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Barbarano Mossano

La passione per i cappellini diventa una collezione

Patrizio Pegoraro con alcuni dei suoi cappellini (Foto Garon)
Patrizio Pegoraro con alcuni dei suoi cappellini (Foto Garon)
Patrizio Pegoraro con alcuni dei suoi cappellini (Foto Garon)
Patrizio Pegoraro con alcuni dei suoi cappellini (Foto Garon)

Il collezionista è una persona speciale, sa vedere le cose con occhio innamorato. Alberto Bolaffi, che sul collezionismo ha fondato un impero commerciale, diceva che collezionare significa accumulare esperienze, raccogliere e comunicare. Insomma, è un mondo a volte vario e bizzarro quanto le idee e le ispirazioni di turno delle persone che lo animano. 
Tutto questo per presentare una collezione che definire originale è riduttivo. Intanto il protagonista. Lui è Patrizio Pegoraro, un personaggio che a Barbarano Mossano è presente in tutte le manifestazioni con addosso l’uniforme della Protezione civile. Attivista della Lega dagli inizi, con due mandati di consigliere comunale, prima con sindaco Boaria, tra i banchi di maggioranza, e oggi tra gli rappresentanti della minoranza. Ma Pegoraro è anche animatore del Club “Over 100”, quelli della “cintura slacciata” bolidi che collezionano chili e festeggiano ogni anno il mantenimento del traguardo. 
Ma oltre alla cucina ha un’altra passione, iniziata da ragazzo, ed è collezionare cappellini col frontino. Sembra banale come oggetto, ma è un insieme di colori, fantasie e storia. 
«Ne sono rimasto affascinato da ragazzo quando andavo da uno zio che allevava i cavalli – racconta Pegoraro –. Un suo amico mi regalò un cappellino con un logo di cavalli. Ecco, questo il mio numero uno». 
Da allora, più per passione che per mania, Patrizio si è divertito a raccogliere cappellini col frontino. In 40 anni è arrivato a trovarne ed esporne circa 700. Non a caso però, ma seguendo un percorso logico, infatti, spiega che «Non raccolgo tutto quello che capita ma devono avere un segno, un logo, un simbolo. Come espressione di qualcosa, sia commerciale o di appartenenza». 
E allora marchi di auto, moto, birre, telefoni, sagre e associazioni e molto altro. E scorrendo queste file interminabili di copricapi se ne trovano, letteralmente, di tutti i colori e le rarità non si contano. Alcuni esempi? Il berrettino rosso della Ferrari con la firma di Michael Schumacher, o quello giallo di Valentino Rossi. Oppure il cappellino dei vigili del fuoco di New York, gli eroi dell’11 settembre, o ancora quello dell’Fbi; tutti originali ovviamente, non roba da turisti. Curioso, e funzionante, un cappellino tecnologico, con un pannellino solare che aziona una piccola ventola per fare aria al viso durante le giornate di caldo. La sua collezione è anche una passeggiata storico-berica. Pegoraro ci mostra il pezzo del mitico Bar Paradise di Ponte di Nanto, ritrovo di giovani della generazione ante-spritz, chiuso da anni. E ancora la “bareta” della festa degli alpini del 1993 a San Pancrazio, quella della Fiera del Tartufo a Marana, la sagra di Mossano del 2000. E ha tenuto pure quello di una locale impresa di pompe funebri: ne fecero solo 50 esemplari, non li voleva nessuno. 
Quello a cui è più affezionato? «Uno fatto a mano da mia figlia Rachele all’asilo». Ci sono altri collezionisti di questo genere? «Non ne conosco – conclude Pegoraro - ma se ce ne fossero, li aspetto volentieri».  

Emilio Garon

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