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L'ULTIMA TAPPA

La "maratona" di Possamai: «Adesso bisogna cambiare»

Lo sfidante assicura: «Non vinceranno al primo turno e non vinceranno al secondo. Li porteremo al ballottaggio e così li inchioderemo ai fallimenti e alle promesse tradite»

"Il ragazzo si farà". Non come calciatore, però. Perché fin da quando Giacomo Possamai tirava i primi calci al campetto di San Pio X nessuno avrebbe scommesso un centesimo su un futuro radioso con le scarpe bullonate ai piedi. E quando ieri all'ora di pranzo, avviando proprio da quel campetto la lunga camminata per chiudere la lunga campagna elettorale, ricordava che proprio qui aveva tirato i primi calci al pallone, per poco al candidato sindaco del centrosinistra non scappava da ridere. Non tanto per l'impietoso confronto con l'amico e sindaco di Verona Damiano Tommasi, che qualche giorno fa ai Pomari aveva tentato con buona volontà di insegnargli come si gioca a calcio, quanto per l'azzardo finale di un ultimo sforzo fisico (15 chilometri a piedi, con pioggia battente all'inizio) studiato per passare in rassegna tutti i quartieri e convincere quanti più vicentini possibile che è tempo di cambiare.

Le storie di Vicenza

«Abbiamo ascoltato le loro storie, i loro problemi. Abbiamo condiviso con loro le nostre idee, le nostre proposte, il nostro entusiasmo. Abbiamo visto la città attraverso i loro occhi, le loro speranze, le loro delusioni. Abbiamo capito che non c'è problema troppo piccolo da non meritare la nostra attenzione e che non c'è sfida troppo grande da non poter essere affrontata. E abbiamo anche capito che la città ha bisogno di un cambiamento profondo» dirà più tardi, in serata, in piazza delle Erbe dove ha deciso di sfidare la sorte meteorologica e chiuderà la sua marcia. È stata una campagna elettorale nervosa. Meglio, velenosa. E Possamai non ha dubbi nell'individuare il responsabile, Francesco Rucco: «Il sindaco uscente l'ha basata sulla pura e peggiore polemica, ma noi continuiamo a rispondere con il sorriso». Già, le polemiche sono state all'ordine del giorno. Per esempio la questione del civismo, una sorta di Sacro Graal che spetterebbe solo ai candidati con meno tracce partitiche. E allora, mentre la marcia prosegue al parco Astichello, si discute se è più civico Possamai che tiene lontani gli esponenti di partito ma resta comunque capogruppo del Pd in Regione, o Rucco, che si professa autonomo dai partiti ma che ha ricevuto il sostegno pubblico dalle visite di svariati esponenti di spicco di Lega, FdI e Fi.

Una passeggiata tra i quartieri

Sulla lontananza della segretaria del Pd Elly Schlein da Vicenza, Possamai spiega: «Ho rispetto per la segreteria di quello che è il mio partito. Ma ho chiesto a lei, come avrei chiesto a qualunque altro segretario, di non venire a Vicenza in questa campagna elettorale. Come l'ho chiesto a tutti i leader politici nazionali. E il motivo è semplice. Volevo, e voglio, che questa campagna resti a Vicenza, parli di Vicenza, sia per Vicenza. Roma non c'entra. La politica nazionale non c'entra». E allora avanti, verso Porta Santa Croce. «Tra la gente, con la gente, per la gente. Questo è stato il nostro motto. Così è stata la nostra campagna. E così è stata la giornata di oggi, vissuta camminando per 15 chilometri tra i quartieri della nostra città, facendo gli ultimi incontri, raccontando le ultime idee, stringendo le ultime mani». E con l'occasione il tour tocca i cantieri che, secondo il candidato del centrosinistra, sono andati a rilento, vedi l'ex Centrale del latte. Di nuovo, avanti. Con l'orologio delle elezioni che batte gli ultimi rintocchi.

Chi è in vantaggio? Chi vincerà?

«Questo primo turno di elezioni, domenica e lunedì, sarà la nostra linea del Piave - afferma Possamai -. Loro pensavano di sfondare, ma non passeranno. Li trascineremo al ballottaggio. E al ballottaggio una volta di più li costringeremo al confronto di idee, li inchioderemo ai fallimenti di questi anni e alle promesse tradite. Non vinceranno al primo turno e non vinceranno al secondo». Ormai ci siamo. La lunga marcia è finita, almeno per un weekend, visto che Possamai prospetta altri 15 giorni di sfide e confronti. Un pit stop doveroso in piazzetta Gioia, «dove tutto è cominciato, a gennaio», per rimettere in fila i punti del programma. E poi l'ultimo discorso, in piazza delle Erbe, con la pioggia che offre una tregua. «Non ci si mette in cammino solo quando c'è il sole. E ne abbiamo fatta di strada, oggi e in questi 4 mesi, in pochi all'inizio e poi sempre di più. E non ci fermeremo: convinceremo i vicentini con la forza tranquilla del nostro messaggio».

La prima partita si giocherà domani e lunedì

Il ragazzo che giocava a calcio a San Pio X si è fatto, ha cambiato sport e ora chiede ai vicentini se ha fatto la scelta giusta. «Mi ha colpito, in queste settimane, lo spirito di rassegnazione di tanti vicentini, come pensassero che i giorni migliori siano alle spalle. Non è così, insieme possiamo costruire una Vicenza migliore, io ci credo con tutto me stesso e ai cittadini voglio fare una promessa: i giorni migliori sono davanti a noi»..

Roberta Labruna

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