enrico Grandis giovedì mattina sono stati alcuni cittadini che non vedevano più in giro Tosatto e si sono allarmati anche per il forte odore che usciva dal camper.
La tragica scoperta è stata fatta attorno alle 12.30 dalla polizia locale Basso Vicentino. Dopo aver aperto la portiera del vecchio camper gli agenti si sono trovati di fronte il corpo del pensionato in avanzato stato di decomposizione anche per le alte temperature. A quel punto i vigili si sono fermati e hanno fatto intervenire i vigili del fuoco, che sono attrezzati per questo tipo di interventi. Il recupero della salma dunque è stato effettuato con i respiratori dai pompieri di Lonigo. Trasferitosi negli anni Cinquanta con i genitori e un fratello e due sorelle maggiori da Sossano a Cassano Magnago, nel varesotto, dopo gli studi universitari a Trento e aver svolto vari lavori (giardiniere, cameriere, gestore di un bar) Giuliano Tosatto aveva soggiornato a lungo prima in India divenendo seguace del maestro spirituale Osho e poi in Cambogia per tornare a Sossano due anni fa con l’inizio della pandemia. Inizialmente era stato ospitato, almeno fino ad un anno fa, da una delle due sorelle. Poi con l’acquisto del camper era andato a vivere nel parcheggio di via Michelangelo e la sua frequentazione del paese non passava certo inosservata col suo abbigliamento un po' trasandato e la barba incolta.
«Una persona buona, ma con uno stile di vita decisamente agli antipodi rispetto ai nostri canoni e che non accettava aiuti di sorta» lo ricorda il nipote Lamberto Frison, consigliere della casa di riposo “Michelazzo”. 
«L’avevo incontrato qualche tempo fa e lui mi aveva parlato del contenzioso col venditore del camper col quale voleva svernare in Liguria. Era una persona un po' eccentrica senza dubbio, fuori dai nostri schemi di vita, cui piaceva vivere nel camper», sottolinea il sindaco Enrico Grandis precipitatosi sul posto appena saputa la notizia. «Dispiace naturalmente che sia morto così». 

Felice Busato

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