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A Operaestate festival la musica passa dal jazz alla classica passando per il contemporaneo

Ricco e variegato il programma dedicato alla musica, portando in scena talenti, del repertorio classico e contemporaneo, per una geografia musicale che amplia di anno in anno il proprio panorama.

Prestigiosa la presenza del batterista e compositore statunitense Makaya McCraven, che nelle sue rare date del tour italiano sceglie la città di Bassano del Grappa (23 luglio) per presentare il suo ultimo capolavoro In These Times, in cui trovano spazio le influenze musicali e culturali che caratterizzano questo gran visionario della musica. Makaya McCraven è considerato un vero e proprio astro nascente (così definito dai critici del magazine DownBeat, 2020), tra i più sorprendenti musicisti del panorama internazionale. Con lui sul palco straordinari musicisti: Marquis Hill alla tromba, Junius Paul al basso e Matt Gold alla chitarra. Makaya McCraven e un talento multiforme il cui processo creativo e le cui intuizioni sfidano sempre ogni categorizzazione. Nato in Francia ma cresciuto nella Pioneer Valley del Massachusetts da genitori musicisti, McCraven ha studiato jazz all’Universita del Massachusetts ad Amherst sotto la guida di luminari del jazz come Archie Shepp, Marion Brown e Yusef Lateef, ed in seguito ha sviluppato il suo stile nella fiorente scena di Chicago. Definito un “sound visionary” McCraven si muove brillantemente tra i generi, dilatando i confini del jazz e del ritmo per creare nuove forme.

Ospite del Festival, in prima nazionale, Lubomyr Melnyk (Bassano del Grappa, 17 luglio), altro importante innovatore nel panorama musicale contemporaneo, che presenta a OperaEstate un concerto a doppio piano, suonando live sulla registrazione di una traccia da lui stesso eseguita. Lubomyr Melnyk e un compositore e pianista di origine ucraina che si contraddistingue per la sua abilita nel suonare fino a 19 note al secondo con ciascuna mano. La sua tecnica che definisce “musica continua” e caratterizzata da note estremamente rapide che si seguono in serie complesse. Dopo aver studiato pianoforte ed essersi laureato in Latino e Filosofia al St Paul’s College di Winnipeg, nei primi anni ’70 si trasferisce a Parigi, dove si ritrova ad essere senza lavoro. Decide quindi di accompagnare al piano lezioni di danza per la compagnia della coreografa Carolyn Carlson, esperienza che diviene per lui una sorta di epifania: comincia cosi a suonare un nuovo tipo di musica spontanea e improvvisata, lasciandosi ispirare dalla danza in evoluzione abbandonando i rigidi canoni della musica classica. Attraverso una particolare tecnica, riesce a creare eco e riverbero creando un suono unico che si trasforma presto in un’onda ipnotica.

Protagonista anche la musica di sperimentazione strumentale grazie a Paolo Angeli (Bassano del Grappa, 3 agosto), candidato ai Grammy Awards 2023, che presenta Rade, il suo ultimo lavoro. inventore della la chitarra sarda preparata: uno strumento d’orchestra a 18 corde, ibrido tra chitarra, violoncello e batteria, con cui crea una musica sospesa tra free jazz, folk, pop, tra influenze sarde e d’avanguardia. Nella produzione musicale dell’artista l’improvvisazione ricopre un ruolo chiave. Questa, insieme alle contaminazioni con i ritmi del flamenco più antico, le suggestioni arabe, i ritmi balcanici, la musica nord africana, il post rock, il pop di ricerca, le avanguardie storiche e la musica della sua terra, fanno sì che la musica dell’artista sia unica nel suo genere.

Al jazz è dedicata anche una delle notti bianche bassanesi, il 12 luglio, con Bassano City of Jazz, un programma di street jazz curato dall’associazione under35 Bacàn. Un’autentica invasione pacifica a tempo di musica, per riempire la citta di suoni e melodie nel corso di un’intera serata, e per sfidarsi a colpi di note. Improvvisazioni e jazz standard, risuonano nelle piazze e nelle vie, nei luoghi simbolo della città e in quelli più inediti, per un ricchissimo programma che rende di Bassano, per una sera la città del Jazz.

