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IL “DOPPIO” FIOCCO. È importante promuovere l’individualità di ciascun bimbo

Identici sì, ma diversi
Le buone pratiche
per crescere i gemelli

Uguali ma diversi. Possono essere praticamente identici, mettere a dura prova amici, parenti, spasimanti e a volte anche i genitori. Ma anche i gemelli apparentemente più indistinguibili hanno personalità differenti e una loro individualità, il cui sviluppo va favorito fin dalla nascita.

Una volta superato lo shock del «sono due, ci staremo in casa? In macchina? Come faremo a gestirli?» e deposti i frugoletti nella culla multipla, c’è da affrontare la parte pratica che, sebbene spaventi, alla fine si rivelerà gestibile con qualche aiuto, in primis da parte del papà. Se, infatti, allattare al seno due bimbi è possibile, una buona soluzione può essere - nei limiti del possibile - condividere questo momento: mentre la mamma ne allatta uno, il padre può dare nel biberon all’altro il latte tirato in precedenza. L’importante è non aver paura di chiedere un aiuto esterno. Già aver portato due pargoletti in grembo nove mesi dimostra la forza delle donne.

La promozione dell’individualità parte dai nomi: evitare le accoppiate Matteo/Mattia, Christian/Cristiano, Elisa/Elisabetta, Marta/Mara o, in caso siano di sesso diverso, Paolo/Paola e via dicendo è già un primo passo verso la differenziazione, come evitare di chiamarli “i gemelli” o “le gemelle” e non imporre lo stesso abbigliamento, assecondandoli, comunque, in caso siano loro a chiederlo. Per quanto possano giocare sul creare confusione, in fondo ognuno sente il bisogno di distinguersi. Lo stesso discorso vale per i giocattoli e il tempo libero. È sempre bene differenziare, a meno che non siano i bimbi a richiedere il medesimo oggetto o ad avere una stessa inclinazione: è inutile imporre che entrambi giochino a basket o facciano danza classica se a uno dei due non piace, come sarebbe dannoso dividerli in due differenti sport se il loro sogno è diventare portiere e attaccante o le nuove sorelle Williams. Allo stesso modo è bene che i genitori trovino tempo da dedicare a ognuno dei figli, instaurando un rapporto “singolo” con entrambi, per evitare che si crei il “gemello di mamma” e quello “di papà”.

E la scuola? Anche qui meglio assecondare le inclinazioni: c’è chi preferisce staccarsi dal fratello e chi invece vuole condividere questa esperienza, maestra e compagni compresi. Per quanto riguarda le amicizie, sarà quindi importante che, anche all’interno di conoscenze comuni, ognuno possa avere il proprio amico del cuore, con cui essere complice anche all’esterno della coppia gemellare. Altra cosa fondamentale è non fare paragoni, per evitare di aumentare l’inevitabile rivalità, che può essere competizione positiva se non viene esasperata, valorizzando i successi di entrambi e spingendoli a sviluppare i talenti individuali.

Questo sarà tanto più prezioso una volta raggiunta quell’età complessa che è l’adolescenza, vegliando sulle dinamiche che possono venire a crearsi e cercando di scongiurare gelosie o tentativi di limitare l’autonomia dell’altro da parte del gemello più introverso. Il percorso fatto fino a quel momento potrà facilitare il distacco dalla famiglia di questa fase.M.E.B.

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