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Il secondo confronto

Vicenza al voto, una città "green": i candidati sindaco a confronto sull'ambiente

Il problema dello smog attanaglia Vicenza da anni ma anche i continui abbandoni di rifiuti rappresentano un tema sentito: i protagonisti delle Comunali 2023 messi a confronto

L'ultimo rapporto dell'Agenzia europea per l'ambiente lo ha certificato ancora una volta: Vicenza è una delle città più inquinate. Non solo d'Italia ma anche di Europa. Secondo la classifica stilata, ci solo solo 13 realtà che in tutto il vecchio continente fanno peggio di noi; e solamente due sono collocate all'interno dei nostri confini: Padova e Cremona. Di smog si parla da tantissimi anni; nonostante il 2023 sia partito quasi con numeri "positivi", se così si possono definire, il livello delle polveri sottili a Vicenza (e in tutto il Vicentino in realtà) è un problema che attanaglia tutti i sindaci, amministrazione dopo amministrazione. Per questo motivo la seconda tappa del confronto (LEGGI QUI LA PRIMA) tra candidati sindaco voluta da Il Giornale di Vicenza si ferma oggi sulla questione ambientale. O meglio, sulle questioni ambientali. Quali sono gli interventi che una giunta può mettere in atto per cercare di limitare l'inquinamento? Quali proposte offrono i protagonisti della contesa elettorale? Il sindaco uscente e candidato per il centrodestra Francesco Rucco e gli sfidanti Giacomo Possamai (centrosinistra), Edoardo Bortolotto (Movimento 5 stelle), Lucio Zoppello (Rigeneriamo Vicenza), Claudio Cicero (Impegno a 360 gradi), Annarita Simone (La Comune) e Stefano Crescioli (Contiamoci!) rispondono a queste e ad altre domande che riguardano il futuro della nostra terra. Spazio anche al tema del verde, ma pure a quello dei rifiuti, da sempre al centro delle attenzioni dei cittadini. Si proseguirà poi con università/giovani/ turismo, quartieri/vita sociale.

 

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Giacomo Possamai: «Una prima comunità energetica al park Cricoli»

Per ridurre l’inquinamento cosa può fare un Comune? 
Incentivare il trasporto pubblico, offrendo un servizio migliore e a prezzi agevolati per anziani e studenti, e anche realizzare nuovi percorsi ciclopedonali. Il mio obiettivo in questo caso è arrivare a 40 nuovi chilometri in 5 anni. Dobbiamo tenere conto che le polveri sottili per oltre il 60 per cento sono prodotte dal riscaldamento degli edifici. Come intervenire? Intanto Vicenza può fare molto di più sul teleriscaldamento. E poi puntando sulle comunità energetiche: la prima che vorrei realizzare è al park Cricoli, coprendolo di pannelli fotovoltaici.

In cosa consiste questo progetto di preciso? 
L’idea è quella di creare due impianti: uno dedicato all’autoproduzione degli edifici comunali e andrebbe a garantire l’energia a scuole, palestre e così via, della zona ovest della città. L’altro invece riguarda una comunità energetica pensata per le famiglie che producendo e condividendo energia pulita abbatterebbero anche i costi delle bollette. 

Capitolo rifiuti: interramento delle isole ecologiche o meglio il porta a porta? 
Solo in campagna elettorale si può sostenere che la soluzione sia l’interramento: farlo in tutta la città sarebbe insostenibile economicamente e non risolverebbe affatto il problema dell’abbandono dei rifiuti. Con l’amministrazione precedente era stato avviato un percorso per individuare le zone del porta a porta, io sono per riprendere quel percorso. Il che non vuol dire necessariamente farlo ovunque, va individuata anche con gli abitanti dei quartieri la modalità migliore se porta a porta o conferimento. Il tema vero è il controllo.

Ecco, a proposito di questo, come si contrasta l’abbandono selvaggio dei rifiuti? 
Vanno potenziati i controlli con telecamere e autocivetta.

