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Il Contemporaneo
riforma il Classico
e guarda ai giovani

Conferenza stampa - foto di Filippo Bordignon
Conferenza stampa - foto di Filippo Bordignon
Conferenza stampa - foto di Filippo Bordignon
Conferenza stampa - foto di Filippo Bordignon

VICENZA. Presentato giovedì nell’Odeo del Teatro Olimpico il programma di “Conversazioni 2017 - 70° Ciclo di Spettacoli Classici”, nove appuntamenti spalmati in ventiquattro serate tra settembre e ottobre. In apertura, il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci illustra una strategia coraggiosa e lungimirante riguardo gli eventi della rassegna: “L’intenzione, già avviata nella precedente edizione, resta quella di riformare l’idea stessa di ‘Classici’ con un Cartellone che impieghi la materia della Tradizione quale elemento base per un confronto coi linguaggi della contemporaneità. Un approccio in grado di spazzare certe eventuali polverosità utile per avvicinare le nuove generazioni”. Dello stesso avviso Roberto Ditri, presidente della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza che, ribadito il massimo supporto per il progetto, aggiunge: “Quest’edizione in particolare valorizza il Passato storico con proposte di assoluta validità preparando al contempo il pubblico ad adottare nuovi occhi per interpretare il contemporaneo e comprendere i grandi eventi del futuro prossimo”.

Si aprirà con un prologo d’eccezione, il 21 giugno, quando l’Olimpico ospiterà “Okina” e “Hagoromo”, unica tappa italiana, fatta eccezione per una recita a Città del Vaticano, degli storici maestri giapponesi di Teatro Noh Kazufusa Hosho e Tatsunori Kongo. L’inizio ufficiale è previsto il 14 settembre al Teatro Astra con il ritorno dello statunitense Robert Wilson, tra i principali drammaturghi e registi di teatro mondiali viventi, con lo spettacolo “Hamletmachine” tratto dal testo di Heiner Muller. Tornando all’Olimpico, dal 22 al 24 settembre sarà la volta della "Trilogia degli Elementi" (Ismene/ Fedra/ Aiace), lavoro per “voce sola e macchine celibi” firmato dalla Compagnia Khroma di Enrico Bagnoli e Marianne Pousser e ispirato alle liriche del poeta greco Yiannis Ritsos. Tra le mura della corte barocca di Palazzo Leoni Montanari si terrà invece, nei giorni 22 e 23 settembre, un appuntamento di “drammaturgia dello sgomento” che combinerà musica e immagini spaziali, opera di Charles Chemin e Dom Bouffard a titolo “20 silences”. Il teatro popolare avrà la sua rappresentanza all’Olimpico il 27 e 28 settembre con la prima nazionale de “Il malato immaginario-L’ultimo viaggio” per la regia di Marco Zoppetto e interpretato da Stivalaccio Teatro. 30 settembre e 1 ottobre, sempre all’Olimpico, largo alla musica Alta, con la “Matthaeus Passion” di Bach nell’esecuzione semi-scenica dell’ensemble veneto Il Teatro Armonico diretto da Margherita Dalla Vecchia.

Tra i momenti imperdibili della rassegna, ma l’intenzione del curatore, il professor Franco Laera, è di trasformarla in un vero e proprio Laboratorio di Creatività passando da un semplice ‘Ciclo’ a un vero e proprio ‘Festival’, va segnalata “Octavia.Trepanation” di Boris Yukhananov e Dimitri Kourliandski, opera visionaria che parte da Seneca per raccontare l’orrore di ogni tirannide (5-8 ottobre). Ovidio viene celebrato per il bimillenario dalla morte dal 28 al 30 settembre con una “Metamorfosi” sperimentale ideata da Giulietta Gheller e Debora Praderelli. Si chiude in bellezza, ovviamente all’Olimpico, con un’atipica “Medea” interpretata da Micaela Esdra, diretta da Walter Pagliaro.

La conferenza è, infine, occasione opportuna per anticipare parte della programmazione 2018: tra i motivi d’orgoglio per la nostra città nomineremo almeno “Il vaso di Pandora” diretto dal regista inglese Peter Greenaway e tratto da “Le opere e i giorni” di Esiodo, e il nuovissimo “Oedipus Rex” del già citato Wilson.

Filippo Bordignon

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