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DALLA PRIMA

LA DIFESA DEI VALORI LETTERARI IL PROGETTO

Non più dunque una storia dell’arte, coi suoi discorsi riflessivi sul classicismo, il romanticismo, l’espressionismo etc., ma una storia naturale dell’arte che proceda per strappi come la selezione naturale e in cui il valore delle opere sia determinato soltanto dal mercato. A pensarci bene, questo è il solo modo per cui un performer contemporaneo che si tagliuzza il corpo possa essere scambiato per un artista. Che questo mondo sottoposto alle leggi naturali del mercato costituisca una minaccia per l’arte e la letteratura è dato da questo: l’arte e la letteratura stanno da un’altra parte. Appartengono non a una mistica della natura, in cui è un presunto ordine naturale ineffabile a stabilire il valore, ma alla mistica della storia. Richiesto di dire che cosa è per lui la letteratura, Trevi una volta ha risposto: “è quell’attività al cui centro vi è il misticismo dell’individuo”. Una buona definizione. Un’opera è letteraria se presenta non semplicemente una storia ben narrata, apprezzabile con un clic, ma il misticismo dell’individuo, vale a dire quello che definiamo come un personaggio. Noi amiamo Anna Karenina, Raskol’nikov, Madame Bovary, Rocco Carbone e Pia Pera perché sono dei personaggi, sono cioè degli esseri umani con un loro disegno riflessivo, una loro condotta di vita, un’idea della vita e dell’esistenza, destinata all’affermazione o alla sconfitta non importa. Nessuno di loro ci dice qual è la verità del mondo, poiché non è dato non solo in letteratura, ma nella vita umana conoscerla, nondimeno la narrazione della loro forma di vita, dei loro pensieri, della loro fragilità e forza costituisce per noi un irrinunciabile valore conoscitivo. Un valore che a volte, come accade ad esempio con Raskol’nikov in Delitto e Castigo illumina la verità di un’epoca più di migliaia di saggi dedicati all’argomento. Nell’ambito che stava a cuore a Neri Pozza, in cui non è lo “spirito animale” dell’homo oeconomicus ad avere la meglio, ma lo “spirito riflessivo” dell’individuo libero, non si dirà, infatti, nulla sulla verità naturale del mondo, ma sulla verità storica del mondo sì, vale a dire sul rapporto che di volta in volta, secondo le epoche della storia, noi, esseri umani, intratteniamo col mondo. Alla luce di queste riflessioni, la “difesa dei valori letterari” appare per noi come un compito ancora più urgente e necessario di quello che si prefiggeva nel dopoguerra Neri Pozza. Lui apparteneva a un tempo in cui agli intellettuali, agli artisti e agli scrittori veniva riconosciuto il ruolo di custodi della cultura e del patrimonio spirituale del proprio Paese e di avere così voce in capitolo nelle dispute pubbliche. Noi abbiamo del tutto perso quest’aura. Ma la povertà spirituale in cui siamo non è del tutto malvagia. Come ebbe a dire Parise in un’intervista, la povertà favorisce l’ispirazione.

Giuseppe Russo
Direttore editoriale Neri Pozza

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