Lei ha in mente di creare nuove aree verdi? 
La prima cosa da affrontare è far uscire il parco della Pace dallo stallo in cui si trova oggi per colpa dei ritardi dell’amministrazione Rucco, per farlo diventare un luogo attrattivo per vicentini e turisti. Detto ciò, la risposta alla domanda è sì, voglio aumentare i parchi di quartiere e renderli vivi. Ha una valenza ambientale e anche legata alla sicurezza. In questa direzione va un piccolo progetto che vorrei concretizzare: l’ex carcere di San Biagio è da molti anni un luogo di degrado e in attesa di un progetto di riqualificazione; vorrei intanto recuperare una porzione di area in cui mettere verde, panchine, alcuni giochi per i bimbi. Diamo un servizio alle famiglie e allontaniamo il degrado. Un altro obiettivo: in 5 anni piantumare 100 mila alberi.

(Roberta Labruna)

 

Lucio Zoppello: «Aumentare le auto-civetta contro i furbetti dei rifiuti»

Cosa può fare un’amministrazione comunale per migliorare la qualità dell’aria?
Al netto degli interventi a livello nazionale, regionale o di bacino padano, che poi sono quelli che possono andare veramente a incidere contro l’aria malata, occorre tenere presente una cosa. Dai numeri, vediamo che l’inquinamento da autoveicoli incide per il 17-20 per cento. La grossa fetta dell’inquinamento, invece, è legata agli impianti di riscaldamento. È lì che si deve puntare. 

Se diventerà sindaco, come intende agire?
Ben vengano gli interventi legati all’implementazione del verde pubblico, con viali alberati e boschi urbani, ma non sottovaluterei l’efficientamento energetico degli edifici. Se abbiamo nelle nostre case degli impianti che inquinano meno, andiamo a incidere contro l’inquinamento in maniera significativa, tanto è vero che il Comune dà anche contributi per la sostituzione delle caldaie.

Aumenterebbe gli incentivi per la sostituzione degli impianti?
Il Comune può farlo fino a un certo punto, in questo caso diventano fondamentali gli incentivi a livello statale. È evidente che bisogna andare verso un miglioramento del patrimonio edilizio anche attraverso l’efficientamento energetico degli immobili. Del resto, se nel 2030 devi vendere una casa che non è almeno in classe E, rischi che il notaio non ti firmi l’atto (il riferimento è alla direttiva sulle case green del parlamento Ue, ndr). Non è poco, considerando la vetustà del nostro patrimonio immobiliare. E il 2030 è dopodomani.

A livello urbanistico e di regolamento edilizio, avrebbe sviluppato altre idee per il verde?
Quanto al regolamento edilizio, quando ero assessore mi risultava già pronto, non so che fine abbia fatto, si trattava di adeguarlo a quello regionale. Il verde andrebbe progettato in ogni occasione in cui sia possibile. In questi cinque anni una variante significativa al piano degli interventi non è stata fatta. Anche questo è un altro aspetto di un’inerzia che non fa gli interessi della gente, ci sono persone che stanno aspettando delle risposte da anni.

Come interverrebbe contro l’abbandono dei rifiuti?
C’è un aspetto culturale. Purtroppo qualcuno non ha ancora capito l’importanza del corretto conferimento; vanno bene, quindi, le campagne di sensibilizzazione, ma punterei soprattutto sul controllo. Uno degli ultimi atti portati avanti come assessore all’ambiente, è stata l’introduzione della seconda auto-civetta. 

Aumenterebbe la videosorveglianza per intercettare chi sporca la città?
Sì. L’educazione va bene, però non tralascerei il controllo con auto-civette.

(Laura Pilastro)

 

Stefano Crescioli: «Più controlli anti-inquinanti nei Comuni e nelle industrie»

Il cielo è plumbeo sopra Vicenza. L’aria è inquinata. Come intervenire?
Non c’è un solo inquinamento ma molti inquinamenti. Le malattie allergiche sono correlate all’inquinamento dell’aria. Lo sappiamo da tutti gli studi. La fascia di rispetto per evitare l’inquinamento di una strada trafficata sarebbe di 50 metri. Se si costruiscono strade vicino alle case è un problema. Gli inquinamenti impattano in maniera diversa in età diverse. Un adulto sano non fumatore riesce a depurarsi. Un adulto sano fumatore mette in difficoltà il sistema di pulizia. Un bambino non ha difese perché ha le vie respiratorie più corte.

Cosa intende per inquinamenti?
Fino ad ora i miei colleghi si sono cimentati sull’inquinamento aerodiffuso ma abbiamo anche quello del suolo, dei fiumi e della raccolta rifiuti che, per quanto differenziata, resta ancorata a un metodo arcaico. Ci sono metalli pesanti che non vengono raccolti se non per le pile. 

