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Quinto confronto

Vicenza al voto: sicurezza in città, i sette candidati sindaco a confronto

I protagonisti della contesa elettorale intervengono con proposte e risposte alle richieste dei residenti. E si torna anche a parlare di recintare Campo Marzo

La sicurezza è forse uno dei temi più ricorrenti in campagna elettorale. Quanti candidati nel corso degli anni si sono lanciati in proposte, scontri, polemiche, ricette e tanto altro, ad esempio, su Campo Marzo? La grande area verde situata davanti alla stazione è probabilmente uno dei luoghi più dibattuti; non solo nelle settimane che precedono le elezioni amministrative ma anche negli anni successivi. Tra i protagonisti della contesa elettorale viene detto di tutto e di più: c’è chi opta per la polizia a cavallo, chi pensa alla riqualificazione già avviata, chi al bando per le associazioni e chi a percorsi videosorvegliati. Campo Marzo, però, è solo uno dei tanti temi che ricorrono quando si parla di sicurezza. In realtà ci sono tanti altri aspetti. I furti, la microcriminalità, i danneggiamenti e così via. 
La domanda, però, che ci si pone prima di tutto è: Vicenza è una città insicura o sicura? I problemi di sicurezza sono reali o percepiti?
Il sindaco uscente e candidato per il centrodestra Francesco Rucco e gli sfidanti Giacomo Possamai (centrosinistra), Edoardo Bortolotto (M5s), Lucio Zoppello (Rigeneriamo Vicenza), Claudio Cicero (Impegno a 360 gradi), Annarita Simone (La Comune) e Stefano Crescioli (Contiamoci) rispondono a questo e ad altri quesiti, concludendo così la settimana di avvicinamento alle elezioni comunali. 
Si chiude così il viaggio tra i grandi temi della città; la parola ora passa agli elettori che domenica e lunedì saranno chiamati ad esprimere la propria preferenza sulla scheda elettorale. 

 

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Edoardo Bortolotto: «Recintare Campo Marzo è inutile e costoso»

Ritiene che Vicenza sia una città sicura?
Dipende da chi sei. Essendoci un problema di microcriminalità, dovuto a situazioni di disagio e tossicodipendenza, le persone fragili e sole sono più esposte, perché meno capaci di difendersi. Sulla sicurezza direi che c’è stato un fallimento da parte dell’amministrazione Rucco, perché probabilmente da una parte la risposta è stata troppo settoriale, dall’altra c’è stata una sovravalutazione dei poteri del sindaco e delle forze a disposizione. La polizia locale non la puoi trasformare in un corpo speciale di difesa della città.

È d’accordo con il turno notturno della polizia locale?
Il sindaco ha avuto cinque anni per trovare un accordo con i sindacati, perché non è stato trovato? E comunque non è detto che la polizia locale sia utile in determinate situazioni.

Che margine di azione ha un sindaco per poter migliorare la situazione?
Bisogna iniziare a incidere in maniera più netta sulle questioni della tossicodipendenza e della microcriminalità. Ci si deve occupare di più della tossicodipendenza dal punto di vista sociale, iniziare ad avvicinare il Serd dove ci sono fenomeni di spaccio e consumo, che non è solo quello che vediamo a Campo Marzo, ma c’è anche un fenomeno di consumo “da ricchi”, con chi acquista ad esempio cocaina. Un fenomeno che però non è studiato. 

Campo Marzo recintato o no? 
No, sono del tutto contrario, sarebbe un intervento inutile e costoso. Bisogna lavorare sulla ricucitura, non la chiusura. 

Che percezione ha di questa area?
Io passo per Campo Marzo senza problemi, ma mi rendo conto che per chi ha famiglia, figli, ci sia una sensazione di insicurezza. 

Sul tema dei senza fissa dimora? 
Per questa giunta aver fatto 2 mila multe ai senzatetto è una medaglia da mettersi al petto, io non la penso così. Il fenomeno ha origine nell’immigrazione e nella crisi sociale. Ci sono i migranti, anche senza documenti, e questa è una problematica che va gestita a livello nazionale; e ci sono senzatetto italiani che nascono dalla crisi. So che tutti lo criticano, ma il reddito di cittadinanza era anche una risposta parziale a queste esigenze, me ne sono accorto parlando con le associazioni. La mancanza delle politiche attive è il punto debole della misura, ma alle situazioni di disagio ha dato una parziale risposta. Adesso molte di queste situazioni ricadranno sull’assistenza dei Comuni. È anche questione di finanziamenti, spero che anche con il governo centrale e con la Regione si riesca a trovare una risposta adeguata. 

