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Marostica al voto

Giorgio Santini: «Uscire dal chiuso del Palazzo e pensare alla sostenibilità»

Obiettivo ribaltone con più partecipazione

Perché la sua ricandidatura?
 stata lo sbocco naturale del percorso di cinque anni fa. All'indomani delle amministrative, abbiamo preso la decisione importante di trasformare la nostra lista in un'associazione, "Marostica partecipa". Si è irrobustita e grazie a un sempre maggiore coinvolgimento la gente risponde affrontando con noi i temi del futuro.

C'è un futuro da cambiare a Marostica?
C'è un futuro da prevedere. Sui problemi della demografia, dell'energia, delle emergenze ambientali che qui sono molto rischiose per le caratteristiche del territorio, l'amministrazione attuale non ha una visione di prospettiva. Così come non l'ha avuta in passato: ora tutti glorificano la ristrutturazione dell'ex ospedale, ma quelle proposte le avevamo lanciate noi in tempi non sospetti e senza ottenere risposte dal governo cittadino. Quando ancora loro tacevano, noi abbiamo avuto incontri con l'Ulss, che voleva vendere tutto, e l'assessore regionale Manuela Lanzarin. Il progetto di rigenerazione urbana di quella zona è nato da lì. Adesso non basterà il centro per i malati di Alzheimer, a quel piano bisognerà aggiungere molte altre cose, ma loro questo non lo dicono.

Non la preoccupa il fatto che alla fine non siate riusciti a coalizzare nella vostra lista anche gli altri esponenti dell'opposizione?
Non più di tanto perché non hanno fatto loro liste e confido che ci daranno una mano. D'altronde hanno partecipato a parecchi eventi preparatori e la visione è simile. Abbiamo un polo forte.

Come pensate di aver lavorato all'opposizione?
Dando contenuti, pressando l'amministrazione e facendole anche cambiare idea su qualche progetto folle come quello per la piscina, che la città stava per perdere. Grazie a noi non si è venduta e si è aperto al partenariato pubblico-privato. Anche sulla messa in sicurezza del territorio e su altri importanti cantieri è stato il sottoscritto a procurare più volte finanziamenti dalla Provincia. Senza calcoli di bandiera ma per un bene della città che intendiamo continuare a perseguire da governanti.

Qual è l'obiettivo?
Uscire dal palazzo in cui l'amministrazione uscente è rimasta chiusa. Solo con l'apertura si può costruire. A Marostica esistono sei frazioni collinari, alcune sono molto lontane dal capoluogo. Ciascuna esprime un consiglio con il quale bisogna confrontarsi sempre. Così come con le consulte della cultura, delle associazioni, del turismo, del volontariato. Questa possibilità di partecipazione è stata trascurata.

Puntate anche sulla sostenibilità.
Sono presidente regionale dell'AsVess, associazione veneta per lo sviluppo della sostenibilità, e nel direttivo di quella nazionale. Siamo nel pieno di una transizione che non riguarda soltanto l'energia, ma anche clima, ambiente, tecnologie che devono diventare un patrimonio di tutti, anche degli anziani, per agevolare la vita. La mia lista ha proposte concrete e precise: non distruggere i portafogli delle famiglie, dare spazio alle fonti rinnovabili e alle comunità energetiche, ridurre la mobilità automobilistica, contrastare il consumo di suolo, aumentare il verde nella parte pianeggiante.

E per il turismo?
Inaccettabile che il castello superiore sia chiuso. Il castelo inferiore va reso più accessibile.

La stazione delle corriere?
Come diceva Sordi. «problema risolto perchè ormai il paziente è morto». E, a proposito di mancata consultazione, sono state buttate via 1500 firme contrarie.

Alessandro Comin

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