<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il magnifico
guerriero

Giuliana Ericani, già direttrice del Civico, porta a compimento un lavoro sulla celebre bottega con pubblicazioni e una sorpresa
Jacopo Bassano, Ritratto di uomo in armi, dopo il  1550, proprietà privataAnonimo, Ritratto di Jacopo Bassano,sec.XVI, acquaforte e bulinoGiuliana EricaniGuerriero con fanciulla, Francesco Bassano, 1578
Jacopo Bassano, Ritratto di uomo in armi, dopo il 1550, proprietà privataAnonimo, Ritratto di Jacopo Bassano,sec.XVI, acquaforte e bulinoGiuliana EricaniGuerriero con fanciulla, Francesco Bassano, 1578
Jacopo Bassano, Ritratto di uomo in armi, dopo il  1550, proprietà privataAnonimo, Ritratto di Jacopo Bassano,sec.XVI, acquaforte e bulinoGiuliana EricaniGuerriero con fanciulla, Francesco Bassano, 1578
Jacopo Bassano, Ritratto di uomo in armi, dopo il 1550, proprietà privataAnonimo, Ritratto di Jacopo Bassano,sec.XVI, acquaforte e bulinoGiuliana EricaniGuerriero con fanciulla, Francesco Bassano, 1578

Nicoletta Martelletto

Al Museo Civico di Bassano si insedia un nuovo ospite. Ha un aspetto fiero e al tempo stesso pensoso. E’ un uomo adulto, raffinato, dall’aspetto e dalla barba curatissimi, dalle mani forse più abituate ai libri che allo spadino e alla lancia. La sua corazza è un rinvio di luce, come se lanciasse dei flash. Un capitano della Serenissima? Un guardiano d’onore? Un nobile della terraferma?

Arriva dalla Gran Bretagna, ma in realtà torna a casa. Lo attendono entro fine novembre ma sarà presentato al pubblico il 19 gennaio 2016 e resterà a Bassano per un anno. Un comodato gratuito ottenuto da Giuliana Ericani, che da solo un paio di settimane ha concluso la sua direzione dei Civici bassanesi e porta a compimento un percorso sui Bassano, famiglia di pittori che fin dal nome ha legato la sua storia alla città lungo il Brenta. Si deve alla dott.Ericani- che nel 2010 curò una bella mostra su Jacopo - l’arrivo del “Gentiluomo in armi”, un bel ritratto (109x82 centimetri) - uno dei rari che si conoscono - di Jacopo Bassano, di proprietà di un antiquario inglese. Già esposto al Barber Institute of fine art di Birmingham nel 2011, oggi viene concesso al Vicentino in una straordinaria vetrina che è la sala dei Bassano a Bassano. Qui allineano 27 tele della famiglia di pittori, tra le più prolifiche e coerenti nello stile del Cinquecento.

Bassano (1510-1592) ritrae un committente che distoglie lo sguardo da chi gli è davanti, eppure concentrato su qualcosa al di fuori del quadro. Il gioco dei colori è intrigante: la pelle e la barba esprimono calore a fronte della freddezza del metallo e dello sfondo scuro. C’è la mano di un maestro. E’ già stato ribattezzato “Il Magnifico Guerriero”, e come tutti i combattenti ha conosciuto una vita travagliata per arrivare all’attribuzione finale dell’autore. «Ritratti di Jacopo Bassano se ne conoscono pochissimi, uno è ai Musei di Los Angeles, uno a Budapest, - riassume la dott.Ericani - Non essendo firmato, anche questo che arriverà a Bassano ha avuto una storia complessa: era stato valutato come opera di Paolo Veronese e poi di mano del Pordenone. L’attribuzione finale si deve alla professoressa Vittoria Romani dell’università di Padova che ne ha riconosciuto la paternità, negli anni successivi al 1550». A Bassano si conserva di Jacopo solo un piccolo ritratto su rame del doge Sebastiano Venier, protagonista della battaglia di Lepanto. Altre volte il riconoscimento dei ritratti dei Bassano è stato tardivo e ingannevole: anche il guerriero ai Musei civici di Vicenza è stato attribuito a Tiziano prima di essere assegnato alla mano di Francesco Bassano.

Il Magnifico Guerriero di Jacopo era finito da almeno tre secoli all’estero. Lo si rintraccia nei repertori dell’800 alla Melbury House nel Dorset, nel ’700 nella quadreria nella contea di Somerset, sempre di proprietà della famiglia Fox-Strangways. Va all’asta da Christie’s nel giugno 1968 dove viene battuto come opera di a Paolo Veronese, non condivisa da Giuseppe Fiocco che nel 1969 lo riconduce invece al Pordenone. Ma è un’opera interessante, che suscita la curiosità del critico Federico Zeri.

Vittoria Romani, nello studio su questo olio su tela, scrive che “la condotta pittorica dell’uomo d’armi appare… in sintonia con il clima lagunare, e anzi qui Bassano raccoglie la sfida tutta lagunare, risalente al magistero di Giorgione, degli effetti di luce incidente e dei riflessi sulle superfici specchianti delle armature. Colate di materia accesa nei punti di massima luce si alternano a una scrittura in punta di pennello, volta a risaltare gli ornamenti con l’oro spento e a cogliere i bagliori dei profili e della cotta di maglia che luccicano nell’ombra. Il grigio del metallo vira in azzurro nell’ombra, si mescola a riflessi bruni e si accende sul fianco sinistro del rosso della camicia. Su questo brano di pittura balenante di luce si innesta con un peculiare contrasto il volto leggermente reclinato sulla spalla, che introduce una nota sentimentale inattesa». Dopo indagini e un restauro che asporta i ritocchi, il Gentiluomo in armi ritorna visibile da Sotheby’s all’inizio del 2013, a New York, stimato tra i 700 mila ed i 900 mila dollari. L’arrivo a Bassano, per la festa del patrono San Bassiano, sarà anche l’occasione per il battesimo dei tre volumi degli Atti del Convegno sui Bassano del 2011, per la pubblicazione del catalogo completo delle opere dei Bassano in proprietà ai Musei civici, di una esposizione a Palazzo Sturm di una parte delle incisioni tratte da Jacopo.

Suggerimenti