(Alessia Zorzan)

 

Francesco Rucco: «Serve una nuova sede per la polizia locale»

Vicenza è sicura?
Vicenza è una città sicura rispetto al tema della sicurezza reale, ossia i reati. E questo lo dicono questura, la prefettura, comitato ordine sicurezza. C’è poi un tema di sicurezza percepita, ossia il fatto che il cittadino si sente poco sicuro nella misura in cui vede situazioni che non sono quelle cui è abituato. Vent’anni fa Vicenza era una città socialmente diversa, oggi il cittadino gira per la città e chiede una presenza costante delle forze dell’ordine. È stata questa la principale ragione per cui ho voluto fortemente il terzo turno fino alle 3 di notte. 

Campo Marzo, recinzione sì o no? 
Io fino a qualche hanno fa ho sostenuto la recinzione, ma credo che debba essere l’estrema ratio dopo un percorso che passa per la presenza delle forze dell’ordine e per una rigenerazione urbana, che stiamo attuando grazie ai fondi del Pnrr. Il fatto che Campo Marzo torni a essere parco dei vicentini attraverso una serie di funzioni che andiamo ad attribuirgli, sono convito che migliorerà anche la percezione dei cittadini.

Ma esiste ancora un “problema Campo Marzo”? 
I dati dicono che oggi la situazione, rispetto a 5-10 anni, fa è nettamente migliorata sui reati. Quanti articoli abbiamo visto anni fa su risse, accoltellamenti, aggressioni con le asce? Oggi non li senti più. Oggi le persone si lamentano perché vedono il consumatore di droga a cielo aperto, sia fumando uno spinello che usando la siringa. Dobbiamo lavorare, come stiamo già facendo, sul contrasto alla microcriminalità e al microspaccio, anche attraverso azioni di recupero sociale e rigenerazione urbana. 

Anche il questore è stato molto incisivo sull’area.
Sì. E anche la polizia locale ha svolto dei servizi che in passato non era abituata a svolgere. Che non vuol dire sostituirsi alle forze dell’ordine, ma supportarle nei limiti delle proprie competenze. 

Oltre al terzo turno allungato, ci sono altre misure possibili?
Sul terzo turno mi pare che un po’ tutti i candidati abbiano confermato la bontà della scelta. Abbiamo lavorato anche sulla videosorveglianza, il distaccamento della polizia locale in Campo Marzo, l’assunzione di 30 vigili con un’età media di 30 anni e altri dieci li assumeremo nei prossimi mesi.

Una nuova sede per la polizia locale?
Quella di Soccorso Soccorsetto è ormai inadeguata. Siamo nelle condizioni di pensare a una soluzione in via Torino. Se poi ci leghiamo la trattativa con il Demanio per portare la nuova questura sull’area del Cattaneo, ne deriverebbe un presidio di sicurezza rivoluzionario nel Quadrilatero. 

(Alessia Zorzan)

 

Giacomo Possamai: «Per Campo Marzo un bando per associazioni»

Secondo lei Vicenza è una città insicura? 
La sensazione di insicurezza è aumentata. La vera domanda che dovrebbe farsi un sindaco è questa: i miei cittadini si sento più o meno sicuri? La maggior parte delle persone oggi a questa domanda risponde che si sente meno sicura rispetto a cinque anni fa. Ci sono fenomeni poco incoraggianti: i finestrini della auto rotti, i parcheggiatori abusivi, episodi di microcriminalità. Rucco cinque anni fa aveva fatto promesse mirabolanti e invece è sotto gli occhi di tutti che la sicurezza è il suo più grande fallimento. 

Un sindaco che mezzi ha per intervenire? 
La sicurezza è prima di tutto materia dello Stato, ma ci sono tanti strumenti che si possono mettere in campo: non solo la presenza diffusa della polizia locale e la videosorveglianza, ma anche rendere vivi Campo Marzo e i parchi di quartiere.

