<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'editoriale

Possamai-Rucco: la partita ancora lunga da giocare

In casa di Francesco Rucco (sopra) si fanno i conti con i risultati, in casa di Giacomo Possamai (sotto) si sorride ed esulta per il risultato (FOTO COLORFOTO/TONIOLO)
In casa di Francesco Rucco (sopra) si fanno i conti con i risultati, in casa di Giacomo Possamai (sotto) si sorride ed esulta per il risultato (FOTO COLORFOTO/TONIOLO)
In casa di Francesco Rucco (sopra) si fanno i conti con i risultati, in casa di Giacomo Possamai (sotto) si sorride ed esulta per il risultato (FOTO COLORFOTO/TONIOLO)
In casa di Francesco Rucco (sopra) si fanno i conti con i risultati, in casa di Giacomo Possamai (sotto) si sorride ed esulta per il risultato (FOTO COLORFOTO/TONIOLO)

Per il sindaco uscente che al primo turno arriva secondo è una brutta botta. Segno che gli elettori non hanno avuto una grande opinione su come è stata amministrata la città e per questo aprono una porta al cambiamento. Ma non è ancora una sconfitta: il sistema di elezione diretta del primo cittadino si dimostra in grado di funzionare benissimo. Per inciso: se avessero applicato la riforma paventata dal ministro, Roberto Calderoli, volta a eliminare il ballottaggio se si vince con oltre il 40%, a Vicenza avrebbe vinto il centrosinistra. Così com'è, invece, consente di ribaltare il risultato a chi è in grado di portare dalla propria parte elettori che prima avevano scelto altri candidati.

Per il candidato sfidante che al primo turno ribalta il risultato e al ballottaggio parte in testa è una grande iniezione di fiducia. Segno che gli elettori hanno apprezzato la proposta di programma illustrato in campagna elettorale e che sono disposti a firmare un'apertura di credito. Ma non è ancora una vittoria: al secondo turno occorre riportare alle urne tutti quelli che si sono espressi a favore e aggiungere un pezzetto per completare il puzzle del trionfo.

Francesco Rucco e Giacomo Possamai stanno vivendo questa prima tornata elettorale a Vicenza con sentimenti contrapposti: preoccupato il primo, soddisfatto il secondo. Ma entrambi sanno che la partita non è finita qui, per quanto il candidato del centrosinistra, come anticipavano i sondaggi di Demetra dimostratisi corretti, adesso parta con i favori del pronostico che all'inizio erano tutti per il candidato sindaco civico sostenuto dai partiti di centrodestra.

Una cosa è stata dimostrata da questa prima tornata amministrativa, oltre all'ormai cronica allergia alle urne da parte dell'elettorato: le dinamiche politiche nazionali contano molto poco nella scelta del sindaco per la propria città. Brescia, per dire, ha scelto già al primo turno una candidata di centrosinistra, Laura Castelletti, erede di 10 anni di mandato di Emilio Del Bono, nonostante in città siano arrivati in visita tre quarti dei ministri del governo in carica e venerdì scorso abbia concluso la campagna elettorale di Fabio Rolfi niente meno che Giorgia Meloni in persona. Queste sfilate non hanno spostato un voto, così come non lo hanno spostato a Vicenza. Di contro a Treviso Mario Conte, leghista, è stato riconfermato in carrozza sulla scorta di come ha gestito la città e non certo per le visite eccellenti di cui anche Treviso ha usufruito. Certo, dall'altra parte l'eventuale comparsata della segretaria del Pd, Elly Schlein, avrebbe creato, come dire, imbarazzi a sinistra, al punto da rinunciarci. Volendo fare un ragionamento politico leggendo nella filigrana degli ultimi risultati amministrativi, se anche Vicenza finisse al centrosinistra si creerebbe un asse di capoluoghi da Brescia a Padova nel cuore produttivo di due regioni da anni saldamente in mano al centrodestra. Su questo qualche riflessione la staranno sicuramente facendo tanto Luca Zaia, eletto col 76% dei voti dei veneti, quanto Attilio Fontana.

Ma nei prossimi dieci giorni l'unico argomento di cui dovranno parlare i due sfidanti, Possamai e Rucco, sarà Vicenza, possibilmente in modo meno velenoso e più costruttivo di quanto fatto finora. Per far capire fino in fondo che città vogliono, che città propongono. Nell'interesse di tutti i vicentini, perché possano decidere sui programmi e non su chi urla più forte.

Marino Smiderle

Suggerimenti