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Le ceramiche di Nove
sono cataloghi
di botanica dell’800

Fino al 16 ottobre il Castello di Miramare ospita la mostra “Scrigni di fiori e profumi. Le ceramiche di Nove: capolavori tra natura e finzione” , curata da Katia Brugnolo. Un viaggio nella tradizione delle ceramiche di Nove a decoro floreale tra Settecento e Novecento, testimonianze che dimostrano come la ceramica abbia saputo nei secoli registrare alcuni tra gli elementi fondamentali dell’arte figurativa, quali l’attenzione verso la natura e la botanica. L’interesse verso le piante e i fiori si rispecchia nel parco voluto da Massimiliano d’Asburgo che rappresenta l’incontro per eccellenza di arte e natura. Attorno al 1859, quando Massimiliano stava allestendo il parco del Castello e venivano collocati alberi di notevole interesse botanico ed essenze esotiche provenienti dal Messico, dall’America settentrionale, dall’Africa e dall’Estremo Oriente, il decoro floreale delle ceramiche di Nove raggiunge un grande successo e rivela attenzione per l’identità botanica di fiori ed essenze. Sono state individuate 43 categorie, tecnicamente “taxa”, tra cui il Cotogno nel Vaso a mostarda e 17 diverse specie nelle decorazioni del vaso Antonibon, nella Sala del Trono. In mostra sono presenti 32 opere, provenienti da collezioni private ed esposte per la prima volta con 17 pezzi del tutto inediti. La selezione consente di ammirare la varietà produttiva delle manifatture novesi tra Settecento e Ottocento: porta-orologi, putti, vasi, cestine con fiori, specchiere, piatti, terraglie, orci, vasche, un rarissimo percolatore settecentesco, e il magnifico vaso in maiolica di manifattura Antonibon.

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