I vigili debbono essere impiegati in altro modo rispetto ad ora? 
Sì, le multe ai senzatetto sono un esempio emblematico. Oltre a spendere soldi per le notifiche in questo modo si sono distratti gli agenti da compiti più utili, come stare nei quartieri, per una cosa che non serve a nulla se non alla propaganda: le multe non vengono pagate e l’effetto deterrenza è nullo, ci sono più fissa dimora sotto palazzo Chiericati di quanti non ce ne siano mai stati. 

Cosa fare sui senzatetto? 
Vanno aumentati gli operatori di strada perché è un problema sociale ma anche di decoro. 

Vigili di quartiere sì o no? 
Sì, è una delle cose su cui intendo puntare. Insieme alla videosorveglianza: oggi le telecamere sono poche e quasi tutte in centro, io intendo estenderle a tutta la città. E aprirò uno sportello per la sicurezza, supportato anche da una linea telefonica per aiutare i cittadini che hanno subito furti, scippi o aggressioni.

Campo Marzo: lei farebbe una recinzione? 
No, ha poco senso. Voglio fare ciò che è stato fatto a Padova ai giardini dell’Arena, che era il luogo più degradato della città, cioè aprire un grande bando dedicato ad associazioni e realtà del territorio per riempirlo di attività. E lo stesso approccio lo utilizzerò per i parchi di quartiere. 

È sempre dell’idea di creare una cittadella della sicurezza in via Torino? 
Sì, all’ex Domenichelli porterò il comando della polizia locale e in prospettiva mi piacerebbe portare anche la questura. 

Qual è il tema secondo lei più sentito dai cittadini? 
La sicurezza e i problemi viabilistici, ma c’è un altro aspetto: i cittadini sentono di vivere una città che si è spenta: io vorrei ridare loro un sogno, il sogno di una crescita della nostra città.

(Roberta Labruna)

 

Stefano Crescioli: «Dobbiamo introdurre percorsi sorvegliati»

Parliamo di sicurezza.
Beh, sta parlando con uno che è stato medico del carcere... (ride, ndr)

Qual è la situazione?
I rischi si sono moltiplicati per cento o per mille rispetto a quando frequentavo il liceo. 

In che settore?
All’epoca girava qualche canna, un po’ di eroina. Certo, qualcuno si rovinava e c’era qualcuno che prendeva l’epatite. La cocaina non esisteva ma ci voleva molto tempo perché le sostanze potessero rovinare in profondità un ragazzo. 

E oggi?
Oggi ci sono droghe sintetiche che ti rendono dipendente e con danni neurologici con un singolo assaggio. 

Cosa fare quindi?
Bisogna essere più attenti, rigorosi e repressivi. La fascia d’età che va dai 13 ai 20 anni deve essere tutelata anche se sono proprio quei ragazzi a non volere alcuna tutela.

Avete studiato una soluzione? 
Ho parlato di questo con i colleghi del movimento per stabilire dei percorsi di sicurezza. 

Cosa sarebbero?
Ci sono molti sistemi di videosorveglianza e per quanto mi riguarda la vorrei mirata alla sicurezza più che alla repressione. 

Si spieghi meglio. 
Sto parlando di percorsi sorvegliati: almeno un lato della strada deve essere videosorvegliato costantemente.

In ogni momento?
Sì, le faccio un esempio: se esco dalla stazione e devo arrivare in centro, devo sapere se almeno un lato di viale Roma e tutto il percorso che farò è sorvegliato da qualcuno dietro alle telecamere, che devono essere più orientate alla sicurezza della persona rispetto alla repressione dei reati. 

Altri suggerimenti?
Quando ero giovane, sul lato ovest della stazione ferroviaria c’era un capolinea degli autobus e ogni autista era in grado di vedere cosa succedeva lì intorno.

Oggi la disposizione è diversa.
Certo, ma se riportiamo il servizio di bus come era una volta, abbiamo molti occhi in grado di vedere cosa accade.

A proposito di sicurezza e stazione: cosa pensa della recinzione di Campo Marzo, una proposta che ciclicamente torna a fare capolino?
La recinzione a Campo Marzo non mi piace. Le recinzioni dovrebbero servire a proteggere aree di interesse artistico e botanico con accessi contingentati.