Cosa fare per la differenziata?
La gestione dell’ambiente mi lascia indignato. Ho visto il grande successo della discarica di Grumolo. A me viene da piangere perché è il territorio più fertile e incontaminato del Veneto in cui è diffusa una tradizione millenaria di colture d’eccellenza. Quel territorio è quello delle risorgive. Una risposta concreta sull’ambiente è quella dei nostri vicini di Brescia con il termovalorizzatore che misura e permette di stare nei parametri internazionale. Gli altri sistemi invece non consentono di avere una gestione programmata dello smaltimento dei rifiuti e dell’impatto sull’ambiente. Il modello è questo, con verifiche su quello che esce dai termovalorizzatori che, spesso, viene successivamente recuperato.

Per proteggersi dallo smog è consigliabile uscire con la mascherina?
Con l’attività fisica aumenta la frequenza del respiro e la quantità di volumi di aria prodotta. Un adulto in media ventila 5 litri a minuto a riposo. Con uno sforzo fisico moderato si arriva a 25 litri e si forma un moto vorticoso e un aumento delle particelle dell’apparato respiratorio. Occorrono mascherine speciali per filtrare le micropolveri. Poi c’è il problema dell’inquinamento chimico delle industrie che a volte inquinano più di quello che noi immaginiamo. Non so esattamente cosa sia ma approfondirò quando sarà il momento. 

Cosa può fare un’amministrazione comunale?
Un controllo da parte delle amministrazioni comunali nelle diverse industrie è da raccomandare. Abbattere gli inquinanti è costoso e non lo metto in dubbio. Rispetto al passato, con la diminuzione di carbone e gasolio, un progresso va in ogni caso detto che c’è stato.

(Karl Zilliken)

 

Annarita Simone: «Nuovi parchi al posto degli edifici abbandonati»

Il tema dello smog e dell’inquinamento dell’aria è uno dei più sentiti in città. Un’amministrazione comunale come può incidere?
Disincentivando l’uso del mezzo privato e incentivando l’uso delle biciclette. Occorre mettere a punto un piano strutturato per le due ruote, in modo che non sia qualcosa di isolato e fatto a caso. Sicuramente, l’obiettivo che ci si deve porre è quello di nuove piantumazioni. 

Pensa a nuovi parchi?
Penso a nuovi boschi anche in centro, collegati alle periferie. 

In che modo sarebbe fattibile l’ipotesi di creare boschi in centro?
Bisogna studiare bene la città. Si potrebbe anche eliminare qualche edificio fatiscente. Qualcuno andrebbe recuperato per realizzare alloggi, anche per gli studenti, qualcun altro, invece, andrebbe abbattuto e al suo posto creati dei nuovi spazi verdi. 

Dove li immagina?
Ad esempio all’ex convento di San Biagio si potrebbe creare una piazzetta a servizio dei cittadini, che darebbe valore a quell’area. Poi, accanto all’Aim si può ipotizzare di realizzare un parco per gli studenti. Ci sono tante aree che potrebbero essere recuperate. 

Nei giorni scorsi, con altri candidati sindaco, ha partecipato a una breve navigazione sul Retrone organizzata da Velocittà. Ritiene si possano valorizzare anche gli argini dei fiumi? E come?
Certo, anche perché quei fiumi danno alla città un fascino particolare, non tutte le città sono attraversate dai fiumi, che creano un ambiente diverso. Riqualificare gli argini, risistemarli, creare delle piste ciclabili e pedonali su quei percorsi, così come anche praticare sport in quei luoghi, darebbe una certa importanza ai corsi d’acqua. Nel tour lungo il Retrone ho visto Vicenza da un’altra prospettiva che potrebbe essere valorizzata anche dal punto di vista turistico. 

In che modo? 
Portare i turisti a guardare da quella prospettiva è meraviglioso, perché permette di capire la storia della città. Sappiamo che chi arriva in città, si ferma per due o tre giorni, quindi sarebbe importante trattenerli guidandoli attraverso altri percorsi acquatici. Di solito vanno in corso Palladio e piazza dei Signori, visitano le bellezze e la cultura della città, ma ci sono tanti posti intorno, ricchi di natura, arte e cultura e che bisogna far conoscere. C’è tanto da valorizzare in questa città.

