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"Biri", Soldà e la storia dell'alpinismo

Carlesso e Soldà, assieme un pezzo di storia dell'alpinismo italiano
Carlesso e Soldà, assieme un pezzo di storia dell'alpinismo italiano
Carlesso e Soldà, assieme un pezzo di storia dell'alpinismo italiano
Carlesso e Soldà, assieme un pezzo di storia dell'alpinismo italiano

Ricorre quest'anno il centenario della nascita di Raffaele Biri Carlesso. La Sezione di Pordenone del Club Alpino Italiano, di cui egli ha fatto parte fin dal 1925, anno di fondazione, ha reso omaggio alla memoria, ricordando la sua figura di straordinario alpinista.

Si tratta di una vera personalità del mondo alpinistico, molto noto in provincia di Vicenza e, soprattutto a Valdagno dove ha abitato per quasi 10 anni e proprio in quel periodo ha conquistato le più prestigiose mete. È stato uno dei maggiori protagonisti dell'Alpinismo Italiano degli anni '30, quello del famoso periodo d'oro del VI grado, a cavallo tra le due guerre mondiali del secolo scorso che, in aperta rivalità con la scuola austro-tedesca, mirava al superamento delle più alte difficoltà della scalata su roccia.

“Io quando vado lassù - diceva - mi sento sicuro come in chiesa perché la montagna è una fonte inesauribile di spiritualità, una scuola di vita senza fine”. In quel decennio furono aperte tantissime vie che, per bellezza e livello tecnico rimangono ancora insuperabili, considerata la qualità dell’attrezzatura, fatta di pochi e rudimentali mezzi. Sono gli anni in cui il recoarese Gino Soldà con le sue imprese si meritò di essere iscritto nel registro degli alpinisti più forti.

(Testi e materiale a cura di Luigi Centomo)

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