E non è questo il caso, ci pare di capire... 
Per quanto riguarda me che lo conosco fin da quando ero bambino, c’è perfino troppo asfalto in Campo Marzo. 

(Karl Zilliken)

 

Annarita Simone: «Ripopolare il centro storico. No agli eventi sporadici»

Vicenza è una città sicura?
È sicura di giorno, ma una volta abbassate le serrande dei negozi, si ha paura. Sia in centro, sia nelle periferie. Sono stata di recente a San PioX, un bellissimo quartiere, con aree verdi, tante famiglie, anziani, mamme con bambini. Ma mi hanno detto: “Vieni tra qualche ora e vedrai”.

Ritiene che il problema sia sentito anche in centro?
Sì, ecco perché io insisto sul fatto che la vita in centro non possa corrispondere soltanto ai negozi, perché chiuse le serrande non c’è più niente. Dovrebbero esserci più persone che vivono nel cuore della città, ma vanno tutti fuori. 

A cosa pensa sia dovuto il fenomeno?
Il Comune, negli anni, ha dato gli edifici in mano al privato e il privato li ha utilizzati come meglio credeva. Sono nate banche e hotel, a discapito delle case.

Cosa suggerirebbe?
Di ripopolare il centro, ma non durante gli orari dei negozi, anche perché ormai la gente si reca soprattutto nei centri commerciali o compra on line. Nemmeno gli eventi sporadici sono una soluzione. Il centro va vissuto.

Come giudica gli interventi dal punto di vista dell’illuminazione?
Il sindaco dice di aver investito risorse per illuminare tutto il centro, tuttavia se le strade sono luminose, ma restano isolate, non riusciranno a fermare chi è malintenzionato. 

Su cosa punterebbe?
Sulla rivitalizzazione. 

E a Campo Marzo, è favorevole a una eventuale recinzione?
No, se si recinta per contrastare lo spaccio, questo rischia di spostarsi da un’altra parte. E allora cosa facciamo, andiamo a recintare un’altra area? Sicuramente ci deve essere qualcuno che deve controllare la microcrimimalità e la criminalità, ma serve un cambiamento culturale.

Come intervenire, allora?
Occorre coinvolgere di più i giovani. Se un giovane viene isolato, è facile che cada nelle mani della microcriminalità. È un lavoro che dovrebbe partire dalle famiglie. Ma non tutte riescono a indirizzare i figli sulla giusta strada, ecco perché è importante agire all’interno delle scuole, dare meno informazioni ai ragazzi e più formazione, su vari temi, dal bullismo alla violenza contro le donne.

Qual è il suo approccio alla lotta al degrado e al tema dei senzatetto?
I controlli vanno bene, ma io non punterei sulla repressione. Se tu porti in carcere un ragazzo che ha spacciato, quando viene rilasciato, questo tornerà a spacciare. Utilizzerei la polizia locale più a servizio delle persone in difficoltà.

(Laura Pilastro)

 

Lucio Zoppello: «Rivitalizzare l'area verde davanti alla stazione»

Ritiene che Vicenza sia una città insicura?
Penso sia una città in cui la sicurezza si può migliorare, ma ritengo che l’insicurezza a volte sia anche una questione di percezione, più che una cosa sostanziale. È chiaro, però, che anche la percezione ha il suo effetto. Come azioni di deterrenza, comunque, devo dare atto al questore Paolo Sartori che con lui si è visto un cambio di passo, quindi vuol dire che quella è la strada giusta per combattere certi fenomeni che sono di competenza della polizia di Stato. La polizia locale può essere d’aiuto in certe situazioni e contesti, ma io parto dal presupposto che l’ordine pubblico compete agli organi di polizia. C’è, però, un problema di organico. 

Cosa può fare l’amministrazione comunale per potenziare gli organici delle forze dell’ordine?
Più che a livello locale, bisogna lavorare a livello romano. I nostri rappresentanti in parlamento devono fare in modo che le forze di polizia siano attrezzate. 

Interverrebbe anche sul fronte della videosorveglianza?
Si propone sempre di aumentare il numero telecamere, come soluzione. Ma se poi non c’è nessuno che le guarda, come si fa? Installare una telecamera, significa attivare tutto un sistema di controllo.