Sempre in tema di ambiente, come pensa di affrontare la lotta ai rifiuti selvaggi?
Penso che Vicenza sia una città decorosa. Non mi sembra una città in difficoltà da questo punto di vista. Se mi verrà segnalato qualcosa interverrò sicuramente.

(Laura Pilastro)

 

Francesco Rucco: «I grandi bus fuori dal centro con la linea elettrica»

Cosa può fare un’amministrazione comunale in merito al problema del Pm10?
In questi anni ci siamo visti costretti, con disagio per i cittadini, ad applicare ordinanze legate all’accordo di Bacino Padano, siglato tra Regioni. Il blocco del traffico è una misura poco efficace perché le auto incidono sulla produzione mediamente per il 17 per cento. Bisogna cambiare un po’ le politiche ambientali. Noi siamo stati particolarmente attenti all’ambiente, portando avanti una serie di azioni tra cui il piano Paesc, la posa di 66 mila piante e la creazione di tre boschi urbani; anche il Parco della Pace ci ha dato una mano. Abbiamo pronto un piano di piantumazioni per altri 150 mila alberi tra arbusti e piante, questo per incamerare più Co2 possibile. C’è poi il tema della mobilità sostenibile. 

Come interverrete? 
Il piano di acquisti di bus elettrici sta venendo avanti in modo concreto. Arriveranno tre linee del filobus, con tecnologia Brt, e la circolare dei mini bus elettrici, mezzi che stiamo andando ad acquistare per togliere i bus più grandi dalla città storica e spostarli fuori dalle mura.

E per i rifiuti?
Stiamo lavorando sul tema della raccolta differenziata, dove siamo al 78 per cento. Lavoriamo sulle isole ecologiche in superficie nei quartieri, schermate e con videosorveglianze, per evitare i conferimenti abusivi.

E contro l’abbandono?
Stiamo facendo moltissime sanzioni. Abbiamo acquistato la seconda auto civetta, che è operativa. E dopo la sperimentazione saranno confermate le guardie ambientali.

Per le nuove isole ecologiche e i cassonetti interrati non sono arrivati i fondi Pnrr. Cosa farete? 
Andremo avanti con fondi propri, tra Comune e Agsm Aim. Anche per le isole interrate in centro.

L’idea di ampliare la raccolta porta a porta?
Sicuramente in alcune zone verrà ampliata. È un sistema che funziona bene, è molto legato all’educazione civica del cittadino. Dall’altra parte abbiamo investito 4 milioni di euro in cinque anni per l’acquisto di mezzi della raccolta e per il rinnovo dei cassonetti. 

Il Superbonus ha inciso? 
Ha aiutato nella riqualificazione energetica. Ma in questi anni siamo intervenuti anche nel pubblico, su impianti e infissi nelle scuole e stiamo lavorando su un project con Agsm Aim che prevede un intervento di riqualificazione energetica su oltre 90 immobili comunali.

Colonnine per le auto elettriche?
Ne sono previste cento in tre anni e 12 nei primi 100 giorni della prossima amministrazione.

(Alessia Zorzan)

 

Claudio Cicero: «Il calore delle acciaierie deve essere sfruttato»

Le domeniche ecologiche, con il blocco per le automobili, servono secondo il suo parere? 
Per nulla e non lo dico io, lo dicono i dati. Anche perché la colpa dell’inquinamento non è di certo dell’automobile, che incide ma solamente in piccola parte. Io punterei molto di più sull’educazione, a partire dalle scuole. 

Lei punterebbe anche sulle piste ciclabili per abbattere l’inquinamento? 
Intanto mi faccia dire una cosa per favore: io sono conosciuto per le rotatorie, per le strade, ma i picchi delle piste ciclabili sono stati raggiunti quando io ero assessore o consigliere delegato. Certo, anche le piste ciclabili sono utili e sono un tassello importate. Tuttavia è chiaro che non sono risolutive in un ambiente come quello di Vicenza che è altamente industrializzato. 

Farebbe altre aree verdi in città? 
Vicenza in questo momento ha già molte aree verdi. E ricordiamoci che ci sarà anche il parco della Pace; anzi ne approfitto per dirlo subito: io lo chiamerei Parco dell’Aeroporto visto che gli undici milioni di euro con cui è stato realizzato erano destinati all’aeroporto, per la pista; mica per quello che ci hanno fatto adesso. Aeroporto che ci siamo fatti sfuggire: il sindaco Francesco Rucco dice che l’Enac non ci avrebbe dato l’autorizzazione per ricostruire la pista. Peccato che sia falso visto che io ho una lettera dell’Enac che dice il contrario. 

