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GUERRA INFINITA ALTRI SOLDATI USA IN AFGHANISTAN

Uomini e mezzi americani in azione in Afghanistan: arrivano i rinforzi. ANSA/AP PHOTO/RAHMAT GULGli americani finora hanno subito oltre duemila perdite
Uomini e mezzi americani in azione in Afghanistan: arrivano i rinforzi. ANSA/AP PHOTO/RAHMAT GULGli americani finora hanno subito oltre duemila perdite
Uomini e mezzi americani in azione in Afghanistan: arrivano i rinforzi. ANSA/AP PHOTO/RAHMAT GULGli americani finora hanno subito oltre duemila perdite
Uomini e mezzi americani in azione in Afghanistan: arrivano i rinforzi. ANSA/AP PHOTO/RAHMAT GULGli americani finora hanno subito oltre duemila perdite

Sono quasi 16 anni che gli Stati Uniti sono impegnati nella guerra in Afghanistan. Così tanti che molti si sono perfino dimenticati del perché questa guerra è iniziata, del sostegno popolare che circondava la missione avviata da George W. Bush dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York. Il guaio è che se 8.400 militari americani, insieme ad altri 5.000 del contingente Nato, sono ancora lì, vuol dire che le cose non sono andate come si sperava.

«Non stiamo vincendo questa guerra - ha candidamente ammesso il segretario alla Difesa, Jim Mattis, davanti alla commissione del senato -. I talebani stanno guadagnando posizioni in diverse zone del Paese». Per metà luglio sarà così presentata una nuova strategia che prevede comunque l’invio di altre truppe. Altro che il progressivo disimpegno vagheggiato all’inizio dell’era Obama: il presidente Donald Trump ha autorizzato il Pentagono a decidere quanti soldati americani mandare in aggiunta a quelli che già ci sono. «Il generale John W. Nicholson, comandante delle forze armate Usa in Afghanistan – scrive il Washington Post – e il suo diretto superiore, il generale Joseph L. Votel hanno ipotizzato l’invio di alcune migliaia di soldati in più (4.000, ndr). Se questi rinforzi dovessero essere mandati, le chance delle sfiancate truppe afghane di riconquistare le posizioni cadute nelle mani dei talebani da quando le forze armate Usa hanno ufficialmente concluso le missioni operative nel 2014».

Il punto è che solo nei primi 8 mesi del 2016, stando agli ultimi dati a disposizione, oltre cinquemila effettivi afghani sono stati uccisi. «Le operazioni di reclutamento – annota sempre il Washington Post – sono servite a malapena a compensare i ranghi decimati dalle perdite». «Per i talebani il 2016 è stato un anno buono», ha candidamente ammesso Mattis. E allora? E allora Trump pensa che non sia il momento di mollare. Dal 2001 oltre duemila soldati americani hanno perso la vita in questa snervante guerra condotta in un ambiente tremendamente difficile. Al momento il ruolo del contingente Usa è duplice: condurre speciali operazioni antiterrorismo insieme ai commandos afghani e fornire assistenza all’esercito regolare del Paese. «Stiamo andando verso un’era di frequenti attacchi talebani - ha argomentato Mattis - e questo richiederà un cambio nella nostra strategia seguita negli ultimi anni se vogliamo avere più chance di successo».

Non si sa se questo basterà a venire incontro alle richieste del senatore John McCain, presidente della commissione difesa: «Non possiamo andare avanti in questo modo - ha tuonato -. Sappiamo qual è stata la strategia negli ultimi 8 anni: non perdere. E a quanto pare non ha funzionato».

Intanto il fronte talebano deve fare i conti con un altro nemico: l’Isis. Pochi giorni fa gli scherani del Califfo al-Baghdadi hanno rivendicato la conquista di Tora Bora, una zona dal significato simbolico visto che è stato per anni il rifugio di bin Laden. Non si capisce bene se questo nuovo fronte finirà per aiutare gli americani o se complicherà loro la vita. Quello che è certo è che il Trump “isolazionista” ha affidato la pratica-Afghanistan alla cura di Mattis, forse il ministro più stimato anche dagli avversari politici. È l’ultima chance per vincere una guerra che nessuno nella storia ha mai vinto.

Marino Smiderle

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