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Il personaggio

Giacomo Possamai: chi è il nuovo sindaco di Vicenza, il più giovane di sempre

Battuto al ballottaggio Francesco Rucco. Diventa primo cittadino a 33 anni e per la prima volta il sindaco uscente è sconfitto. Il suo "no" ai big della politica nazionale.
Il nuovo sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, festeggiato in piazza dei Signori (COLORFOTO)
Il nuovo sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, festeggiato in piazza dei Signori (COLORFOTO)
Il nuovo sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, festeggiato in piazza dei Signori (COLORFOTO)
Il nuovo sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, festeggiato in piazza dei Signori (COLORFOTO)

Giacomo Possamai è il nuovo sindaco di Vicenza. Ha vinto al ballottaggio con il 50,54% dei voti, contro il 49,46% ottenuto dal sindaco uscente sostenuto dal centrodestra Francesco Rucco. La differenza, tra i due, è racchiusa in appena 500 voti (23.416 contro 22.916). Ma tanto è bastato per confermare il risultato del primo turno, che aveva visto Possamai chiudere avanti seppur con un margine più ampio (due punti percentuali).

Un risultato storico e non è un modo di dire. Vuoi perché, a 33 anni, Possamai diventa il più giovane primo cittadino di Vicenza di sempre. Ma anche perché è la prima volta che all'ombra della Basilica palladiana un sindaco uscente non viene rieletto. E, infine, perché nel momento di massimo successo del centrodestra a livello nazionale, Vicenza è stata l'unica città su sette capoluoghi da cui il centrosinistra è uscito vincitore al ballottaggio. 

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Chi è Giacomo Possamai

Nato il 9 febbraio del 1990, laureato in giurisprudenza, Giacomo Possamai cura le relazioni esterne del Gruppo Unicomm (Dueville). Grande tifoso del Lane («Forse è il mio unico punto in comune con Francesco Rucco»), ha iniziato molto presto il suo percorso politico. A 17 anni è segretario provinciale dei giovani democratici, poi da vicesegretario nazionale dei giovani dem entra a far parte dello staff che lavora alla comunicazione di Enrico Letta, allora presidente del consiglio. Nel 2013 fa il suo esordio (con il botto) in Consiglio comunale grazie a ben 964 preferenze e assume la delega alle politiche giovanili dell'amministrazione Variati e il ruolo di capogruppo Pd in Sala Bernarda. Nel 2018 si candida alle primarie Pd per il sindaco di Vicenza, ma viene battuto per soli 26 voti da Otello Dalla Rosa (che poi alle amministrative perderà al primo turno proprio contro Rucco). Nel settembre del 2020 è stato eletto in Consiglio regionale con oltre 11 mila preferenze, secondo solo al leghista Roberto Marcato, diventando capogruppo del Partito Democratico Veneto.

 

Il no ai leader politici

Tessera del Pd in tasca, la sua è stata una campagna elettorale all'insegna del civismo. Se da un lato il centrodestra ha schierato ministri e leader nazionali a sostegno di Rucco (il vicepremier Salvini è venuto sei volte in città), dall'altro il "no" di Possamai alla presenza dei big - Elly Schlein in testa - ha fatto rumore. Ma alla fine, evidentemente, ha pagato. «Non mi piace dire che ho vinto contro qualcuno, non è questo il mio stile: a tutti gli attacchi della campagna elettorale - ha spiegato Possamai - abbiamo risposto con il sorriso, concentrandoci sulla città, facendo le nostre proposte per Vicenza, costruite su Vicenza. Per questo non ho invitato leader nazionali, ma sindaci di altre città».

Elezioni comunali Vicenza, si festeggia nella sede di Giacomo Possamai

«Sarò il sindaco di tutti»

«Sarò il sindaco di tutti, anche di chi non mi ha votato», le prime parole di Possamai quando anche i dati ufficiali hanno sancito la sua vittoria. «Essere sindaco della mia città, della città che amo, è l'onore più grande della mia vita», ha aggiunto. E c'è da credergli, visto che per questa partita l'anno scorso ha detto "no" alla chiamata a Roma del Pd per le politiche.

Le prime cose che farà da sindaco? Le aveva già dette e le ha ripetute subito dopo la vittoria: convocare Iricav e Rfi per la Tav e mettere in piedi la task force che si occuperà di prendersi cura dei quartieri. Poi il bagno di folla in piazza dei Signori, tra cori, abbracci, strette di mano e sorrisi. «Oggi non è l'arrivo, oggi è la partenza: i vicentini ci hanno consegnato la loro voglia di cambiamento, la loro voglia di credere nel futuro, adesso noi dobbiamo essere all'altezza e non tradire questa fiducia».

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