«L’impegno di portare il cappello con la penna»

L’orgoglio di appartenere alla famiglia alpina, in una città che si sente capitale delle penne nere e che non ha mai dimenticato la grande adunata nazionale del 2008. È accaduto a Bassano sabato per una prima assoluta come la cerimonia di consegna del cappello alpino ai circa 200 volontari in ferma iniziale arrivati dalle 12 settimane di addestramento all’ex Scuola militare alpina di Aosta. Ai tempi della naja, il cappello si riceveva già il primo giorno di inquadramento al Car. Poi, se ne apprendevano il significato simbolico e il valore. Oggi il procedimento si è ammodernato, in linea con gli altri eserciti dell’Occidente: prima la formazione del giovane volontario o volontaria, completata la scorsa settimana con una visita ai sacrari del Vicentino, poi il cappello con la penna, immutato nella sostanza dai tempi della Grande guerra. E se pochi giorni fa, al momento dei saluti in piazza Garibaldi, a Bassano, il comandante delle truppe alpine, generale Ignazio Gamba, ha ricordato che “il cappello è un impegno. A contribuire con ogni sfida affrontata e ogni ostacolo superato al miglioramento di sé e del gruppo”, un commosso presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero ha augurato ai ventenni e alle ventenni schierati di fronte a sé “di rendere sempre onore ai valori di amicizia, fratellanza e solidarietà che fanno del nostro corpo qualcosa di unico”. Poi, la cerimonia di consegna dell’insegna alpina per eccellenza, per la quale non poteva che essere scelto il Ponte di Palladio. A lato del percorso, migliaia di persone, sul monumento i “boce” in armi a ricevere il cappello ognuno da un “vecio” illustre (tra i quali il presidente emerito dell’Ana , Corrado Perona). Il tutto, con uno sguardo a Vicenza, e all’Adunata che in maggio porterà in città le penne nere di tutta Italia.