Protagonisti, per la classica, l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius con una nuova produzione dei Carmina Burana di Carl Orff, in coproduzione con le stagioni operistiche di Padova e Treviso (Bassano del Grappa, 4 agosto). L’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius con il Coro Lirico Veneto, saranno protagonisti di una nuova produzione dei Carmina Burana di Carl Orff, in collaborazione con le stagioni operistiche di Padova e Treviso. Carmina Burana e il titolo (non originale) di una raccolta di componimenti poetici medievali ritrovata in Alta Baviera, nel 1803: alcuni di questi testi sono completati da una notazione musicale quasi impossibile da interpretare. Il compositore tedesco Carl Orff se ne occupo quindi in un’epoca in cui nessuna delle musiche originali era nota, ma fu attratto in particolare dalla varieta degli argomenti trattati nelle poesie: inizio dunque a elaborarne musicalmente alcune, fino a completare 24 brani, per la maggior parte con testo latino. Dopo la prima rappresentazione a Francoforte, Orff ottenne un grandissimo successo, e la cantata fu eseguita in altre città tedesche e successivamente anche in tutta Europa, imponendosi come un grande classico del Novecento.

Prezioso l’avvenimento musicale, che unisce la celebre orchestra de I Solisti Veneti guidata dal suo direttore Giuliano Carella in un programma d’eccezione e l’ambientazione in una splendida villa veneta, Villa Dolfin Boldu di Rosa (1 agosto). Tra le pagine musicali di straordinario virtuosismo dai grandi compositori del barocco veneziano, il Concerto op. 5 n. 2 di Tomaso Albinoni, stupendo esempio dello stile veneziano più puro, felice sintesi tra concerto e sonata, dove comincia ad emergere il violino solista in chiave virtuosistica. Di Giuseppe Tartini viene proposto uno dei suoi concerti piu celebri ed eseguiti: il Concerto in la maggiore D 96 per violino e archi, caratterizzato da un marcato virtuosismo violinistico e da un intenso pathos. Non poteva mancare Antonio Vivaldi con due composizioni: la Sinfonia dall’opera “L’Olimpiade” e il Concerto per violoncello e archi RV 419, caratterizzato dall’esuberanza di fantasia inventiva ed eccezionale sensibilità timbrica. Altro compositore veneto: Baldassarre Galuppi celebre per la sua vasta produzione operistica ma che spicca anche per le sue composizioni per clavicembalo, il suo strumento prediletto. Per finire con il Concerto per violino e orchestra BWV 1043 di Bach che ci regala la più sublime altezza del suo genio e dove e evidente la vicinanza con lo stile di Vivaldi.

Gradito ritorno quello de i Giovani Talenti nella sezione dedicata ai musicisti emergenti e già pluripremiati, curata dal giovane violinista Giovanni Andrea Zanon (7 luglio). Dopo il concerto di apertura che lo vede protagonista, al Chiostro del Museo di Bassano si alternano in trio la violoncellista Ludovica Rana e il pianista Massimo Spada (27 luglio), il duo con la violoncellista cinese LiLa e la pianista Martina Consonni (6 agosto), e infine il recital del violoncellista americano Zlatomir Fung (22 agosto).

Tornano al festival, nell’ottica di valorizzazione del paesaggio, del rispetto per l’ambiente e del recupero della memoria storica, gli appuntamenti con Terre Graffiate (dal 15 luglio), che ogni estate ambienta la musica nel paesaggio del Massiccio del Grappa, tra i luoghi della Grande Guerra, promuovendo la scoperta di un a mbiente unico, proclamato ufficialmente Riserva della Biosfera MAB UNESCO nel 2021.

OperaEstate festival è anche sperimentazione e innovazione, con la sezione B.MOTION MUSICA (dal 30 agosto al 2 settembre), dedicata ai linguaggi del contemporaneo e agli artisti emergenti. Protagonisti di questa edizione: Dan Kinzelman, Razen, Oleh Shpudeiko/Heinali, Ha Suyean/ Hwang Hyeyoung.

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