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Lonigo

L'odissea della piccola Vittoria a Roma. «Città proibita per i disabili»

La piccola Vittoria con il papà che ha segnalato i problemi (Foto Zonin)
La piccola Vittoria con il papà che ha segnalato i problemi (Foto Zonin)
La piccola Vittoria con il papà che ha segnalato i problemi (Foto Zonin)
La piccola Vittoria con il papà che ha segnalato i problemi (Foto Zonin)

Da una settimana Vittoria Gelai, la bambina leonicena di sette anni con problemi di disabilità a favore della quale è sorto via social un gruppo di aiuto molto attivo, è a Roma per seguire una terapia riabilitativa in day hospital all’ospedale Bambin Gesù. La struttura dove Vittoria deve recarsi ogni giorno per seguire le cure si trova a Santa Marinella si trova a 60 chilometri dal centro della capitale, dove la bambina risiede assieme ai genitori Daniele e Asia. I tre compiono ogni giorno in treno questo lungo percorso, affrontando le difficoltà generate dalla carenza di strutture adatte allo spostamento dei disabili.

«Da cinque anni – spiega Daniele Gelai – ci rechiamo a Roma ogni tre mesi per accompagnare Vittoria al Bambin Gesù, punto di eccellenza in Europa le cure pediatriche; ed è da altrettanto tempo che troviamo il percorso ostacolato da barriere di ogni genere. Prendendo il treno alla stazione San Pietro, la più vicina alla zona nella quale abitiamo, per dirigerci verso Civitavecchia, non troviamo un ascensore che funzioni e nemmeno un servizio di assistenza per disabili che possa darci una mano. Fino all’anno scorso c’era una passerella sulla quale, scortati dalla polizia ferroviaria e dal capostazione, riuscivamo a spostarci da un binario all’altro. Ora quel passaggio di fortuna è stato eliminato e dobbiamo farci aiutare dai poliziotti per portare a braccia la bimba e la carrozzella su e giù per le scale».

La piccola Vittoria ha avuto durante la gravidanza dei problemi respiratori, a seguito dei quali le è stata diagnosticata una forma di paralisi celebrale. Le cure incessanti alle quali i genitori l’hanno sottoposta, grazie anche all’aiuto della catena di solidarietà “La scalata di Vittoria”, hanno fatto compiere alla paziente dei notevoli passi in avanti, ma il percorso riabilitativo continua. «Naturalmente la nostra bambina è solo una dei numerosi piccoli utenti del Bambin Gesù che devono affrontare questo problema - aggiungono i genitori. «Abbiamo segnalato da tempo il disservizio a chi dovrebbe provvedere, ma in cinque anni non abbiamo visto nessun progresso. Mi auguro che la segnalazione pubblicata dal Giornale di Vicenza possa contribuire a migliorare la situazione». 

 

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Lino Zonin

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