<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Verso l'adunata

Scalabrin, da Marostica al comando dell’Accademia

di Andrea Mason
andrea.mason@ilgiornaledivicenza.it
L’ufficiale 54enne è un artigliere alpino. Prima di reggere il prestigioso istituto di Modena dove si formano i quadri del domani ha guidato la brigata Taurinense. Aiutante di campo del presidente Mattarella ha partecipato anche ad una delicata missione in Libano. «Chi guida un reparto di alpini deve dare l’esempio: è il primo di cordata»
Il generale Davide Scalabrin con la prof. Paola Del Din, Movm, all'Accademia Militare di Modena
Il generale Davide Scalabrin con la prof. Paola Del Din, Movm, all'Accademia Militare di Modena
Il generale Davide Scalabrin con la prof. Paola Del Din, Movm, all'Accademia Militare di Modena
Il generale Davide Scalabrin con la prof. Paola Del Din, Movm, all'Accademia Militare di Modena

 Alpino, anzi artigliere da montagna. Vicentino di Marostica, 54 anni, sposato con Tatiana, padre di una figlia. Davide Scalabrin è considerato tra i più brillanti ufficiali dell’Esercito Italiano. È stato assistente militare e aiutante di campo per l’Esercito del presidente della Repubblica. Era lui il generale con il cappello da alpino e la penna bianca che accompagnava le delegazioni dei partiti nell’ufficio di Mattarella, e le seguiva all’uscita, nel passaggio davanti ai giornalisti in attesa di conoscere le decisioni del presidente. Ricco il curriculum di questo generale (a due stelle, e cioè di divisione), figlio di un carabiniere. Dopo l’esperienza a Roma Scalabrin ha comandato più recentemente la brigata alpina “Taurinense” dove aveva, tra l’altro, servito come comandante del 1° reggimento artiglieria terrestre (da montagna) e ha quindi guidato la “Joint Task Force Lebanon- Sector West” nell’ambito dell’Operazione “Leonte XXIX” in Libano. È il 70° comandante dell’Accademia Militare di Modena.

Generale Scalabrin, qual è il compito dell’Accademia militare di Modena che lei comanda?

L'Accademia Militare di Modena, che fa risalire le sue origini alla Reale Accademia Militare di Savoia - fondata il 1° gennaio 1678 -, è detentrice del primato di essere la più antica Istituzione dedita alla formazione dei quadri dirigenti dell’Esercito. Da oltre due anni ho il privilegio di comandare questo istituto, che ha il compito, unitamente alle Scuole di Applicazione dell’Esercito e dell’Arma dei Carabinieri, di preparare i futuri comandanti delle due Forze Armate.

Che differenza ha trovato nel guidare un reparto operativo e questa antichissima scuola?

Sono realtà diverse, con obiettivi distinti. Ma ci sono degli elementi comuni: in entrambe ho avuto la possibilità di lavorare con collaboratori motivati, veri professionisti che operano sempre con grande attenzione e amore per quello che fanno. In Brigata ho visto graduati con alle spalle molte esperienze all’estero - in scenari difficili quali l’Afghanistan -, prepararsi con estremo impegno e cura per il successivo impiego in un teatro operativo, quasi fosse la prima volta. In Accademia vedo insegnanti militari ed istruttori che ripetono la stessa lezione o conducono la stessa attività addestrativa con l’attenzione della prima volta, immedesimandosi nei frequentatori dell’Accademia Militare del 2024, consci del fatto che loro rappresentano il futuro.

Sentirebbe di consigliare ai giovani d’oggi di perseguire la carriera militare?

Certamente! Oggi la professione militare è in grado di garantire ai giovani una sicura crescita: sia personale sia professionale. I tanti ragazzi che vogliono intraprendere la carriera militare e che ogni anno partecipano al concorso per entrare in Accademia, non si lasciano intimorire dalle regole o dal rigore del contesto in cui si vogliono immergere. Sono decisi ad intraprendere una professione che li coinvolga completamente, sia nella sfera emotiva sia in quella razionale. Certo, la carriera militare oggigiorno ha necessità di competenze e conoscenze sempre più complesse ed articolate. Alla massa di un tempo si contrappone la specializzazione e l’uso diffuso della tecnologia. Quando nel loro percorso formativo i suoi allievi sceglieranno di diventare ufficiali degli alpini? L’allievo ufficiale sceglie alla fine del secondo anno la futura Arma d’appartenenza, mentre la specialità gli viene poi assegnata al quarto anno, il primo trascorso a Torino. Per poter accedere alle truppe alpine, all’inizio del terzo anno i neo sottotenenti vengono sottoposti ad una serie di prove fisiche per testarne la capacità di “muovere e combattere” in montagna… e nei futuri contesti artici.

Il generale Davide Scalabrin con la prof. Paola Del Din, Movm, all’Accademia Militare di Modena
Il generale Davide Scalabrin con la prof. Paola Del Din, Movm, all’Accademia Militare di Modena

Quale sarà il loro tratto distintivo?

Il comandante alpino si caratterizza per la capacità di guidare le sue truppe, soprattutto attraverso l’esempio, ponendosi sempre come “primo di cordata”. Bene, questo è uno di quei valori cardine che vengono trasmessi in Accademia.

Quali sono i valori che l’essere alpino le ha trasmesso? E fu una sua scelta precisa quella di diventarlo?

 

Guidare la propria unità su un ghiacciaio a 3.000 metri come nel deserto dell’Afghanistan ti insegna un modo particolare di comandare e le responsabilità che ne conseguono. Queste esperienze le ho potute fare grazie al fatto di portare una penna sul cappello. Sono un artigliere da montagna, e sono orgoglioso di far parte della famiglia delle Truppe Alpine. Ammetto che all’inizio della mia carriera militare non ho dato nulla per scontato e mi sono guardato attorno senza fretta… Ma, a pensarci bene, dove poteva finire un ragazzo che ha imparato a sciare nelle piste di Valbella?

Sarà presente all’adunata di Vicenza?

Intanto un ricordo speciale riguarda l’adunata di Trento, per la partecipazione del Presidente della Repubblica. Per le altre adunate a cui ho partecipato, il ricordo dominante è il ritrovarsi dopo tanti anni con le persone con cui si sono condivisi momenti speciali. Per quanto riguarda la mia presenza all’appuntamento di Vicenza… farò di tutto per esserci.