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Grisignano

Il legionario Antonio riposerà al Vittoriale, dopo 101 anni si compie la volontà del Vate

Non torna propriamente a casa, ma ora potrà riposare nel luogo che gli ha assegnato la storia. Antonio Gottardo, nato il 16 agosto 1896 a Grisignano e morto a Fiume, Reggenza italiana del Quarnaro, durante il Natale di Sangue del 1920, da oggi raggiungerà il Vittoriale degli italiani, come desiderato dal suo compagno di battaglia e amico, Gabriele D’Annunzio. Il Vate, sul colle più alto del complesso di Gardone Riviera, aveva progettato dieci arche in cui ospitare in perpetuo i suoi migliori compagni di battaglia, perché potessero affiancarlo anche dopo la morte. Tra questi dieci, c’è anche il nome di Gottardo, sottufficiale dei Granatieri di Sardegna con il grado di sergente e capo della guardia di D’Annunzio. Come mai solo oggi, a 101 dalla sua morte? Prima, anche a causa dei trattati tra Italia e Jugoslavia, era difficilissimo, se non impossibile, traslare le salme dei caduti ma c’è anche da dire che Gottardo a Fiume ci viveva, aveva sposato una donna di lì e sempre lì è nata sua figlia, tre giorni prima che Gottardo morisse il 26 dicembre 1920, nel momento più critico del Natale di Sangue, per un colpo sparato dall’Andrea Doria contro il palazzo di Governo che ferì alla testa lo stesso D’Annunzio. Fino a qualche settimana fa, Gottardo riposava nella cripta della chiesa annessa al cimitero monumentale di Kozala a Rjieka, l’odierna Fiume. Per una serie di circostanze fortuite, all’inizio del 2021 il nipote di Gottardo, Roberto Manea, si è attivato contattando il presidente della Fondazione del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri che nel giro di 24 ore gli ha risposto avviando il rientro in patria della salma. «Io e mia sorella Alessandra siamo felicissimi, abbiamo coronato il sogno di nostra madre - racconta Manea - Mia mamma, la figlia di Antonio Gottardo, ha perso il papà quando aveva solo tre giorni. Non lo ha mai conosciuto ed è stata anche esule fiumana. Quando eravamo ragazzini, ogni tanto andavamo al Vittoriale e ricordo la delusione e l’amarezza di mia madre perché ci doveva dire che in quell’arca non c’era suo padre ma era vuota per ragioni politiche e di opportunità. Per una serie di casi puramente fortuiti, all’inizio di quest’anno, ho scritto una lettera al Vittoriale. Mi ha stupito la risposta immediata del prof. Guerri nell'arco di 24 ore e di là si è aperta tutta una via con Onorcaduti e il console italiano a Fiume. Il corpo del nonno, mentre in una prima fase era nel cimitero di Kozala a Fiume, poi è andato nelle cripta della chiesa, anche per prevenire vandalismi. Quando mia figlia è andata a Fiume, ha voluto vedere la casa e la tomba del suo bisnonno. Ha fatto alcune foto: in una targa si diceva che quello era territorio che onorava caduti italiani, in sostanza territorio italiano e questo ha facilitato molto le pratiche. Adesso è a casa e per me non ha prezzo poter coronare il sogno di mia madre. Un altro aspetto che mi colpisce: quando si parla del nonno, si pensa a una persona avanti con gli anni e che ha lasciato un segno. Il mio, a soli 24 anni, aveva fatto la Grande Guerra e aveva rinunciato al congedo per seguire fino alla morte il suo comandante. Tutto per un ideale».
Il presidente della fondazione del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, introduce così la giornata di domani che prenderà il via alle 11.30 proprio con l’alzabandiera e la tumulazione delle spoglie di Gottardo alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Grisignano, Stefano Lain, e del delegato della Provincia di Vicenza, Renzo Marangon: «Gabriele D’Annunzio scrisse, nell’atto di donazione del Vittoriale degli italiani “Tutto è qui da me creato o trasfigurato. Tutto qui mostra le impronte del mio stile, nel senso che io voglio dare allo stile”. Intatto eppure rinnovato, 98 anni dopo la donazione il Vittoriale prosegue l’opera del suo creatore. Antonio Gottardo, il sergente dei granatieri morto durante l’attacco al palazzo del Governo di Rume, nel Natale di Sangue, avrà nel mausoleo il posto scelto per lui dal suo comandante, completando il gruppo dei dieci compagni che D’Annunzio volle intorno a sé per sempre». La giornata di celebrazioni si concluderà all’auditorium del Vittoriale con una conferenza a cui prenderanno parte lo stesso Guerri con il noto storico Alessandro Barbero dal titolo “Dante e l’Italia”. Dopo la tumulazione di Gottardo, alle 12.30 sarà inaugurata la mostra Animula di Andrea Sbardellati e alle 15 sarà proiettato il documentario “Ali ribelli”. 

 

Karl Zilliken

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