<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Mio figlio credeva in lei, s’era sentito tradito»

La scena dell’omicidio avvenuto in via Vespucci a Montegaldella
La scena dell’omicidio avvenuto in via Vespucci a Montegaldella
La scena dell’omicidio avvenuto in via Vespucci a Montegaldella
La scena dell’omicidio avvenuto in via Vespucci a Montegaldella

«No, mio figlio non era ossessionato da quella donna. Si era sentito tradito, questo sì. Era convinto che quella relazione proseguisse, che fosse quella giusta, e che i problemi si sarebbero risolti. Non so cosa gli possa essere accaduto in quei momenti, sono sconvolta per quello che è successo. Credeva in Mary e in quell’amore, e invece aveva capito che era tutto irrimediabilmente finito, e temeva che ci fosse un altro uomo di mezzo». Luisa Segnini, che lavora alla caserma Ederle, è una donna segnata dal dolore. Quando è stata sentita dai carabinieri nell’ambito delle indagini sulla tragedia di via Vespucci a Montegaldella faticava a trovare le parole. Suo figlio Luigi, camionista di 38 anni, è accusato di avere ucciso con almeno una dozzina di coltellate la sua ex convivente Marianna Sandonà, 43 anni, operaia nella sua stessa ditta, e di aver tentato di uccidere anche Paolo Zorzi, 45, di Cervarese Santa Croce, che lei aveva chiamato come testimone per la restituzione di una serie di oggetti che appartenevano a Luigi. Il dramma è avvenuto sabato pomeriggio proprio durante la seconda fase della restituzione; il primo giro, al mattino, tutto era filato liscio. Ma i rapporti fra i due ex erano tesi, come dimostra la presenza di un testimone, la scrittura privata che Marianna aveva preparato, i consulti con gli avvocati. Ora Segnini è ricoverato in stato di detenzione all’ospedale di Padova. Dopo aver accoltellato Marianna e Paolo, con la stessa lama si è procurato due gravi ferite al collo. Ha rischiato la vita, ma dovrebbe cavarsela; quando si sarà ripreso sarà accompagnato in carcere. Difeso dall’avv. Paolo Mele junior, valuterà se farsi interrogare; la convalida è avvenuta mentre lui era in coma farmacologico. Il pubblico ministero Hans Roderich Blattner, che coordina l’indagine dei detective del tenente colonnello Giuseppe Bertoli e del luogotenente Emanuele Contessa, ha espresso l’intenzione di sentire anche Zorzi, quando starà bene; la sua testimonianza è ritenuta assai preziosa, anche se gli inquirenti hanno molto materiale sulla doppia aggressione di sabato. Notizie preziose per le indagini giungeranno anche dall’autopsia sul corpo di Sandonà, che è però slittata di qualche giorno per ragioni tecniche; potrebbe essere eseguita dal dottor Cecchetto di Padova, incaricato dal magistrato, fra domani e sabato. Le parti - la famiglia di Marianna, che vive a Grisignano, è assistita dall’avv. Giuliano Tiribilli - potranno nominare un proprio consulente che vi prenda parte. Spera che il figlio possa riprendersi e di andarlo a visitare invece Luisa Segnini, che non sa darsi pace per il comportamento del figlio. «Aveva trovato un lavoro che gli piaceva, e con quella donna pareva aver costruito un rapporto solido. In questi due anni me ne aveva parlato sempre con entusiasmo. Quando lei lo ha lasciato si è sentito cadere il mondo addosso. È tornato a casa, e a quell’età è una sconfitta. Lo vedevo scosso, era dispiaciuto perchè si sentiva tradito: lui aveva creduto in quella relazione, ed era convinto che lei non avesse fatto altrettanto». I parenti di Marianna hanno spiegato invece che per lei c’era un’incompatibilità di carattere che aveva fatto sì che la relazione si consumasse un po’ alla volta. Certo, nessuno poteva immaginare la tragedia: non c’erano stati episodi di violenza, la conflittualità era emersa solamente nelle ultime settimane, dopo la fine della convivenza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Diego Neri

Suggerimenti