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Area Berica

L’allarme dei sindaci: «Bollette raddoppiate, spegniamo i lampioni»

I sindaci spengono le luci, o perlomeno è questa l’intenzione espressa dalla delegazione di primi cittadini dell’Area Berica, che è stata discussa qualche giorno fa in prefettura alla presenza del vice prefetto, del questore, del comandante dei carabinieri e di quello della guardia di finanza. La proposta di tenere spenta l’illuminazione pubblica nelle ore notturne pare essere la risposta inevitabile all’aumento spropositato dei costi energetici. Il punto è fare i conti con i paletti normativi, primo fra tutti quello della legge regionale che non consente, per ragioni di sicurezza stradale, lo spegnimento alternato dei lampioni. 
«In questo periodo - spiega Eugenio Gonzato, sindaco di Villaga e presidente dell’Associazione Comuni Area Berica – ci siamo spesso confrontati tra sindaci sul tema del contenimento delle spese energetiche conseguente all’aumento delle bollette, quasi raddoppiate. La situazione è grave: corriamo il rischio di chiudere in dissesto finanziario l’anno 2022. Prima di farlo, vogliamo capire se si possono intraprendere azioni di contenimento dei costi. Le strade sono due: o aumentiamo a sproposito le tasse ai cittadini, cosa che in questo momento non riteniamo opportuna, oppure devono essere messe in atto delle azioni di razionamento energetico, come lo spegnimento dei lampioni». L’incontro è servito a valutare la fattibilità della proposta. L’ipotesi di uno spegnimento alternato dei lampioni cozza però contro la legge regionale: il cono d’ombra che si verrebbe a creare dall’alternanza dei punti luce accesi avrebbe conseguenze negative sulla sicurezza stradale. Resta dunque l’ipotesi estrema dello spegnimento totale. «C’è stato un confronto molto tranquillo – prosegue Gonzato -, nel quale ci sono stati forniti alcuni suggerimenti. Per esempio, se è vero che i furti avvengono anche di giorno, la mancanza di illuminazione può però intensificare il degrado in alcune zone pubbliche, dove magari si incontrano bande di giovani, e in tal caso sarebbe meglio mantenere qualche luce. L’idea iniziale era quella di spegnerla dall’una alle cinque di mattina. Dopo l’incontro in prefettura dovremmo rincontrarci tra noi sindaci, per arrivare a una linea comune, in quanto non c’è ancora l’unanimità sulla proposta».
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Noventa Vicentina, Mattia Veronese. «Quello che interessava maggiormente a noi sindaci era esprimere la nostra preoccupazione rispetto all’aumento delle bollette del gas e della luce – spiega Veronese - Vogliamo lanciare una provocazione, quella di dire che siamo costretti, a un certo punto, a spegnere i lampioni. Si tratta di una cosa che non vorremmo fare, perché sappiamo che è una cosa che andrebbe a creare disagio, soprattutto nei nostri comuni che sono sempre stati abituati all’illuminazione notturna. La soluzione deve fornircela lo Stato centrale, che deve venire incontro ai Comuni attraverso fondi specifici e importanti, perché finora hanno parlato solamente di ristori a famiglie e aziende, ma anche gli enti locali, nel loro piccolo, sono delle vere e proprie imprese: siamo il terminale dello stato nel territorio». Ora i sindaci intendono farsi sentire a Venezia e a Roma. «Il nostro compito è quello di formulare un documento – conclude Veronese -, nel quale sintetizzeremo quello che è stato detto durante l’incontro. La garanzia che abbiamo ricevuto è che verrà consegnato a Regione e Stato, affinché venga trovata una soluzione al problema. Potremmo anche arrivare a spegnere totalmente, magari una settimana, i lampioni, per dare una forte scossa all’opinione pubblica: mi auguro che non andrà così, ma che verremo ascoltati».

Francesco Brun

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