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QUEI TURISTI SOSPETTI DI MOSCA

Turisti in posa per fotografare la cattedrale di Salisbury, un punto di attrazione per molti. I due russi hanno dichiarato che nel giorno dell’attacco all’ex colonnello Skripar erano a Salisbury proprio per ammirare la cattedrale. EPA/TOLGA AKMEN I due agenti russi ripresi dalle telecamere a Salisbury
Turisti in posa per fotografare la cattedrale di Salisbury, un punto di attrazione per molti. I due russi hanno dichiarato che nel giorno dell’attacco all’ex colonnello Skripar erano a Salisbury proprio per ammirare la cattedrale. EPA/TOLGA AKMEN I due agenti russi ripresi dalle telecamere a Salisbury
Turisti in posa per fotografare la cattedrale di Salisbury, un punto di attrazione per molti. I due russi hanno dichiarato che nel giorno dell’attacco all’ex colonnello Skripar erano a Salisbury proprio per ammirare la cattedrale. EPA/TOLGA AKMEN I due agenti russi ripresi dalle telecamere a Salisbury
Turisti in posa per fotografare la cattedrale di Salisbury, un punto di attrazione per molti. I due russi hanno dichiarato che nel giorno dell’attacco all’ex colonnello Skripar erano a Salisbury proprio per ammirare la cattedrale. EPA/TOLGA AKMEN I due agenti russi ripresi dalle telecamere a Salisbury

Le prove sono schiaccianti e i tentativi di negare sono sempre più imbarazzanti. La strategia di Vladimir Putin di minare l’unità dell’Occidente, facendolo dubitare della forza dei propri valori, sta funzionando. Ma il pateracchio combinato dai due agenti segreti russi spediti a Salisbury, nel sud dell’Inghilterra, per ammazzare l’ex spia russa, Sergei Skripal, e la figlia Yulia, e finiti con l’uccidere qualche mese dopo, per la gestione sbadata dell’agente nervino Novichok, un’inconsapevole donna inglese, Dawn Sturgess, ha dimostrato due cose che sembrano fare a pugni tra di loro: la prima è preoccupante e riguarda la spietatezza che a Mosca non esitano e mettere in campo quando si tratta di raggiungere un obiettivo; la seconda invece si riferisce alla manifesta inadeguatezza di questi loschi figuri intenzionati a seminare morte senza essere in grado di fare questo sporco mestiere in maniera professionale. Vale la pena di raccontare quel che è successo per capire che aria tira tra la Russia e l’Europa. Peraltro qualcosa si era già capito ai tempi dell’assassinio di Alexander Litvinenko, ex agente segreto dei servizi russi, ucciso 12 anni fa in un bar di Londra da una dose letale di polonio. Nella logica e nel “galateo” dei servizi segreti, l’eliminazione di Litvinenko ci poteva anche stare: un traditore che fugge all’estero sa che avrà sempre alle calcagna qualcuno che potrebbe farlo fuori. Ma il caso di Skripal segnala un cambio di marcia, non nel senso sperato, del mondo dei servizi. L’ex colonnello del servizio segreto militare di Mosca era arrivato in Inghilterra dopo un classico scambio di spie, nel 2010, all’aeroporto di Vienna. Lui era stato pizzicato e condannato in patria mentre faceva il doppio gioco “vendendo” le identità degli altri agenti all’estero. Lo scambio con altre spie avrebbe dovuto chiudere la vicenda. E invece l’impiego di quelli che sarebbero stati identificati come due agenti del Gru, il servizio segreto militare russo, dimostra, secondo alcuni esperti, come a Mosca sia scoppiata la guerra con gli uomini del Fsb, gli eredi del Kgb, l’agenzia da cui proviene lo stesso Putin. Ma andiamo con ordine. Il 4 marzo trovano riversi su una panchina di un parco a Salisbury l’ex colonnello Skripar e la figlia: le prime analisi fanno risalire al Novichok, un agente nervino letale, quale responsabile del malore. I due si salvano miracolosamente e vengono trasferiti in un luogo segreto dai servizi britannici. Scattano le accuse, con la premier Theresa May che rivela di essere in possesso di indizi che rendono «molto probabile» la responsabilità della Russia di Putin. Non è la pistola fumante, ma il fatto che molti Paesi, Stati Uniti compresi, dispongano l’espulsione di decine di diplomatici russi indica che stavolta non sono solo parole. Pochi mesi dopo l’attacco a Skripal, una donna inglese, Dawn Sturgess, come detto, muore dopo essersi spruzzata una dose di un profumo trovata per caso. Dentro quel flacone c’era in realtà una dose di Novichok gettata nelle immondizie dagli sbadati agenti russi. La tensione tra i due Paesi sale, fino a quando qualche settimana fa Londra decide di mostrare al mondo intero le prove raccolte durante le indagini che portano all’identificazione di due russi, Alexander Petrov e Ruslan Boshirov (i nomi stampati sul passaporto che risulteranno falsi), quali responsabili della “gita” assassina a Salisbury. Le telecamere li inchiodano: vengono ripresi all’aeroporto e poi nella città inglese proprio nei giorni e nelle ore del malore all’ex colonnello. A Mosca rispondono facendo apparire i due alla tv russa Russia Today e cercando di spacciarli per turisti. «Eravamo andati a Salisbury per vedere la cattedrale», dicono. E come mai se ne sono tornati a Mosca poche ore dopo? «Perché c’era la neve». Ridicoli. E ci pensa il sito investigativo Bellingcat a provare che Bashirov è in realtà il colonnello Anatoli Chepiga, agente del Gru, e decorato “Eroe della Federazione russa” niente meno che da Putin in persona. Fine delle trasmissioni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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