Come risolverebbe il problema degli abbandoni selvaggi dei rifiuti?
Foto-trappole, è così che si beccano gli incivili che abbandonano rifiuti dove non dovrebbero. 

Secondo lei, anche per arginare questo fenomeno, andrebbero fatte più isole interrate o andrebbe esteso di più il porta a porta? 
La raccolta porta a porta è molto dispendiosa, punterei invece sulle isole interrate e appunto sull’aumento delle foto-trappole.

Realizzerebbe un termovalorizzatore? 
Se fosse necessario certo che sì, non lo escludo affatto. Io avevo un vecchio studio anche per portare i rifiuti a Schio tramite treno, questo se si vuole potenziare quell’impianto. Ma si può ragionare di farne uno a Vicenza. E a questo proposito il termovalorizzatore si potrebbe collegare eventualmente anche alla rete di teleriscaldamento. 

Sul teleriscaldamento lei pensa di sfruttare anche il calore delle acciaierie, giusto? 
Sì, io vorrei usare la grande quantità di calore che oggi viene disperso in atmosfera dalle acciaierie per inglobarlo nella rete di teleriscaldamento e così facendo vado a spegnere le centrali di cogenerazione che vanno a gas.

(Roberta Labruna)

 

Edoardo Bortolotto: «Tpl, bisogna lavorare per il biglietto unico integrato»

Un’amministrazione comunale può incidere sul tema dello smog? 
Prima serve informazione, per far capire la gravità della situazione e le cause; e poi ci sono gli interventi. Per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento attraverso incentivi bisogna favorire lo spostamento su impianti a biomassa meno inquinanti e su impianti innovativi. 

E per il traffico?
Bisogna puntare sul trasporto pubblico e sulla mobilità alternativa. Si deve lavorare sull’integrazione totale tra trasporto pubblico e bici. È stato appena approvato un Pums, ma secondo me è deficitario. Bisogna portare le persone dal mezzo privato alla bicicletta. 

E come? 
Va resa concorrenziale la bici rispetto all’auto. Molti oggi prendono l’auto anche per tragitti brevi. Nel tempo si sono costruiti monconi di ciclabili e sono state riadattate strade ricavando la corsia ciclabile per aumentare il chilometraggio e ottenere finanziamenti europei. Ma è un dispendio di soldi che non risolve il problema. Bisogna tirare fuori dal cassetto i progetti di Vicenza, che ci sono, e cominciare a costruire una rete di ciclabili efficiente. Ad esempio i due assi principali della città, verso Vicenza Ovest o Est, sono inutilizzabili per le bici. E serve un piano che coinvolga anche i comuni contermini. Molta gente abita fuori e lavora in città, per convincerla a usare la bici servono percorsi chiari, sicuri e protetti. E c’è un aspetto economico. 

In che senso?
Penso al “Bike to work”, con incentivi a chi va al lavoro in bici. Il Comune potrebbe promuovere iniziative simili, attraverso finanziamenti. Servono anche posti sicuri per le bici. O si mettono rastrelliere dove ci sono telecamere o si incentivano scuole e datori di lavoro a predisporre degli spazi.

Sul trasporto pubblico?
Va pensata un’integrazione anche in chiave provinciale e regionale. Non solo con i bus, ma anche i treni. Da qui a un anno bisognerebbe puntare al biglietto unico integrato. E i bus andrebbero dotati di sistemi di trasporto delle bici.

Un’idea per i fiumi?
Retrone e Bacchiglione sono inquinati, bisogna rivitalizzarli. Ad esempio con il “Contratto di fiume” tra Comuni, Provincia e Regione. Si tratta di studiare un piano di rigenerazione che fissa in 5 anni obiettivi di qualità delle acque. 

La raccolta dei rifiuti funziona? 
Si deve intervenire sugli abbandoni e ci sono alcune questioni tariffarie da affrontare, soprattutto per esercizi commerciali e studi professionali, che hanno una tariffa che non corrisponde all’effettiva produzione di rifiuti. E va incentivato anche il recupero delle acque piovane.

(Alessia Zorzan)

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