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Montegaldella

L’allievo vicentino alla scuola militare targata Napoleone

Carlo Khalifa Bonan e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ieri a Milano per la cerimonia della scuola “Teulié”
Carlo Khalifa Bonan e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ieri a Milano per la cerimonia della scuola “Teulié”
Carlo Khalifa Bonan e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ieri a Milano per la cerimonia della scuola “Teulié”
Carlo Khalifa Bonan e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ieri a Milano per la cerimonia della scuola “Teulié”

Sui millequattrocento candidati che hanno sperato di poter entrare nelle due scuole militari d’eccellenza italiane, solo un centinaio sono quelli che vantano di essere stati ammessi: la Teulié di Milano e la Nunziatella di Napoli. Ieri mattina, davanti all’emblematico Arco della Pace del capoluogo meneghino, si è tenuta la cerimonia di giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana dei 44 allievi, tra cui 15 donne e 29 uomini, del corso “Ferrari III” della “Teulié” fondata nel 1802 sotto Napoleone Bonaparte. Alla cerimonia ufficiale, svolta nella forma più solenne dopo lo stop pandemico degli anni scorsi, il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e il Generale di Corpo d’armata Pietro Serino. Tra questi, nella storica divisa impettita, anche Carlo Khalifa Bonan, 16 anni, nato a Padova e residente da qualche anno a Montegaldella, unico vicentino del suo corso a spiccare tra i ranghi per la sua carnagione olivastra.
Figlio di un matrimonio misto, di madre senegalese e padre patavino, Carlo Khakifa ha giurato alla Repubblica in un clima di tensione internazionale che, nonostante gli inni della fanfara e un clima di festa, era nell’aria anche tra gli stessi allievi e numerosi genitori presenti in piazza. A sottolineare il particolare momento, le parole del Ministro Guerini: «È un momento solenne per tutti voi - ha detto rivolgendosi agli allievi - ma al contempo di grande tensione internazionale, di cui tutti siamo testimoni. Anche per questo, provo una speciale emozione a essere qui con voi oggi».
Tra i presenti, anche i genitori di Carlo, partiti all’alba da Montegaldella dove si sono trasferiti da qualche anno. È lui a correggerci, quando lo apostrofiamo come “cadetto”: «Per ora siamo solo allievi nei ranghi dell’Esercito» incalza Carlo, precisando che il suo curriculum è solo all’inizio. Davanti a sé, i primi due anni di scuola che equivalgono a un liceo statale, per poi diversificarsi nel successivo triennio prima di scegliere l’eventuale carriera militare in maggiore età. «È ancora presto per dirlo - aggiunge l’allievo - per ora mi godo gli insegnamenti della scuola militare, che è impegnativa, ma altrettanto stimolante pensando che fin da bambino ho sempre subito il fascino della divisa, anche se non ho parenti di carriera nella mia famiglia. Certo non mancano le privazioni della vita comune, quelle dei miei coetanei per capirci, compresa la lontananza dalla famiglia, ma so che io quanto loro siamo orgogliosi di questa scelta che spero di affrontare con la dedizione richiede».
L’atmosfera in piazza Arco della Pace è di quelle solenni in ogni sua gestualità, con l’apice della formula di giuramento dinanzi alla Bandiera d’Istituto e al Comandante della Scuola, colonnello Gianluigi D’Ambrosio, che sancisce l’ingresso a pieno titolo nella scuola, gioiello di formazione dell’Esercito Italiano. «Quando ho saputo del bando - conclude Carlo - non mi è parso vero poter partecipare. Così com’è stato quando ho ricevuto la lettera di ammissione». Per ora c’è da studiare e rispettare le regole: «È come un liceo, e per ora va benone, soprattutto nelle materie umanistiche. Ci saranno “giornate tattiche” extra scolastiche e delle settimane di attività militare (sugli scii in inverno). Quella che invece è una costante della scuola è l’attività fisica dentro e fuori il calendario scolastico, cosa che mi piace particolarmente». Ed è visibile osservando i fisici asciutti dei giovani allievi e allieve orgogliosamente schierati in piazza prima del tradizionale: “Sciogliete le righe”

Antonio Gregolin

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