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Acqua no Pfas nei campi Progetto da 70 milioni

Sono molte le opere in programma per la rete irrigua. ARCHIVIO
Sono molte le opere in programma per la rete irrigua. ARCHIVIO
Sono molte le opere in programma per la rete irrigua. ARCHIVIO
Sono molte le opere in programma per la rete irrigua. ARCHIVIO

Molta carne al fuoco, finanziamenti stanziati e da ricevere, progetti esecutivi approntati e presentati, grandi opere in cantiere, ma anche attenzione al prossimo appuntamento per il rinnovo delle cariche, fissato per la data imminente del 15 dicembre. Così il convegno di ieri a villa San Fermo, convocato per illustrare lo stato di avanzamento delle opere ideate per rendere più efficiente la rete idrica che alimenta l’agricoltura nei territori di confine tra le provincie di Vicenza, Verona e Padova, si è diviso in due parti ben distinte: una ufficiale e istituzionale che è servita ai responsabili dei tre Consorzi di bonifica delle aree interessate per illustrare l’operato svolto nel corso del loro mandato; e un’altra di contenuto esclusivamente tecnico per dettagliare la natura dei prossimi investimenti. Silvio Parise per “Alta Pianura Veneta”, Michele Zanato per “Adige Euganeo” e Moreno Cavazza per “Leb”, introdotti dal presidente di Anbi Veneto Giuseppe Romano e dopo il saluto del sindaco di Lonigo, si sono alternati al microfono per ripercorrere le diverse emergenze idriche verificatesi durante gli ultimi cinque anni, prima fra tutte quella legata all’inquinamento da Pfas della falda acquifera di Almisano di Lonigo che tanta preoccupazione ha destato nella tristemente nota “zona rossa”. Tutti gli intervenuti hanno espresso vivo ringraziamento all’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan. Per la Regione era presente in platea la consigliere Cristina Guarda. «Portare acqua pulita nei campi: questa – ha affermato Pan – è la nostra più urgente necessità. Tanto si è fatto per garantire la sicurezza dell’acqua ad uso civile e altro faremo per tutelare l’agricoltura, fondamentale comparto economico per la nostra regione. Sarà possibile ottenere questo risultato valorizzando il canale Leb, la colonna vertebrale del sistema irriguo veneto che porta l’acqua dell’Adige fino al Bacchiglione. Ci vorrà del tempo e serviranno molti soldi ma, sotto questo ultimo aspetto, i Consorzi si sono mossi con lungimiranza elaborando dei progetti esecutivi che faranno arrivare in Veneto la metà dell’intero finanziamento stanziato dallo Stato per gli investimenti irrigui». I dati forniti dai tecnici dei tre consorzi hanno completato il quadro informativo comunicando che si stanno avviando opere per un valore complessivo di 70 milioni di euro. L’investimento più costoso – di ben 42 milioni di euro – riguarda la realizzazione di una condotta sotterranea che porterà l’acqua pulita del Leb nelle Basse delle tre provincie. Intercettando il corso dell’Adige all’altezza di Cologna Veneta, il canale raggiungerà Merlara con un percorso in gran parte sotterraneo di 19 chilometri per immettersi nel canale Valbonella. Altri importanti interventi riguardano la manutenzione delle sponde e delle paratoie per aumentare la portata ed evitare dispersioni d’acqua. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lino Zonin

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