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Il vino crea lavoro «La scuola forma i profili più adatti»

Il settore vitivinicolo è alla ricerca di addetti qualificati.  ARCHIVIO
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In Veneto il comparto vitivinicolo è in grande sviluppo e si fa sempre più pressante l’urgenza di inserire nel ciclo produttivo giovani esperti e motivati in grado di produrre quel cambio generazionale di cui il mondo agricolo ha grande necessità. Per questo motivo è importante garantire ai ragazzi una formazione scolastica mirata che aggiunga all’insegnamento teorico delle valide competenze di applicazione pratica. È questo il tema proposto da un incontro di studio organizzato dalla scuola di formazione professionale gestita a villa San Fermo dall’Istituto Lodovico Pavoni. Il tema è stato discusso nella pittoresca Sala Rossa della villa da operatori della scuola, dell’impresa e delle istituzioni. Dopo i saluti del rettore provinciale dei Pavoniani Gianbattista Magoni, il docente Nicola Menti ha illustrato le finalità e il funzionamento dei corsi per operatore agricolo vitivinicolo attivi dal 2015 all’istituto Pavoni. Le relazioni sull’argomento all’ordine del giorno sono state svolte dal direttore della cantina “Vitevis Wine” di Montecchio Maggiore Alberto Marchisio, dal dirigente scolastico dell’Istituto agrario Trentin di Lonigo Michele Ceron e dal funzionario regionale della sezione formazione Fabio Menin. Tutti gli interventi hanno posto l’accento sulla necessità di inserire forze nuove nella realtà agricola veneta e nella coltivazione della vite in particolare, con l’obiettivo di far fronte alla continua espansione nella regione di questo particolare comparto agricolo: non solo tecnici preparati dal punto di vista scientifico ma anche operatori esperti nella manualità e nella pratica. Tre sono le caratteristiche che gli esperti hanno indicato come requisito fondamentale per rendere proficuo l’impegno dei ragazzi che si sentono portati verso questa attività: la curiosità per un’arte antica e sempre attuale come quella legata alla coltivazione dei campi; la determinazione nell’affrontare le sfide senza paura di rischiare e, nel caso di fallimento, trovando gli stimoli per ripartire con rinnovato entusiasmo; la dedizione al lavoro inteso come valore assoluto per la crescita dell’uomo e della società. Il tutto alimentato da un’elasticità mentale in grado di far fronte efficacemente agli stimoli continuamente proposti dalle innovazioni tecnologiche. Non tutti gli studenti sono portati per lo studio puramente teorico e per molti, specie tra quelli che vivono in un’azienda agricola e hanno fin da subito la possibilità di cimentarsi in attività pratiche, le ore trascorse a scuola possono diventare un tormento. Lo scopo delle scuole professionali consiste proprio nella volontà di fondere insieme studio e lavoro, impartendo le nozioni necessarie per una corretta conduzione aziendale senza trascurare un rapporto diretto con il lavoro in campagna. L’istituto Pavoni pratica con successo questa linea educativa offrendo a un numero sempre crescente di giovani la concreta possibilità di poter completare un ciclo di studi senza perdere di vista il contatto con il mondo agricolo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lino Zonin

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