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Viaggio nei quartieri

San Felice e San Lazzaro tra prostituzione, droga e più sicurezza stradale

Residenti e commercianti chiedono più controlli delle forze dell'ordine. Nella zona hanno chiuso parecchie attività, come lo storico Sartea
Attività chiuse: tra quelle che hanno abbassato le serrande anche il Sartea (Foto MARANGON)
Attività chiuse: tra quelle che hanno abbassato le serrande anche il Sartea (Foto MARANGON)
Attività chiuse: tra quelle che hanno abbassato le serrande anche il Sartea (Foto MARANGON)
Attività chiuse: tra quelle che hanno abbassato le serrande anche il Sartea (Foto MARANGON)

Risolto un problema, quello della prostituzione, se n'è palesato un altro, quello dello spaccio. Stiamo parlando della zona di corso Santi Felice e Fortunato e, in modo particolare, dell'area di parking Cattaneo. Siamo andati a dare un'occhiata (su segnalazione di un commerciante che definisce la situazione come quella del film "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino") ed effettivamente, vicino alle vecchie mura, a parte l'odore nauseabondo e la visibile presenza di deiezioni umane, c'erano a terra numerose confezioni vuote di siringhe.

Degrado e spaccio

Sentirsi tranquilli, anche in pieno giorno, non è facile. Pare che ci siano orari precisi per lo spaccio e una lunga fila di clienti pronti ad acquistare la dose con banconote alla mano. Il tutto alla luce del sole e a poco più di un chilometro in linea d'aria dal centro storico. «Ho segnalato questa situazione di degrado più volte - racconta Filippo Galeazzo, titolare dell'omonima e storica fioreria aperta nel 1965 -. Quando il viale era abitato da prostitute questo problema non c'era: il passaggio delle forze dell'ordine era più frequente. Adesso siamo lasciati allo sbaraglio, con quotidiani droga-party. Cosa significa nel concreto? Che non stiamo mai da soli in negozio. Sono gli stessi ragazzi stranieri che di notte vanno a dormire sotto i portici di Monte Berico. Nel giro della droga ci sono stranieri e almeno un paio di italiani con due cani di grossa taglia. Basti pensare che mentre si drogano gli animali sono liberi di girare nel parcheggio senza guinzaglio. Poi vogliamo parlare delle feci? È imbarazzante, si abbassano i pantaloni e fanno quello che devono fare senza ritegno».

Il problema dello spaccio preoccupa anche Renzo e Lorena Sella, fratelli titolari della tabaccheria che porta il loro cognome. «Vediamo spesso persone che spacciano e siamo in allerta soprattutto per gli studenti dell'istituto Fusinieri - commentano -. Siamo qui da trent'anni, ma negli ultimi dieci le cose sono cambiate drasticamente. Servirebbe un vigile negli orari di uscita da scuola sia per tenere lontani personaggi loschi, sia per gestire l'attraversamento di corso Santi Felice e Fortunato da parte dei giovani; almeno una volta l'anno, infatti, capita che un ragazzo venga investito in maniera più o meno grave. Se ci sentiamo sicuri? No».

Attività chiuse e "dimenticati" dal centro

E nella zona hanno chiuso anche parecchie attività, come quella dello storico locale Sartea, proprio a fianco della tabaccheria. «La gente che si lamenta del traffico non ha mai messo piede fuori Vicenza - scherza invece Enrico Forlin, titolare del Tiffany caffè -. Qui i problemi sono altri e sono due: il costo degli affitti, motivo per cui molti esercenti abbassano le serrande, e una politica incentrata a valorizzare solamente il centro storico. In questa zona mancano manifestazioni ed eventi che portino famiglie: è in questo modo che si tiene lontano il degrado. Un esempio è la zona di San Lazzaro: hanno riqualificato il viale e creato dei supermercati nelle aree abbandonate. Adesso un appartamento che prima valeva 30 mila euro, lo si vende ad almeno 80 mila». Ed effettivamente, nonostante restino ancora delle aree da sistemare, come quella dell'ex distributore vicino all'Oasi Bar, nel complesso il quartiere, prima noto per la prostituzione, è migliorato. «A livello estetico non ci possiamo lamentare - le parole di una residente - ma ora ci sono meno controlli dunque furti, risse e spaccio sembrano essere all'ordine del giorno».

Sara Marangon

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