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I Berici
paesaggio
del cuore

I Colli Berici visti da sudest con la città di Vicenza sullo sfondo. FOTO STEFANO MARUZZO
I Colli Berici visti da sudest con la città di Vicenza sullo sfondo. FOTO STEFANO MARUZZO
I Colli Berici visti da sudest con la città di Vicenza sullo sfondo. FOTO STEFANO MARUZZO
I Colli Berici visti da sudest con la città di Vicenza sullo sfondo. FOTO STEFANO MARUZZO

“A nord di Vicenza ci stavano le montagne, a sud i monti. I latini chiamavano le montagne Alpes, i Longobardi chiamavano i monti Berg. Le prime diventarono Alpi, i secondi, da Berg, Berici”. Questa è l’origine toponomastica di un capolavoro della natura e patrimonio dell’uomo. Un fenomeno curioso, per certi ver- si paradossale, è che non si pensa mai ai Berici come a un unico territorio, ma ad un agglomerato di comuni, di campanili, di borghi a volte in conflitto tra di loro, spesso divisi da rivalità e polemiche, protettori della propria piccola identità anche contro ogni logica e buon senso. Recuperare e ricostruire una visione unitaria dei Berici è uno degli intendimenti di Reginaldo Dal Lago e Alberto Girardi, autori del libro “I Colli Berici”, 360 pagine, ap- pena pubblicato da Cierre Edizioni di Sommacampa- gna,Verona, nella prestigiosa collana “Terre Alte”. Verrà presentato sabato 10 ottobre alle 16.30 ai chiostri di S.Corona a Vicenza, con intervento del prof.Claudio Povolo ac- canto agli autori. Il piano dell’opera non segue un ordine cronologico, ma raggruppa gli argomenti in tre sezioni. Nella prima sezione si entra “Nel ventre della terra” e si scopre ciò che è avvenuto dentro i monti, la loro compo- sizione peculiare che ha favorito la frequentazione in grotta dell’uomo non solo nella preistoria ma, in forme e modi talvolta impensabili, fino alla metà del secolo scorso. La seconda parte racconta la vita dell’uomo “Sulla schiena dei Monti” che egli ha usato, modificato e organizzato secondo le sue necessità, la sua intelligenza, la sua laboriosità. Il risultato è notevole, nel paesaggio che ammiriamo, nella cultura e nell’arte, nelle tradizioni e nella storia. Sul come sono stati percepiti i Berici nel passato dagli scrittori, dai pittori e cartografi, dagli architetti ma anche dalla gente comune è dedicata l’ultima parte del volume dove i monti sono descritti “Nell’occhio dell’uomo”. La sorprendente varietà di paesaggio e la infinita ricchezza di forme territoriali dei Berici è stata costruita dalle numerose civiltà che si sono succedute, dal Neolitico ai giorni nostri. Le testimonianze che troviamo fanno parte di una storia complessa con il contributo di Veneti e Romani, fino al buongoverno della Serenissima, degli Asburgo, dello Stato unitario italiano e del boom economico del dopoguerra. Dalle ville ai capannoni, un paesaggio plasmato a misura dell’uomo, ma anche studiato, interpretato, vissuto, pieno di storia e leggende, rappresentato nelle opere e nell’arte, raccontato nei romanzi e nella poesia. Di questa complessa storia rende conto il volume “I Colli Berici”: opera di due studiosi profondamente radicati nel territorio, dotati di una ric- chissima documentazione e di una scrittura sciolta e accattivante, non priva, quando opportuno, di malizia e ironia, capaci di alternare lo stile rigoroso del ricercatore con il resoconto di dettagli brillanti e gustosi. L’opera si avvale anche di testi di Ilaria Chilesotti, Mat- tea Gazzola e Giovanna Grossato. L’apparato fotografico del volume è notevole, sia per la parte storica che per le immagini in gran parte create appositamente per corredare il testo e potenziarne il carat- tere informativo. Vi hanno contribuito numerosi fotografi tra cui Placido Barbieri, Tommaso Cevese, Giustino Chemello, Maurizio Merlin, Claudio Portinari, Stefano Maruzzo. Particolarmente curata la bibliografia finale, a conferma della rigorosa ricerca degli autori e a beneficio di quanti volessero approfondire i temi e gli argomenti berici.

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