È favorevole al presidio della polizia locale a Campo Marzo?
Era nel programma che ho condiviso da assessore. È un segnale, certo, ma io sono dell’idea che l’efficacia si veda quando entrano in azione gli organi di polizia. 

Per restare a Campo Marzo, recinterebbe o no l’area verde?
Assolutamente no. Questo vorrebbe dire abdicare ai problemi dell’area. Che, invece, va vissuta, non recintata. Anche dal punto di vista economico, la recinzione avrebbe un costo che sarebbe il caso di dirottare su cose più importanti. Insomma, poche idee e confuse. 

A cosa si riferisce?
Al fatto che l’amministrazione abbia presentato diversi progetti finanziati dal Pnrr per la riqualificazione di Campo Marzo e qualche giorno dopo qualcuno della stessa amministrazione (il vicesindaco Matteo Celebron, ndr), se ne sia uscito dicendo di recintarlo. Poi, per non essere da meno, qualcun altro (l’assessore Mattia Ierardi, ndr) ha proposto la siepe.

Cosa fare, allora?
Non è un tema semplice che si risolve con un solo intervento. Di certo, si deve far vivere il più possibile l’area. Io, poi, non avrei fatto i servizi igienici in mezzo, come sono previsti.

E fuori dal centro?
Punterei sul vigile di quartiere. L’ho sperimentato quando ero presidente di circoscrizione. Come deterrente, funzionava. 

(Laura Pilastro)

 

Claudio Cicero: «Dobbiamo introdurre la polizia a cavallo»

Definirebbe Vicenza una città insicura o si tratta “solo” di una questione di percezione? 
A parte il fatto che un buon sindaco dovrebbe tenere conto anche della percezione che i suoi cittadini hanno, perché evidentemente se una persona si sente insicura a girare per la propria città un problema c’è. Detto ciò, no, non si tratta solo di percezione. Certo, non metterei Vicenza all’ultimo posto della classifica, ma sicuramente non la metterei neanche tra i primi posti. I fenomeni di microcriminalità e di degrado ci sono. E che la città sia peggiorata sotto questo aspetto è sotto gli occhi di tutti, anche se chi ha governato in questi anni fa finta che sia tutto una meraviglia. 

La primissima cosa che farebbe su questo fronte se fosse eletto sindaco quale sarebbe?
Chiamare il questore e il comandante dei carabinieri per un incontro, questa sarebbe la prima cosa. E poi è sbagliato usare la polizia locale per mansioni che le competono: il loro compito non è quello dell’ordine pubblico perché per questo ci sono le forze dell’ordine. 

A proposito di vigili, il terzo turno secondo lei andrebbe fatto? 
No, non avrebbe nessun senso. E mi lasci dire che il braccio di ferro che Rucco ha portato avanti con la polizia locale è stato sbagliato e strumentale, nella forma e nella sostanza. Così come è stato strumentale l’aver voluto mettere il gabbiotto a Campo Marzo. 

Quindi lei il “gabbiotto”, cioè il presidio permanente, lo toglierebbe? 
Assolutamente sì, senza alcun dubbio. È stata solo una mossa di propaganda del sindaco che ha portato a zero, e dico zero, benefici concreti. Mi spiega che senso ha tenere degli agenti chiusi là dentro, in quel gabbiotto? Tra l’altro la sede della polizia locale, in Soccorso Soccorsetto, è ad un chilometro e mezzo da Campo Marzo: se c’è necessità di intervenire si arriva in un attimo.

Rimanendo a Campo Marzo: recinzione sì o no? 
No, non mi piace l’idea e non serve. A Campo Marzo ci farei stare le forze dell’ordine a cavallo perché per quel tipo di area sarebbe una soluzione efficace. Si tratta ovviamente di cavalli addestrati. All’estero è una cosa che si fa e io vorrei mutuare questa pratica anche da noi. 

Altre idee sulla sicurezza? 
Più presidio del territorio, più telecamere, più illuminazione, riqualificare gli immobili dismessi che sono ricettacolo di degrado, più cura e servizi nei quartieri, rivitalizzare il centro portando iniziative, aiutando i commercianti, attirando residenzialità. Serve una visione complessiva e serve fare, non chiacchierare e basta come è stato fatto fino ad ora. 

(Roberta Labruna)

 

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