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L’assassino di Marianna è uscito dal coma

I carabinieri sul luogo del delitto avvenuto sabato pomeriggio
I carabinieri sul luogo del delitto avvenuto sabato pomeriggio
I carabinieri sul luogo del delitto avvenuto sabato pomeriggio
I carabinieri sul luogo del delitto avvenuto sabato pomeriggio

È uscito dal coma Luigi Segnini, il camionista di 38 anni accusato di avere ucciso la sua ex compagna, Marianna Sandonà, e di avere ferito gravemente Paolo Zorzi, l’amico che la stava aiutando durante il trasloco. Il presunto killer, dopo la duplice aggressione, si era infatti tagliato la gola tentando di uccidersi a sua volta. Ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Padova, dove era stato trasportato sabato pomeriggio con l’elisoccorso, è rimasto in coma sino alle prime ore di ieri pomeriggio quando invece ha ripreso conoscenza e a respirare autonomamente. Le sue condizioni restano comunque molto serie; anche nei prossimi giorni dovrebbe quindi rimanere nel reparto di Terapia intensiva. «È uscito dal coma - conferma l’avvocato Lorenzo Pellegrino, che stava seguendo Segnini nella fase della separazione con Marianna -. Sono stato in ospedale a trovarlo assieme alla mamma. Non può ancora parlare né vedere nessuno, ma le sue condizioni sono migliorate. Ora è cosciente e gli è stato anche tolto il tubo applicatogli durante le fasi di soccorso». Il giudice delle indagini preliminari della procura di Padova, l’altro giorno, mentre Segnini si trovava ancora in coma farmacologico, ne aveva convalidato l’arresto, in ospedale, così come richiesto dal pubblico ministero Hans Roderich Blattner, che coordina le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Vicenza. Il camionista, impiegato nella stessa ditta, la Dab di Mstrino, in cui lavoravano anche la sua ex e Zorzi, è accusato di omicidio volontario e di tentato omicidio. Intanto, ieri, è tornato a parlare il papà di Marianna, Marino Sandonà. Ricordando le ultime ore della figlia e anche il rapporto, ormai logoro, tra lei e Luigi. «Venerdì sera - ricorda il papà - Marianna era tornata a dormire a casa nostra perché uscendo si era chiusa fuori lasciando le chiavi nella toppa. Il giorno dopo, sabato mattina, quando era andato il fabbro gli aveva anche fatto cambiare pure la serratura perché temeva Luigi potesse avere una copia delle chiavi dell’appartamento». Marino racconta poi come la relazione tra la figlia e il suo ex fosse ormai irrecuperabile: «Lui vedeva solo i soldi. Marianna mi diceva che non le dimostrava più amore. Gli aveva anche detto “guarda che non sono la tua schiava”. Luigi le aveva anche mostrato la pistola che possedeva. Lei gli aveva detto di disfarsene perché aveva paura di quell’arma». Quindi Marino Sandonà parla anche del legame di amicizia tra Marianna e Paolo Zorzi, il collega 45enne che si trovava con lei sabato pomeriggio: «Erano buoni amici. Si erano aiutati a vicenda in passato. Non c’era nessuna relazione sentimentale tra loro. Paolo non era l’amante di mia figlia. Le stava solo dando una mano. Non voleva che lo facessi io perché sapeva che ho problemi di cuore e temeva mi arrabbiassi». •

Matteo Bernardini

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