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Mafia e rifiuti, denunciati 2 bancari

La guardia di finanza davanti al capannone sequestrato ad Asigliano, strapieno di rifiuti
La guardia di finanza davanti al capannone sequestrato ad Asigliano, strapieno di rifiuti
La guardia di finanza davanti al capannone sequestrato ad Asigliano, strapieno di rifiuti
La guardia di finanza davanti al capannone sequestrato ad Asigliano, strapieno di rifiuti

Fu Unicredit a segnalare per prima la presenza di rifiuti nel capannone di Asigliano, dando il via all’indagine della guardia di finanza che ha portato al sequestro dell’immobile, di 3 mila metri quadrati, in cui erano stipare 600 balle di immondizia per circa 900 tonnellate, provenienti dalla Campania e in odore di criminalità organizzata. Ma la Finanza, in uno dei filoni di quell’indagine, ha provveduto a segnalare alla procura due funzionari della banca, che avrebbero disatteso le richieste del Comune di far sgomberare l’area dai rifiuti in tempi brevi. I bancari ribattono che lunghi sono stati i tempi per ottenere il dissequestro, necessario alla bonifica, mentre sono in corso le indagini per far luce su chi abbia trasportato lì le balle, contenenti anche materiale nocivo (Legambiente segnala la presenza di amianto). Lo stabile era di proprietà di Unicredit, che l’aveva dato in gestione alla “Abaco team” di Milano, che si occupa della manutenzione degli stabili. Quella struttura, all’incrocio fra via Cà dell’Oro e via dell’Industria, era stata data in leasing ad una ditta poi fallita, ed era quindi tornata alla banca. «Unicredit Leasing evidenzia di essere rientrata in possesso dell’immobile in seguito al default della società a cui era stato precedentemente concesso in leasing - si legge in una nota -. Il 23 luglio personale della “Abaco team”, a cui era stata affidata la gestione del compendio, rinveniva la forzatura del portone di accesso e, a seguito di ispezione, rinveniva rifiuti abbandonati all’interno. Il 30 luglio, Unicredit Leasing, per mezzo di “Abaco”, provvedeva a depositare denuncia contro ignoti. D’accordo con le autorità competenti, lunedì scorso è stato dato l’avvio alle necessarie attività di analisi e caratterizzazione propedeutiche allo smaltimento e bonifica del sito. Unicredit Leasing, parte lesa, si è resa immediatamente attivata per la bonifica e salvaguardia dell’intero sito». Come noto, si tratta del secondo sequestro analogo nel Vicentino, dopo quello compiuto sempre dalla Finanza, con la squadra mobile della questura, di un capannone di Gambellara dove erano state stoccate 587 tonnellate di rifiuti, sempre di provenienza campana. Circostanze che fanno ipotizzare la lunga mano della camorra nel traffico illecito di rifiuti, e che in altre regioni ha visto capannoni dati alle fiamme per smaltire l’immondizia illegalmente. Sulla questione ieri è intervenuta anche Legambiente. «Sono noti i traffici di rifiuti che dal Nord, negli anni, sono stati smaltiti illegalmente al Sud. Stavolta però è accaduto il contrario. Si tratta della dimostrazione che la mafia nel Nord è molto attiva sul fronte del trattamento illecito dei rifiuti». Per affrontare questo problema Legambiente «chiede da tempo che sia messa in campo una grande operazione di formazione per tutti gli operatori del settore (magistrati, forze di polizia e tecnici delle Arpa) sulla legge che deve essere conosciuta per sfruttarne le potenzialità. Chiede inoltre che sia migliorata e definita nei dettagli la normativa sui reati ambientali». Legambiente ha attivato il progetto “VolontariPerNatura” per «raccogliere segnalazioni e denunce relativamente alla presenza di discariche abusive di rifiuti pericolosi», anche con una app e su internet. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

D.N.

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